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Giornata Mondiale dell’alimentazione: il cibo come scelta di civiltà

(Agen Food) – Roma, 16 ott. – di Massimiliano Cinque – Il 16 ottobre 1945 nasceva la FAO, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura, per garantire a ogni essere umano il diritto al cibo. Trentaquattro anni dopo, nel 1979, quella data fu proclamata Giornata Mondiale dell’Alimentazione, monito e speranza di un’umanità capace di sfamarsi in modo giusto ed equo.

Eppure, oggi, l’urgenza è più viva che mai. Nel mondo circa 733 milioni di persone soffrono la fame, mentre 2,5 miliardi di adulti sono in sovrappeso e quasi 900 milioni vivono con obesità. Un paradosso che racconta la frattura tra chi ha troppo e chi non ha abbastanza, tra chi consuma cibo privo di nutrimento e chi non ha accesso neppure a quello essenziale. Fame e obesità sono due facce della stessa ingiustizia: quella di un sistema alimentare malato, che diseduca e disorienta.

In questa giornata, che ci invita a “non lasciare nessuno indietro”, è necessario riscoprire la semplicità del nutrimento vero.

Ogni frutto, ogni seme, ogni spiga racconta un legame antico con la terra. I cibi non processati — cereali integrali, legumi, verdure di stagione, frutta, olio buono, pesce azzurro — sono il linguaggio originario della salute. Sceglierli significa compiere un atto di libertà, un gesto di rispetto verso il corpo e verso l’ambiente.

Nel piatto naturale c’è la misura dell’equilibrio: nessun eccesso, nessuna privazione, solo armonia. Lo ricorda anche Sport e Salute, con il suo decalogo alimentare: seguire la piramide mediterranea, limitare zuccheri e grassi, non saltare i pasti, dare valore alla varietà e alla stagionalità. È un invito al buon senso, non all’estremismo.

Ma proprio mentre la scienza promuove equilibrio, i social pullulano di falsi profeti: venditori di diete “miracolose” che promettono metamorfosi lampo e salute istantanea. “Perdi 7kg in 7 giorni”, “detossifica eliminando tutto”, “pulisci l’organismo con un solo alimento”. Parole che suonano bene e fanno male.

Queste scorciatoie impongono regimi rigidi, disordinano il metabolismo, impoveriscono vitamine e sali minerali, minano la salute psicologica. Il corpo non si “pulisce”: si ascolta, si rispetta. E una dieta che non può durare nel tempo non è una cura, ma una trappola.

Il nutrimento non è mai una gara, ma un cammino. È imparare a mangiare con lentezza, a muoversi con costanza, a dormire bene, a scegliere cibo vero. È comprendere che il benessere non nasce dall’esclusione, ma dall’equilibrio; non dalla moda, ma dalla misura.

Mangiare bene non è un atto elitario, ma un diritto e una responsabilità collettiva. Perché la salute non si costruisce con le promesse, ma con gesti quotidiani: un piatto colorato, un passo nel verde, un pensiero gentile per la terra che ci nutre.

In questa Giornata Mondiale dell’Alimentazione, ricordiamolo: il vero miracolo non è perdere peso, ma ritrovare il senso del cibo. È scegliere di nutrirsi con consapevolezza, mano nella mano con la terra — e con noi stessi.

Redazione Agenfood

Agen Food è la nuova agenzia di stampa, formata da professionisti nel campo dell’informazione e della comunicazione, incentrata esclusivamente su temi relativi al food, all’industria agroalimentare e al suo indotto, all’enogastronomia e al connesso mondo del turismo.

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