(Agen Food) – Milano, 07 feb. – di Olga Iembo – Prosegue senza sosta l’impegno…

Pomodoro di Pachino IGP, il Presidente del Consorzio: “Vogliamo che l’oro rosso conquisti il mondo. Riaprire mercati come USA e Canada”
(Agen Food) – Pachino (SR), 22 mar. – di Olga Iembo – Il pomodoro di Pachino IGP è a giusta ragione definito l’oro rosso di Sicilia. Particolarmente saporito, tanto che a volte non ha bisogno di essere condito, croccante e polposo, estremamente invitante anche alla vista, all’olfatto e al gusto, che sia ciliegino, tondo liscio o costoluto, il Pomodoro di Pachino Igp è davvero unico al mondo. Incredibilmente versatile, si presta ad essere utilizzato per innumerevoli ricette, dagli stuzzichini al dolce, passando per centinaia di piatti che arricchisce al punto da essere insostituibile per le cucine gourmet come per quelle casalinghe.
Oro rosso, un bene così prezioso che doveva essere rappresentato e difeso adeguatamente, ed ecco perché è nato il Consorzio di Tutela della IGP Pomodoro di Pachino. Tutto è iniziato con l’istituzione del riconoscimento del marchio di qualità IGP (Indicazione Geografica Protetta), dovuta appunto al legame stretto tra le caratteristiche di questo pomodoro e le peculiarità del territorio di provenienza. Oggi, dunque, l’autentico pomodoro di Pachino è tutelato da un apposito marchio distintivo che il Consorzio di tutela si adopera di applicare sulla base di un preciso disciplinare di produzione.

A seguito del riconoscimento ministeriale del marchio IGP, il 31 Agosto del 2002 è nato il Consorzio di tutela della IGP Pomodoro di Pachino, per tutelare, valorizzare e promuovere il prodotto, chi lo produce e chi lo consuma, salvaguardandone la specificità, vigilando su usi impropri del nome “pomodoro di Pachino”, divulgando le sue caratteristiche colturali, alimentari ed organolettiche, garantendo che il prodotto con il marchio di qualità abbia una provenienza geografica certa, operando affinchè i soci adottino criteri precisi di qualità in fase di produzione.
Oggi riunisce le maggiori aziende produttrici del comprensorio pachinese, l’assolata punta meridionale della Sicilia orientale, in provincia di Siracusa, che da un recente rapporto dell’Enea “la radiazione totale al suolo” – stimata elaborando le immagini del satellite Meteosat per 1.614 comuni italiani – emerge come il comune più assolato d’Italia (Mj/mq 6.043).
Proprio al territorio di produzione viene attribuita l’elevata quantità di antiossidanti contenuta in questo pomodoro, e un antiossidante in particolare che recenti studi hanno stabilito avere importanti proprietà antitumorali.
Il pomodoro di Pachino, prezioso gioiello del forziere del Made in Italy, vince e convince e, nelle intenzioni dei membri del Consorzio, merita di conquistare tutti i mercati, e non solo quello italiano, compresi quelli ancora interdetti all’Italia “con pretestuose motivazioni di carattere sanitario”, come ha spiegato ad Agen Food Sebastiano Fortunato, il Presidente del Consorzio di Tutela della IGP Pomodoro di Pachino.
Presidente, avete appena vissuto due distinte occasioni incentrate sulla promozione del vostro prodotto sui mercati esteri: Fruit Logistica a Berlino dove avete avviato importanti contatti con altri paesi, e una due giorni di visite a serre e impianti produttivi in Sicilia da parte di buyer esteri. Qual è l’importanza di tutto ciò?
“Premesso che in questi 20 anni di attività siamo riusciti ad entrare in tutte le grandi distribuzioni italiane, nel 2022 abbiamo istituito la prima Giornata internazionale del pomodoro di Pachino IGP, con obiettivi molto chiari: raccontare la nostra storia al mondo, così come abbiamo fatto con i 14 buyers internazionali che recentemente, grazie alla collaborazione con AGENZIA ICE, hanno visitato i nostri impianti. Pachino è il paese più assolato d’Italia e d’Europa, non lo diciamo noi, lo dice l’ENEA. Ci troviamo all’estremo sud orientale della Sicilia dove si incontrano i due mari, Ionio e Mediterraneo, creando quel microclima ideale per la crescita del pomodoro. Terra, sole e acqua salmastra sono gli ingredienti del nostro oro rosso di Sicilia, il cui gusto particolare è unico al mondo. Per questo vogliamo trovare nuovi canali per esportare ulteriori volumi di questa eccellenza anche all’estero, per aumentare la domanda così che l’offerta sia congrua e si traduca in un corrispettivo economico più adeguato per i nostri produttori”.
In questo momento si registrano grandi criticità rispetto ai prezzi? In che misura e a cosa è dovuto tutto ciò?
“E’ dovuto al fatto che il nostro prodotto è venduto per oltre il 90% in Italia, dove l’offerta è superiore alla domanda. Inoltre, la concorrenza sleale di paesi che utilizzano manodopera a bassissimo costo ci penalizza moltissimo, soprattutto nell’esportazione verso i Paesi Europei”.
Rappresentate un prodotto che è una vera eccellenza. Ma ci sono anche diversi problemi seri in Sicilia, a cominciare dall’emergenza siccità, per cui la Regione ha dichiarato lo stato di crisi per il settore agricolo e zootecnico. Questa questione vi penalizza?
“Senza acqua non si produce, quindi siamo fortemente penalizzati sulle quantità di prodotto ottenuto anche se, paradossalmente, il risultato è una maggiore qualità e gusto del pomodoro poiché, in assenza di pioggia, l’acqua dei nostri pozzi aumenta di salinità. Purtroppo, però, quando la salinità supera una certa soglia, si rischia che le piante muoiano per asfissia. Non a caso da mesi stiamo lavorando sulla certificazione Goccia Verde per la gestione delle acque”.
Parliamo di mercati, le vostre maggiori soddisfazioni vengono da quello interno, ma come stanno le cose rispetto all’estero? Su quali Paesi puntate per una maggiore espansione delle vendite?
“Abbiamo riscontrato che il concetto di prodotto Dop e Igp riscuote una maggiore attenzione da parte del consumatore italiano rispetto a quello straniero. In questo momento abbiamo la percezione che questo concetto sia poco diffuso all’estero, almeno per il nostro settore. Per quanto riguarda l’espansione delle vendite, puntiamo su Paesi quali Germania, Regno Unito, Francia e Svizzera. E confidiamo nelle istituzioni per riaprire mercati come USA e Canada, che ad oggi ancora vietano l’importazione del nostro prodotto. Soprattutto per far fronte alle richieste delle comunità italiane lì presenti che vorrebbero utilizzare i prodotti del made in Italy per la loro cucina”.
E parliamo invece di tutela del marchio. Quali danni subite da imitazioni e contraffazioni? E come combatterli?
“Più che una vera e propria contraffazione, riscontriamo un uso improprio della denominazione Pomodoro di Pachino da parte di migliaia di esercizi della ristorazione, sicuramente in buona fede poiché esteticamente il ciliegino, in particolare, può creare questo equivoco. Siamo da anni impegnati a far conoscere meglio l’unicità del nostro pomodoro, che è contraddistinto dal marchio di tutela del Consorzio, costituito da una coccarda che funge da sigillo di garanzia, per evitare sostituzioni di prodotto, mentre nel caso del nostro pomodoro verde viene utilizzato un bollino di garanzia imposto su ogni singolo frutto”.
Quali nuove iniziative avete in programma per la promozione del vostro prodotto? Contemplate percorsi che intrecciano il vostro settore con quello del turismo?
“Sicuramente il turismo è parte integrante del percorso per raccontare la nostra storia e un veicolo importante per diffonderne la conoscenza. In programma abbiamo, come ogni anno, le grandi fiere di settore, quali il Macfrut di Rimini, il Fruit Logistica di Berlino e il Fruit Attraction di Madrid. In calendario abbiamo anche vari eventi di promozione: il prossimo primo luglio ricorre la Giornata Internazionale del pomodoro di Pachino IGP, nel corso dell’anno ci sono eventi rivolti alla GDO di tutta Italia, come ad esempio gli Spettacoli alla Frutta realizzati nei singoli punti vendita. Contiamo inoltre di poter intraprendere a breve una importante Campagna Pubblicitaria su vari media nazionali, così da spiegare al meglio ai consumatori perchè il nostro prodotto non ha eguali al mondo”.

