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Miele di acacia: il 2021 ancora un’annata negativa
(Agen Food) – Bologna, 08 nov. – Il cambiamento climatico e le sue ripercussioni sul ciclo di vita delle api hanno determinato un’altra forte crisi dell’apicoltura nel nostro Paese. Ad esserne colpito è in particolar modo il miele di acacia. Alce Nero racconta come ha affrontato questa crisi per continuare a garantire un miele biologico certificato.
Anche il 2021, come fu per il 2017, è stata un’annata negativa che ha messo a dura prova l’apicoltura nazionale: – 30% è il dato che si registra quest’anno per la produzione di miele italiano (Fonte: Coldiretti Giovani Impresa, 20 Maggio 2021).
La causa è imputabile ad eventi meteorologici estremi che sembrano essere la caratteristica distintiva di un cambiamento climatico sempre più evidente: siccità, episodi alluvionali e gelo primaverile hanno compromesso le fioriture, il raccolto delle api e il loro stesso ciclo vitale. Una condizione, quella della carenza di raccolto, che ha interessato in particolar modo il miele di acacia, grande assente in tutta la penisola.
Una situazione, questa, che non ha permesso ad Alce Nero di reperire tutto il prodotto presso i suoi apicoltori e che li ha messi davanti ad una scelta: rinunciare a questa referenza o offrire comunque un prodotto biologico e sicuro?
Dopo una lunga riflessione, l’azienda bolognese ha scelto di continuare a garantire la reperibilità del miele di acacia, affidandosi a produttori europei selezionati e certificati. Garantiranno un miele proveniente da paesi in cui questo prodotto presenta caratteristiche qualitative che rispecchiano a pieno i loro standard biologici, etici e di sicurezza.
Tuttavia, non appena le produzioni degli apicoltori italiani lo consentiranno, Alce Nero ricomincerà a utilizzare miele nazionale.
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