(Agen Food) - Firenze, 10 giu. - Il 9 giugno 2025, in occasione della inaugurazione…

Celiakè, Del Forno giornalista enogastronomico: per l’informazione al pubblico serve un ruolo più attivo del Ministero della Salute
(Agen Food) – Roma, 12 mag. – di Olga Iembo – E’ iniziato il conto alla rovescia per l’avvio di Celiakè, il primo festival itinerante dedicato al mondo gluten-free che prenderà il via a Roma dal 16 al 18 maggio (apertura al pubblico il 17 e 18), in concomitanza con la Giornata Mondiale della Celiachia, nella bellissima location del Borgo Boncompagni Ludovisi. Inizierà dunque fra quattro giorni questo viaggio che intende portare in giro per l’Italia un’idea di socialità e insieme di libertà, per i celiaci e anche per chi non lo è, insieme, in una serena condivisione senza barriere. Un’idea che i fondatori di Live Productions hanno deciso di concretizzare con una tre giorni di esperienze a tutto tondo, a partire dal tema della celiachia, che andranno dal consumo in piena sicurezza di cibi e bevande – con degustazioni, showcocking, stand espositivi e aree pic-nic -, a momenti di confronto formazione e informazione scientifica, e ancora spazi dedicati all’arte, alla cultura, a musica e divertimento per grandi e piccoli, speciali partecipazioni dei volti più noti sui social, e molto altro.
E in un contesto in cui si approccerà alla celiachia a 360° non poteva mancare un esperto del settore, un giornalista enogastronomico che ha messo il “senza glutine” al centro di molte sue attività e iniziative. Si tratta di Alfonso Del Forno, un lungo curriculum costellato da tante diverse e importanti esperienze fra cui spiccano, rispetto al “tema principe” di Celiakè, quella di fondatore e presidente di Nonsologlutine Onlus, un’associazione che si occupa di gastronomia senza glutine, con la quale porta avanti progetti di valorizzazione dell’alimentazione naturalmente priva di glutine e birre senza glutine; quella di giudice nei concorsi sulla pizza al Campionato Mondiale della Pizza di Parma e Campionato Nazionale Pizza Doc nella categoria gluten free; quella di ideatore e organizzatore del World Gluten Free Beer Award, Best Bio Beer e Hildegard Day.
Del Forno lei, per usare le sue stesse parole, è un appassionato gastronomo e cultore della “piacevolezza” della vita collegata alla buona tavola. Questo può riguardare anche i celiaci che secondo il più diffuso luogo comune mangiano e bevono cose che hanno poco sapore e non danno, appunto, piacevolezza?
“La ‘piacevolezza’ è un valore a cui dovrebbero aspirare tutti gli esseri umani che desiderano vivere in armonia con il mondo che li circonda. Questo concetto è valido anche a tavola, dove i celiaci hanno oggi la possibilità di mangiare senza alcun limite, in termini di varietà e qualità del cibo. Chi sostiene che il cibo senza glutine abbia poco sapore, spesso lo fa per sentito dire, non per esperienza diretta. Mangiare senza glutine non è una limitazione, ma un ampliamento della conoscenza di ciò che la natura offre. Chi oggi sceglie di mangiare sano introduce nella propria alimentazione cereali come la quinoa, l’amaranto e il teff, tutti naturalmente privi di glutine e sempre più apprezzati anche da chi non ha necessità di escluderlo. Il celiaco, in questo senso, è un passo avanti: la sua alimentazione può essere molto più ricca e sana rispetto a chi basa prevalentemente la propria dieta sul grano”.
Il concetto di condivisione è alla base del mondo della cucina, della tavola, dell’alimentazione come momento di “piacevolezza”. Il celiaco secondo lei, oggi si sente ancora per lo più “escluso” da tutto questo?
“Oggi il celiaco ha tutte le possibilità di non sentirsi escluso, grazie a un’offerta gastronomica sempre più ampia e di qualità. Anche in contesti dove un tempo sembrava impossibile, come pizzerie e pub, oggi si possono vivere pienamente momenti di convivialità. Basti pensare alle due cose più conviviali che esistono: la pizza e la birra. Il mondo della pizza senza glutine ha compiuto progressi enormi, e posso confermarlo dal mio osservatorio personale, assaggiando ogni anno, per lavoro, più di 250 pizze senza glutine. Lo stesso vale per la birra: in Italia si producono circa 150 etichette di birre artigianali senza glutine che non hanno nulla da invidiare a quelle tradizionali”.
Lei è fondatore del progetto Gluten Free Hack, che si occupa di gastronomia senza glutine. Come è nata l’idea e quali sono gli obiettivi del progetto?
“Gluten Free Hack nasce come naturale evoluzione del lavoro iniziato nel 2011 con il progetto Nonsologlutine, ed è rivolto sia ai consumatori sia ai professionisti. Oggi è necessario uno scossone rispetto al passato: i celiaci devono scrollarsi di dosso la sensazione di essere consumatori di serie B e acquisire consapevolezza su cosa significhi una sana e sicura alimentazione senza glutine, fatta di prodotti di alta qualità. Lo stesso discorso vale per i professionisti, che devono formarsi non solo nella gestione della sicurezza alimentare, ma anche nella gestione della relazione con il cliente, facendo in modo che si senta sereno al ristorante o nell’acquisto di un prodotto. Una costola importante del progetto riguarda le recensioni dei locali: molti influencer oggi producono recensioni senza solide basi di conoscenza del cibo, accettando per buono tutto ciò che viene assaggiato. Con Gluten Free Hack, ci impegniamo a formare chi recensirà i locali, fornendo strumenti seri e rigorosi, basati su anni di esperienza nelle giurie internazionali e nella redazione di guide enogastronomiche”.
Quanto serve comunicare su temi importanti come la celiachia anche in modi variegati e alternativi, come ad esempio con Celiakè? E cosa, soprattutto, bisogna sapere sulla celiachia e sul “senza glutine” che ancora non si sa o si sa poco?
“La comunicazione è fondamentale, soprattutto quando riguarda temi che toccano la salute, come l’alimentazione senza glutine e la celiachia. È importante definire con chiarezza i ruoli: della celiachia devono parlare i medici, i laureati in medicina, professionisti che studiano e aggiornano continuamente le loro conoscenze su questa patologia. Per l’informazione al pubblico auspico un ruolo più attivo del Ministero della Salute, come previsto dalle normative europee, affinché si garantisca una comunicazione corretta e continua sulla sicurezza alimentare e sulla gestione della celiachia. I giornalisti, iscritti all’Ordine come il sottoscritto, devono raccogliere e diffondere notizie da fonti ufficiali e verificabili. Eventi come Celiakè sono fondamentali perché riuniscono tutte queste anime – scientifica, divulgativa e ludica – offrendo una comunicazione interattiva e lasciando un segno positivo nella vita di chi partecipa”.
Qual è il messaggio che intende portare con la sua partecipazione al Festival?
“Voglio trasmettere serenità e sicurezza al celiaco attraverso una comunicazione semplice e trasparente, che permetta di diventare un consumatore consapevole. Essere celiaci non deve significare rinunce, ma scelte consapevoli che portano a una vita piena di gusto e di piacevolezza”.

