(Agen Food) – Catanzaro, 06 set. – di Olga Iembo – Boom di presenze e…
Intervista al Presidente della Commissione Agricoltura alla Camera, Mirco Carloni: “Mettiamo le persone al centro”
(Agen Food) – Roma, 26 mag. – di Olga Iembo – “I miei nonni contadini, anzi mezzadri mi hanno insegnato fin da piccolo che dalla Terra viene ogni bene”. Non poteva essere più chiaro sui propri convincimenti l’Onorevole Mirco Carloni (Lega), quando è stato eletto Presidente della Commissione Agricoltura alla Camera dei Deputati, e quando ha promesso: “Lavoreremo intensamente sia per rendere le aziende agricole più redditizie valorizzando i nostri prodotti, sia per sostenere le imprese ed i settori in difficoltà”, perché, ha sostenuto le “priorità della Commissione saranno semplificazione e tutela dei produttori, i veri custodi dell’agricoltura”.
Un settore, quello agroalimentare, ben noto a Carloni che nelle sue esperienze precedenti annovera anche quella da assessore all’Agricoltura della Regione Marche, quando ha portato a compimento la pianificazione del Piano di Sviluppo Rurale 2023-2027, dando vita ad un accordo che ha portato alla creazione del distretto biologico più grande d’Europa nella regione. Un settore che, però, affronta un periodo particolarmente complesso dovendo fronteggiare problematiche vecchie e nuove, incrementate dagli eventi geopolitici oltre che naturali.
Se, infatti, come emerso nel corso del Food Summit 2023 (organizzato da Gruppo Food, con Intesa Sanpaolo e AlixPartners), il settore dell’alimentare e bevande in Italia ha segnato un’ulteriore crescita nel 2022, registrando un incremento di fatturato del 16,8% e un aumento delle esportazioni agroalimentari del 15,3% sul 2021, i costi per energia, materie prime e trasporti rappresentano la principale difficoltà per le imprese dell’agroalimentare. Un settore che vive una grande situazione di incertezza in questo 2023 con tante preoccupazioni per la sfida tecnologica e l’impatto dei cambiamenti climatici, e con una crescita del 4% del tasso di default tra le aziende, secondo l’allarme arrivato dallo studio realizzato da Crif Ratings, che ha osservato gli andamenti delle imprese nel 2021 e nel 2022.
Su tanti temi centrali rispetto all’agroalimentare ha risposto ad Agenfood l’Onorevole Mirco Carloni, Presidente della Commissione Agricoltura alla Camera dei Deputati.
Onorevole, partiamo dai temi “più caldi” del momento. Nel settore, che è in gravi difficoltà soprattutto considerato il periodo storico caratterizzato da eventi epocali, tutti, a partire dagli allevatori, sono in sofferenza per l’aumento dei prezzi. Come intendete sostenerli?
“Il lavoro della Commissione, così come quello del governo, è sempre e prima di tutto dalla parte delle persone. In questo caso imprenditori agricoli e allevatori. Bisogna rilanciare gli strumenti a disposizione, sia europei che nazionali, per assicurare la sovranità alimentare e ridurre la dipendenza dall’estero”.
Cibo sintetico, Nutriscore (in particolare sulle bottiglie di vino), cibi alternativi (come le tanto discusse farine di insetti). Sono i temi più dibattuti attualmente. Ci parli della posizione dell’Italia in particolare rispetto all’Europa.
“Il cibo sintetico, il Nutriscore e la farina di insetto sono tutte iniziative che rischiano di danneggiare il Made in Italy a favore di alimenti prodotti in laboratorio o che certamente non sono consigliati per una sana alimentazione. L’Italia ha già messo al bando, ad esempio, la carne sintetica con un decreto. Per quanto riguarda la farina di insetti, sui prodotti che la contengono verrà apposta un’etichetta che ne indicherà la provenienza. In questo modo i cittadini potranno scegliere consapevolmente cosa acquistare. Contro il Nutriscore la nostra posizione è chiara: è una follia che rischia di causare un crollo dell’export del 50%”.
A Tuttofood Coldiretti ha fornito gli ultimi dati di un falso Made in Italy del valore di 120 miliardi, soprattutto rilevando come frenare l’agropirateria a tavola consentirebbe di creare fino a 300mila posti di lavoro in Italia. A quali iniziative lavorate in tal senso?
“L’agropirateria crea un grande danno al Made in Italy. Formaggi, salumi, olio. Qualsiasi nostro prodotto viene falsificato. Dagli Stati Uniti all’Australia. Per non parlare della Russia dove ci sono addirittura fabbriche specializzate nella lavorazione del latte e della carne per coprire la richiesta dei formaggi, come ha spiegato Coldiretti. Il divieto di esportazione dei nostri prodotti a Mosca ha contribuito all’intensificazione dell’agropirateria oltre che dell’italian sounding. Più di due prodotti italiani su tre sono contraffatti e non hanno nulla a che vedere con il nostro Paese. È necessario fermare questa attività. Recentemente la Commissione Agricoltura all’Europarlamento ha approvato l’emendamento anti – Prosek a tutela dei prodotti Dop e Igp. Bisogna continuare a lavorare in questa direzione”.
Si rileva in campo agroalimentare, in particolare nel settore dell’allevamento, una difficoltà legata al “cambio generazionale”, anche perché si tratta di impieghi faticosi che richiedono sacrifici. Come attrarre e coinvolgere i giovani?
“Proprio per far fronte alle difficoltà incontrate dai giovani nell’intraprendere questo antico mestiere nasce la proposta di legge “Gioventù Agricola”. L’obiettivo è fornire diversi strumenti affinché il ricambio generazionale avvenga davvero. I giovani, infatti, incontrano diversi ostacoli burocratici prima di avere accesso alla terra. Occorrono, quindi, misure concrete per permettere ai ragazzi non solo l’insediamento ma anche la permanenza nel settore agricolo. Come un regime fiscale agevolato, lo sgravio degli oneri contributivi per un massimo di cinque anni, misure per favorire l’accesso al credito. Questi strumenti e altri sono contenuti all’interno della PdL”.
Parlando di impatto ambientale dell’agricoltura, come intendete intervenire in direzione della sostenibilità?
“Per intervenire in direzione della sostenibilità occorre puntare sull’innovazione e sulle nuove tecnologie. Mettendo sempre gli imprenditori agricoli al centro. L’Italia è leader in Europa per agricoltura sostenibile. Ha ridotto i consumi d’acqua, utilizza le energie rinnovabili, ha ridotto l’uso di pesticidi. Eppure il settore, nel dibattito mediatico, continua a essere criminalizzato. Dobbiamo fermare questa narrazione che danneggia non solo la nostra agricoltura ma soprattutto le persone”.
Onorevole lei ha spesso insistito sull’importanza per il nostro Paese di un “passaggio” sempre maggiore dal sistema strettamente agricolo a quello agro-industriale. Cosa significa e come favorirlo?
“L’agricoltura e l’industria devono collaborare. Non sono settori avversari o in competizione tra loro. La loro sinergia, anzi, può accrescere la potenza del Made in Italy. Si valorizzano a vicenda. Ed è per questo che bisogna andare oltre all’immagine di rivalità a cui siamo abituati”.
E, accanto a questo, come puntare sulla valorizzazione e sulla messa in rete delle più piccole realtà territoriali che rappresentano comunque l’eccellenza?
“Le realtà più piccole non devono avere timore di collaborare con le grandi industrie. Perché le loro eccellenze possono essere messe in risalto grazie a una grande distribuzione. Dovrebbero esserci più incontri e confronti”.