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Roma Baccalà: un Viaggio tra Tradizioni, Innovazione e Cultura del Cibo
(Agen Food) – Roma, 6 sett. Il festival Roma Baccalà 2024, giunto alla sua quinta edizione, si conferma un evento imperdibile nel panorama gastronomico della Capitale. Non solo una celebrazione del baccalà, ma una vera e propria immersione culturale e sociale, dove il cibo diventa ponte tra tradizione e innovazione, con un focus su temi come la sostenibilità e l’incontro tra culture.
Quest’anno il festival si svolge in una location d’eccezione: il suggestivo Parco della Basilica di San Paolo, che con la sua maestosità accoglie ospiti, produttori e appassionati di cucina da tutta Italia e dall’estero. E con uno sguardo già all’anno del Giubileo, occasione – anticipano gli organizzatori – per parlare anche del cibo dei pellegrini. Un cambio di scenario rispetto alla storica Piazza Sauli, a Garbatella, ma accolto con entusiasmo da tutti. Come sottolineato dall’assessore alla cultura del Municipio VIII, Maia Vetri, “questa nuova cornice rappresenta un’opportunità per ampliare la platea e promuovere uno scambio culturale che va oltre i confini del cibo”.
Il baccalà, protagonista indiscusso della manifestazione, diventa così simbolo di viaggio e di incontro. Le sue radici affondano nella storia della Norvegia, primo produttore al mondo, ma è in Italia – primo cliente – che trova la sua massima espressione gastronomica, grazie a una miriade di ricette regionali, da quelle calabresi a quelle venete. La collaborazione con l’ambasciata di Norvegia è ormai consolidata, come ha ricordato il ministro consigliere Erling Hoem: “Il baccalà è un prodotto che lega i nostri due Paesi da generazioni, e grazie alla creatività italiana, le sue ricette si sono evolute e diffuse in tutto il mondo”.
Un’altra importante novità di questa edizione è l’introduzione di un menù ancora più ricco e variegato. Antonella Bussotti, produttrice dell’evento, ha sottolineato l’importanza di sperimentare nuove location e proposte gastronomiche: “Roma Baccalà è in continua evoluzione, e quest’anno abbiamo voluto osare con nuove preparazioni che rappresentano la contemporaneità del baccalà a Roma”.
Tra i progetti più apprezzati, il coinvolgimento di Slow Food con l’Alleanza dei Cuochi della Ciociaria, che ogni sera propone una declinazione diversa del baccalà. Inoltre, il ruolo dei mercati e delle osterie locali, veri e propri pilastri della manifestazione, continua a essere centrale, confermando il legame tra la cultura del cibo e la comunità.
Il festival si distingue anche per la forte componente culturale. Tra talk e laboratori, non manca il racconto del baccalà come simbolo di viaggio e migrazione. Flavia Cristaldi, professoressa dell’Università La Sapienza, ha offerto una riflessione affascinante sul legame tra cibo e migrazione, ricordando come molti prodotti che oggi consideriamo tipicamente italiani, come il mais e i pomodori, siano giunti da terre lontane grazie a storici scambi culturali. Allo stesso nodo piatti tipici di altri paesi, come l’inglese fish&chips, sono stati inventati da italiani.
La Regione Calabria, come sempre presente con le sue eccellenze, porta avanti il racconto dello stocco, alimento che ha attraversato i secoli trasformandosi da cibo povero a piatto gourmet. Un esempio di come la tradizione culinaria possa evolvere senza perdere le proprie radici.
Roma Baccalà non è solo un evento gastronomico, ma un’occasione per riflettere sul valore del cibo come strumento di dialogo e scambio. E mentre il profumo dei piatti invade il parco, il messaggio è chiaro: il cibo è cultura, incontro e scoperta.
Buon Roma Baccalà a tutti!