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Chianti Classico, 100 anni di storia e un manifesto di intenti
(Agen Food) – Firenze, 14 mag. – Sostenibilità e identità territoriale: due le parole chiave alla base di un impegno programmatico, un manifesto di intenti, per il futuro della denominazione Chianti Classico e del suo Consorzio, il più antico d’Italia, presentato oggi nel giorno del suo centesimo compleanno.
Il 14 maggio del 1924 furono 33 lungimiranti viticoltori a decidere di crearlo: la loro visione fu quella di credere nell’unità di intenti, nella forza della collettività, di investire nell’aggregazione uscendo dalla miopia del singolo interesse privato, perché solo così si poteva gestire una produzione che potesse parlare di un intero territorio.
A distanza di un secolo, il Consorzio del Chianti Classico, che oggi rappresenta una compagine di 500 aziende, si fonda sugli stessi valori di allora e vuole celebrare questo anniversario non solo attraverso la memoria del percorso compiuto, la cui ricostruzione puntuale è l’oggetto del libro “Sulle tracce del Gallo Nero” frutto della penna di Daniele Cernilli, ma soprattutto aprendosi al confronto sui temi del futuro. Oggi, infatti, in un convegno nel Salone dei Cinquecento a Palazzo Vecchio, si svolto un confronto sul tema della “sostenibilità e identità territoriale”, con gli interventi dei rappresentanti di alcune fra le più illustri denominazioni e grandi vini del mondo: Champagne, Borgogna, Porto e Douro, Oregon e Barolo.
Presente all’evento anche il ministro dell’Agricoltura e della sovranità alimentare, Francesco Lollobrigida: “Cento anni di gloria per un vino straordinario con una storia che rappresenta il territorio – ha detto -. Sostenibilita’ dal punto di vista ambientale con la capacità di far comprendere dal primo sguardo come il lavoro dell’uomo valorizzi il territorio e l’ambiente. Questa va protetto con la sostenibilità economica e di reddito che è fondamentale in un sistema produttivo che deve puntare all’equilibrio di filiera”. “Il Chianti classico – ha aggiunto Lollobrigida – è senza dubbio uno dei nostri
prodotti più pregiati, e il consorzio è stata un’intuizione fondamentale di chi è riuscito a guardare con una prospettiva lunga: capacità di mettersi insieme, non fare concorrenza al tuo vicino ma cercare di collaborare con lui per accedere a più mercati possibile e in maniera più forte”.
“Oggi sono tanti che hanno copiato l’esperienza del Chianti – ha aggiunto il ministro -, per fortuna e la nostra economia risente positivamente di questa relazione forte tra la capacità di produzione, la qualità e la capacità di promozione. È fondamentale tutelarsi dalla contraffazione internazionale”. “Anche se gli altri non riescono a fare la nostra qualità e copiano solo le scatole ma non il contenuto, per noi è un grande problema, per cui dobbiamo avere una grande capacità, anche attraverso i consorzi, di raccontare i limiti della contraffazione – ha aggiunto Lollobrigida – Bisogna difendere le normative di riferimento ovunque, spiegando che l’Italia ha come prima richiesta quella di inserire nelle normative degli altri Paesi la protezione dei marchi. A tutela di tutti i marchi, non solo di quelli italiani”.
“Nel magnifico Salone dei Cinquecento a Palazzo Vecchio di Firenze, abbiamo celebrato una giornata storica – ha commentato poi Mirco Carloni, presidente della commissione Agricoltura alla Camera dei Deputati, anch’egli presente a Firenze -: 100 anni fa, 33 viticoltori chiantigiani fondarono il Consorzio Vino Chianti Classico. Queste persone ebbero la saggezza di progettare un futuro insieme. Ancora oggi, questo consorzio, il più antico d’Italia, oltre a valorizzare il loro vino, rappresenta un esempio di passione per l’identità e il territorio”.
“Abbiamo atteso fino ad oggi ad affrontare, come Consorzio, il tema così attuale della sostenibilità, per potergli dare una caratterizzazione, un’identità specifica che fosse in grado di evidenziare ed esaltare i caratteri distintivi della nostra denominazione e del suo territorio di produzione – ha detto Giovanni Manetti, Presidente del Consorzio -. Un manifesto che siamo certi i nostri viticoltori accoglieranno e renderanno vivo e attivo, fino a farlo diventare un vero impegno di sostenibilità del nostro territorio e delle sue produzioni”.
Il Manifesto di Sostenibilità del Chianti Classico propone, infatti, una corposa serie di regole con l’intento di ridurre l’impatto ambientale, tramite una gestione del territorio, delle superfici produttive e dei boschi, volta a preservarne le caratteristiche, le potenzialità, il paesaggio e la biodiversità, e di valorizzare la crescita e l’affermazione delle risorse sociali e culturali di questo territorio unico al mondo.
“Un progetto ambizioso che pone il patrimonio culturale del territorio come suo eccezionale fattore identitario che accompagna il vino Chianti Classico, aumentando sempre più la sua tipicità e la sua territorialità, ma anche inclusivo per far crescere, tutti insieme, la sostenibilità territoriale secondo un cronoprogramma che permetterà ai viticoltori di interpretare nel tempo il percorso che il Consorzio vuole tracciare” ha dichiarato Carlotta Gori, Direttrice del Consorzio.