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Pomodoro da industria: gli accorpamenti aziendali fanno bene
(Agen Food) – Piacenza, 23 feb. – “Sfide e prospettive per l’industria di trasformazione del pomodoro” è il titolo di un confronto tra responsabili d’impresa organizzato a Piacenza, durante Tomato World, dall’Interprofessione del Nord Italia per valutare l’impatto dei recenti processi di acquisizione e di accorpamento aziendale sullo stato di salute della filiera e sulla sua competitività. Alla tavola rotonda, moderata dal Presidente dell’OI Pomodoro da Industria Nord Italia Tiberio Rabboni, hanno partecipato Aldo Rodolfi, Presidente della Rodolfi Mansueto; Dario Squeri, Amministratore di Steriltom e Italtom; Costantino Vaia, Amministratore delegato di Casalasco Industria; Pier Paolo Rossetti, Direttore Generale di Conserve Italia Soc. Coop. Agricola.
Il Presidente Rabboni, dopo aver ricordato che negli ultimi anni diverse aziende trasformatrici del Nord Italia hanno realizzato importanti acquisizioni di stabilimenti precedentemente autonomi, ha invitato i partecipanti ad argomentare i vantaggi dell’aumento delle dimensioni aziendali e come il territorio e la filiera devono interpretare questa riorganizzazione e concentrazione degli assetti proprietari. Nel Nord Italia gli ultimi accorpamenti hanno visto Rodolfi assorbire Von Felten, Mutti acquistare Copador, Steriltom la Ferrara Food, Conserve Italia l’OPOE e Casalasco acquisire ARP, Emiliana Conserve e De Martino.
Nei successivi interventi i relatori hanno sottolineato che gli accorpamenti e le acquisizioni hanno innanzitutto accresciuto la competitività internazionale delle produzioni del territorio, sia in ragione delle economie di scala rese possibili dalle nuove dimensioni aziendali sia per la possibilità di specializzarsi in una produzione e di sostenere investimenti a favore della ricerca e sviluppo e a favore di una sempre maggiore sostenibilità ambientale, economica e sociale.
Le acquisizioni, in alcuni casi, hanno riguardato imprese in precedenti difficoltà finanziarie, che con l’accorpamento hanno ritrovato prospettive e stabilità. In altri casi si è trattato di una naturale “incorporazione” effettuata in una logica di continuità e di sviluppo, che ha rafforzato la struttura della trasformazione industriale. Ogni impresa si è specializzata in un preciso segmento di mercato: dalla private label ai prodotti di marca, dalla ristorazione al prodotto industriale, generando un grande valore per la filiera e un rispetto reciproco tra i vari attori.
Questo processo di riorganizzazione competitiva si basa, a parere degli intervenuti, su solidi rapporti tra la parte agricola e quella industriale, dimostrati dalla presenza consolidata di una Organizzazione Interprofessionale a cui aderiscono tutte le imprese di trasformazione e tutte le Organizzazioni di Produttori del Nord Italia che, al di là delle normali dialettiche tra imprese concorrenti, assicura a tutti i protagonisti la certezza di relazioni corrette, ovvero obbligatoriamente improntate a trasparenza e lealtà. Da qui la volontà dei rappresentanti industriali di confermare e, se possibile, rafforzare le prerogative dell’organismo interprofessionale. Quanto alle prospettive future del settore, molto dipenderà da come si affronterà concretamente l’adeguamento delle infrastrutture al cambiamento climatico e alla conseguente ricorrente crisi idrica da parte delle istituzioni europee, nazionali, regionali e dei Consorzi di Bonifica.
Decisiva sarà anche la difesa e la tutela dell’origine della materia prima utilizzata per produrre le conserve di pomodoro e il mantenimento della qualità tipica del made in Italy, due punti chiave per il futuro, per consentire al prodotto italiano di continuare a distinguersi rispetto a quello dei competitor internazionali. Un risultato da perseguire anche attraverso l’adozione da parte delle istituzioni nazionali di misure e strumenti per la verifica e il controllo della provenienza del pomodoro importato e commercializzato in Europa.