skip to Main Content

Lollobrigida: su carne coltivata e agricoltura protagonisti in UE

Tempo lettura: 3 minuti

(Agen Food) – Roma, 17 nov. – di Olga Iembo – “Sul divieto relativo alla carne coltivata speriamo che l’Europa faccia quello che noi vorremmo, cioè seguire l’esempio dell’Italia nella difesa del cibo di qualità e delle produzioni che mantengono il territorio attraverso l’agricoltura, attraverso l’allevamento. Vorremmo che l’Europa facesse la scelta più corretta e tornasse ad essere d’esempio riportando le produzioni al centro, e cominciasse ad aiutare i paesi in via di sviluppo per dare tecnologie, per dare formazione, per aiutare a produrre cibo di qualità”. Così il ministro dell’Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, Francesco Lollobrigida, a margine di una conferenza stampa oggi a Roma.

“Un governo che ritiene la propria nazione non secondaria nelle dialettiche – ha spiegato il ministro – prova a convincere gli altri, non aspettando passivamente che qualcuno gli dica che cosa fare. Noi abbiamo fatto una scelta condivisa da milioni di cittadini italiani, dalle istituzioni, comuni, regioni, e il Parlamento ad ampia maggioranza, e con ciò intendo la maggioranza più tanti dell’opposizione che hanno votato questa legge, mentre il partito di opposizione più importante si è astenuto. Si tratta quindi di una legge che ha una solida base di carattere rappresentativo, e credo che l’Italia possa essere guida in Europa di un processo che mette al centro l’agricoltura e le produzioni di qualità per garantire buon cibo a tutti. Non viviamo di complesso di inferiorità come qualcuno ha fatto per anni, relegando l’Italia nella situazione di attendere passive indicazioni che arrivano dall’alto. Noi siamo fondatori dell’Europa, e insieme alla Germania e alla Francia abbiamo un ruolo fra i più importanti, quindi possiamo dare indicazioni, suggerimenti, e convincere”.

“Tant’è vero che proprio lunedì in Agrifish – ha annunciato il ministro -, che è la conferenza dei ministri dell’Agricoltura, l’Italia sarà protagonista, perché porteremo un documento nel quale si apre una riflessione su quello che è il ruolo dell’agricoltura in questo tempo. Abbiamo avuto la pandemia che ci ha insegnato come si possa perdere la libertà, abbiamo avuto una guerra alle porte dell’Europa che ci sta insegnando che affidarsi a filiere lunghe, in termini chilometrici e di valori, cioè mettersi nelle mani di un uomo solo che può decidere di tagliare all’improvviso le risorse è pericoloso. Ecco, la cosa vale anche per il cibo, per l’alimentazione. Se smettiamo di produrre e ci affidiamo a nazioni per l’approvvigionamento solo in base al costo di quel momento, rischiamo un giorno di pagare questa scelta, non solo economicamente ma anche con la nostra libertà. In Europa c’è spazio per ragionare su questo, noi presenteremo questo documento come primi firmatari, ma che è stato sottoscritto anche da Francia, Austria e tante altre nazioni, per porre le basi per una ricerca migliore attraverso le tecnologie evolutive avanzate, e parla delle vicende legate all’uomo ‘bioregolatore’, cioè l’uomo che ha il ruolo importante sia nell’aiutare le specie animali che rischiano l’estinzione, ma anche la capacità di depopolare, quando alcune specie animali diventano incidenti sull’ecosistema in maniera eccessiva; l’uomo che è al centro della manutenzione del territorio, che con il suo lavoro disegna l’ambiente, e che contrasta il dissesto idrogeologico e gli eccessi degli effetti che seguono i cambiamenti climatici”.

“Noi – ha ribadito Lollobrigida – riteniamo che l’Italia abbia assunto in Europa un ruolo nuovo, di centralità, di piena condivisione dei principi dell’Unione europea. Noi siamo tra le sei nazioni fondatrici, e fi da quando si è formata la Ceca non è successo per decidere quel che dobbiamo fare noi delle nostre scelte alimentari, si è formata per mettere insieme le nazioni che facevano la guerra sul carbone e sull’acciaio, e cioè per regolare gli interessi. Ecco, noi dobbiamo tornare a un’Europa che deve essere forte, guardare alle cose essenziali e costruire una proposta di gestione che la renda sempre più forte e autorevole e in grado di aiutare gli altri”.

“Bisogna far crescere politiche anche sull’alimentazione che diano nuove prospettive – ha concluso il ministro -, l’Africa ha il 65% di territori arabili, milioni di ettari che possono produrre buon cibo, non c’è bisogno di laboratori per risolvere il problema della sicurezza alimentare abbattendo la qualità dei prodotti. C’è bisogno invece che le tecnologie e gli investimenti vadano a compensare quelle nazioni che sono state per troppo tempo sfruttate, specie i paesi del terzo mondo, e che adesso vanno aiutate a svilupparsi”.

Redazione Agenfood

Agen Food è la nuova agenzia di stampa, formata da professionisti nel campo dell’informazione e della comunicazione, incentrata esclusivamente su temi relativi al food, all’industria agroalimentare e al suo indotto, all’enogastronomia e al connesso mondo del turismo.

Agenfood
Back To Top