(Agen Food) - Roma, 07 feb. - "Sembra che la nuova Commissione europea si stia…

Ddl Carne sintetica, ok alla Camera. Carloni: tutela economia e cultura
(Agen Food) – Roma, 25 ott. – di Olga Iembo – La Commissione Agricoltura della Camera insieme alla Commissione Affari sociali hanno dato questo pomeriggio il via libera definitivo al testo sul divieto di produzione e commercializzazione di carni e mangimi sintetici.
Il disegno di legge era stato già approvato in Senato, il 19 luglio, con 93 voti a favore, 28 contrari e 33 astenuti. Le disposizioni prevedono che in Italia non si possa dunque importare, produrre né vendere carne coltivata, ed inoltre gli alimenti di origine vegetale non potranno avere nomi che evocano la carne, e per quelli che già lo hanno sarà necessario cambiare le etichette.
Il testo prevede che “gli operatori del settore alimentare e gli operatori del settore dei mangimi che vìolino le disposizioni” che prevedono i divieti “sono soggetti alla sanzione amministrativa pecuniaria da un minimo di euro 10.000 fino a un massimo di euro 60.000 o del 10 per cento del fatturato totale annuo realizzato nell’ultimo esercizio chiuso anteriormente all’accertamento della violazione, quando tale importo è superiore a euro 60.000. La sanzione massima non può eccedere comunque euro 150.000”.
“Vengono, inoltre, previste la confisca del prodotto illecito – si legge nella proposta – e ulteriori sanzioni amministrative che si ritengono particolarmente efficaci per scoraggiare condotte illecite”. Infine, si estende l’applicazione delle sanzioni a “chiunque abbia finanziato, promosso, agevolato in qualunque modo le condotte illecite”.
A proposito di questo definitivo passo dell’esame del disegno di legge risponde ad Agen Food il presidente della Commissione Agricoltura alla Camera, il deputato della Lega, Mirco Carloni.
Presidente, licenziato oggi il testo del Ddl che vieta produzione e commercializzazione di carni e mangimi sintetici. E’ il primo Paese a dotarsi di un simile provvedimento, che il Governo ha voluto fortemente. Qual è la sua importanza?
“Intanto mi permetta di ringraziare il sottosegretario Luigi D’eramo che oggi era con noi in Commissione Congiunta e che ha seguito tutto l’iter. Oggi insieme alla XII Commissione abbiamo chiuso il percorso e abbiamo dato mandato al Relatore di riferire in Aula. L’Italia deve vietare la produzione della carne sintetica perché produce un danno alla nostra economia e alla nostra cultura. È in corso una campagna mediatica mai vista per far sembrare più sostenibile la carne coltivata, senza dire che serve liquido amniotico da animali morti, un bioreattore che consuma tantissima energia e ormoni per coltivare le cellule e farle crescere artificialmente. Sostituire gli allevamenti tradizionali con una produzione artificiale è prima di tutto un danno per la nostra economia, poi nessuno garantisce la sicurezza alimentare di questi prodotti con una certificazione scientifica indipendente, e inoltre significa perdere il patrimonio genetico che la zootecnia ha prodotto nel tempo. Si stanno criminalizzando gli allevatori per sostituirli”.
Il provvedimento vieta anche di apporre sull’etichetta un nome meat sounding, un’iniziativa di cui lei è protagonista e che ha definito da subito uno degli aspetti fondamentali spiegando “vogliamo che sia chiaro cosa è fatto con la carne e cosa invece è di origine vegetale”…
“La legge vieta di usare nomi di prodotti tradizionali che sono legati alla tradizione e alla certificazione di qualità di prodotti agricoli che vengono sostituiti con prodotti ultraprocessati e fatti in un capannone in qualunque parte del mondo. Ognuno è libero di comprare ciò che vuole, ma perché chiamare ‘prosciutto’ un prodotto fatto con della soia importata? Ritengo che tutelare i nostri produttori sia un dovere”.
Cosa risponde a chi ritiene il provvedimento un’opposizione errata alla scienza, che la produzione di cibo sintetico sarebbe utile all’ambiente, e che vietarlo potrebbe significare perdere opportunità economiche perché prima o poi entrerà anche nel mercato alimentare dell’UE?
“La scienza non si è pronunciata e in questo caso la carne coltivata deve superare le stesse analisi che si applicano ad un farmaco. Pertanto finché non è certo che non nuoce alla salute meglio evitare anche di parlarne”.
L’Italia combatte su questo tema una “battaglia” in Europa, come procedere adesso?
“L’Europa a volte scambia la sostenibilità per sostituibilità. Per noi non si possono sostituire i produttori agricoli che da millenni hanno realizzato l’eccellenza del patrimonio agroindustriale con processi industriali alternativi che dissociano il prodotto dal luogo di produzione e dai processi millenari tradizionali”.
