(Agen Food) – Spilinga (VV), 17 gen. – di Olga Iembo – Rossa fiammante dal…
Intervista al panificatore Pascal Barbato: “Con Chef del Mediterraneo per costruire un sentimento di comunità”
(Agen Food) – San Marco in Lamis (Fg), 21 giu. – di Olga Iembo – Autentica passione per ciò che, attraverso la tavola, rispecchia la propria identità e racconta la propria cultura, e poi cura di quella terra che sa essere madre generosa e cooperazione con i suoi figli per donare agli altri i suoi doni ed esaltarli come meritano. C’è questo nel lavoro di quei professionisti già votati alla genuinità, alla bontà, all’essenzialità dei nostri sapori antichi e sempre sorprendenti, che hanno deciso di unirsi per dare vita a “Chef del Mediterraneo”, l’associazione appena nata e presentata ufficialmente nei giorni scorsi a Foggia ed anche al Senato della Repubblica alla presenza del “padrone di casa”, il presidente della Commissione Industria, commercio, turismo, agricoltura e produzione agroalimentare, Luca De Carlo.
C’è questo, dunque, anche nel cuore e nella mente di Pascal Barbato, panificatore di San Marco in Lamis, in provincia di Foggia, socio fondatore dell’Associazione: un coinvolgimento totale, assoluto, atavico nella sua ‘arte bianca’. Quando Pascal impasta maneggia il suo territorio, rimescola profumi e suggestioni, da forma alle promesse di una terra munifica, tramuta in bocconi fragranti e scrocchianti i doni preziosi della natura. Alcune delle parole che usa parlando di se stesso sono l’istantanea perfetta del suo modo di concepire un lavoro che ne identifica valori, intenzioni, sogni: “Come in un rituale magico – dice Pascal -, mentre il paese dorme, il silenzio ogni notte fa da cornice ai miei gesti antichi; poi le voci del fuoco e del pane inaugurano ogni mio giorno”. E’ la cultura millenaria dell’alimento più nobile.
Un’esistenza vissuta tra farina e libri, una formazione che spazia dalla laurea in lettere, al marketing, alla creazione di delizie, l’attività di famiglia che ha preso in mano, Fulgaro Panificatori dal 1890, a San Marco in Lamis, è già un’istituzione, ma Barbato vuol andare oltre, e in questo risiede la generosità di un’intenzione: fare comunità, una comunità che si riconosce nei grandi valori del Mediterraneo.
E’ il punto cardine dell’associazione Chef del Mediterraneo, che mira alla valorizzazione del patrimonio culturale immateriale dei popoli che si affacciano su questo immenso mare, all’esaltazione della dieta mediterranea, alla formazione e al sostegno dei giovani professionisti del settore e con essi di tutti i membri di una filiera che è vanto del Paese, all’utilizzo di ingredienti di alta qualità e alla promozione di uno stile di vita sano. L’Associazione è nata in puglia, da un gruppo di volenterosi e talentuosi professionisti di Foggia, ma l’idea è di “abbracciare”, “accogliere”, “coinvolgere” tanti e tanti di più. L’idea, per dirla con le parole che Pascal ha detto ad Agen Food, è appunto quella di “fare comunità”.
Barbato, con Chef del Mediterraneo inizia una nuova avventura che la poterà a “varcare i confini” della sua attività. Come è nata questa idea? Perché mettersi insieme ad altri per intraprendere questo viaggio?
“L’idea di Chef del Mediterraneo nasce dalle ceneri di una precedente idea dei miei colleghi ovvero ‘Gargano punto E basta’. È il sentimento dell’amicizia che mi lega ai miei colleghi che ha permesso che io facessi parte di questo gruppo, collaudandoci con eventi fatti insieme. Ovviamente quando si struttura un’associazione con ampi scopi come la nostra si deve dare un’identità di più ampio respiro, serviva qualcosa che non fosse semplicemente il nostro amato Gargano. Quindi è venuta da sé l’idea di allargarci oltre i confini del nostro territorio e guardare al bacino del Mediterraneo che da sempre è culla della nostra cultura”.
L’Associazione ha obiettivi precisi, esaltare la Dieta Mediterranea e tramandare la cultura e le tradizioni gastronomiche. Sono cose che già ha perseguito nella sua attività? Qual è stata la chiave del suo successo?
“Per me non è stato difficile usare il mio territorio come volano per collocare la mia identità fra quelli bravi, è facile in un luogo baciato da Dio come questo. Ho solo cercato di valorizzare la materia prima eccellente che la nostra terra ci dà, affinché chiunque, in un morso del mio pane o di un qualsiasi altro mio prodotto, potesse assaggiare un morso della mia terra. Oggi immagino un territorio più grande, pronto ad essere contaminato e contaminare, che è capace di lasciare andare, ma anche di accogliere. Non so se per questo si può parlare di successo. Anche perché per me non è null’altro che il participio passato del verbo succedere, quello che siamo capaci di far succedere”.
Qual è l’importanza di sostenere le attività di filiera locali che rappresentano il territorio in un’attività come la sua ma anche in un progetto più vasto come quello di Chef del Mediterraneo?
“Le attività di filiera locale sono certamente le più prossime con cui possiamo interfacciarci, ma non per questo le uniche. Quello che ha sempre mosso le mie scelte nella selezione delle materie prime è stato lo sguardo dei produttori, quell’intesa nella quale io riconoscevo i miei stessi valori. Un produttore ama la sua terra e il suo lavoro, non vorrebbe far scappare i suoi figli lontano, in poche parole si prende cura della porzione di vita che gli è stata affidata a prescindere dal ‘dove’, ed io comunque in questa idea ritrovo le mie scelte e le mie speranze”.
Quali strumenti e iniziative immagina per realizzare gli obiettivi dell’Associazione?
“La scelta di creare un’associazione dà sicuramente più strumenti che un singolo individuo può avere nella sua faretra. Ecco perché vogliamo essere assolutamente inclusivi, siamo ben consapevoli che nello scambio di un semplice bene, a lungo andare, si diventa più poveri, mentre lo scambio di idee crea una ricchezza esponenziale. Non vorrei sembrasse una risposta elusiva, ma davvero un’associazione può promuovere i propri principi nelle maniere più trasversali”.
Per tornare alla nostra prima domanda… ogni viaggiatore ha una meta, qual è un grande sogno che vorrebbe realizzare con l’Associazione?
“Sono una persona fortemente innamorata delle parole e una delle parole a cui sono più affezionato è cultura. Mi piacerebbe riuscire a costruire un sentimento di comunità mediterranea nel quale, come la nostra terra fa sempre, si possa portare la nostra idea di cibo e accogliere l’identità e le tradizioni delle comunità più o meno prossime”.