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Prosciutto di Parma: Alessandro Utini confermato alla presidenza
(Agen Food) – Parma, 6 giu – Il Consiglio di Amministrazione del Consorzio del Prosciutto di Parma, riunitosi martedì nella sede di Largo Calamandrei, ha confermato per acclamazione Alessandro Utini alla presidenza dell’organismo di tutela per il prossimo triennio.
Ad Alessandro Utini viene affidato il secondo mandato consecutivo, dopo aver guidato il Consorzio negli ultimi tre anni e con una lunga esperienza istituzionale all’interno dell’ente, di cui già fu Presidente dal 2004 al 2005, oltre ad aver ricoperto il ruolo di Vice-Presidente ed essere stato per oltre 20 anni consigliere di amministrazione.
L’imprenditore di Noceto (PR), classe 1963, è a capo del Gruppo Furlotti, che comprende le società Furlotti Prosciutti S.r.l eSalumificio Furlotti & C. S.r.l, le aziende di famiglia dedicate alla produzione del Prosciutto di Parma e di altri salumi.
È inoltre socio e amministratore del Prosciuttificio Tre Stelle S.r.l e di Fratelli Tanzi S.p.A., azienda specializzata nella preparazione e affettamento di prodotti della salumeria. Innamorato del suo territorio e appassionato di enogastronomia, con la famiglia ha dato vita a una nuova realtà vitivinicola nelle prime colline parmensi.
Di recente ha inoltre inaugurato a Noceto Palazzo Utini, l’hotel 5 stelle che vede la supervisione dello chef Enrico Bartolini per tutta la linea di ristorazione.
Alessandro Utini, dopo aver raccolto l’eredità del padre, che fu tra i pionieri nella produzione di Prosciutto di Parma, ha investito costantemente nell’evoluzione tecnologica delle proprie aziende, trasformandole in realtà imprenditoriali estremamente all’avanguardia, che si sono imposte sul mercato grazie a un’offerta diversificata e sempre coerente con le esigenze dei consumatori.
Come Presidente del Consorzio del Prosciutto di Parma è a capo di un comparto che vale 850 milioni di euro alla produzione e 1,7 miliardi al consumo e impiega circa 3.000 addetti alla lavorazione del prodotto nella provincia di Parma. 130 sono le aziende associate e 7 milioni e mezzo i Prosciutti di Parma marchiati nel 2023. L’imponente filiera produttiva in cui il comparto è inserito comprende 3.600 allevamenti suinicoli e 78 macelli mentre 50.000 sono le persone impiegate nell’intero circuito tutelato.
Lo affiancheranno in questo mandato la Vice-Presidente vicaria Gaia Baiocchi e la Vice-Presidente Giorgia Capanna.
L’Assemblea ordinaria dei consorziati, tenutasi lo scorso 20 aprile, ha eletto anche gli altri componenti del nuovo Consiglio di Amministrazione – Lorenzo Boschi, Tito Brindani, Andrea Casa, Pier Arnaldo Fontana, Laura Gallina, Francesco Galloni, Gabriele Giacometti, Alessandro Leoncini, Marco Martelli, Francesco Piazza, Gian Marco Rossi, Paolo Sassi, Giorgio Tanara, Paolo Tanara, Mattia Zambroni, nonché Morris Tomasoni in rappresentanza degli allevatori, Giuseppe Varazzani in rappresentanza dei macellatori e Giuseppe Beretta per i confezionatori – e ha provveduto a nominare il dott. Enrico Calestani presidente del Collegio sindacale e i dottori Matteo Chiari e Paolo Ugolotti membri effettivi dello stesso Collegio.
È di estremo rilievo la problematica relativa alla Peste Suina Africana: «Per il Prosciutto di Parma la diffusione del virus ha avuto conseguenze sulle esportazioni, con alcuni mercati, come Cina e Giappone, che hanno chiuso le porte al nostro prodotto. Va tuttavia sottolineato che le garanzie sanitarie derivanti dalla lunga stagionatura del Parma ne permettono la libera circolazione verso i maggiori Paesi Terzi – USA in primis – oltre, ovviamente, ai mercati dell’Unione Europea. È fondamentale che la PSA, che oggi interessa solo i cinghiali, venga eradicata in maniera definitiva e si scongiuri la possibilità che penetri all’interno degli allevamenti dei suini. Confidiamo nell’efficacia delle misure adottate dalle Autorità competenti – Governo e Regioni – con la convinzione che riusciranno a gestire questa grave emergenza» commenta Alessandro Utini.
Doveroso un riferimento all’attuale quadro politico e macroeconomico: le tensioni internazionali e i conflitti che ne sono derivati negli ultimi anni hanno avuto ricadute economiche significative.
«Il quadro in cui ci siamo trovati a operare negli anni recenti è estremamente sfidante: la scarsa disponibilità di cosce fresche e la conseguente impennata del loro prezzo hanno drasticamente intaccato la marginalità delle nostre aziende, con inevitabili conseguenze sulla loro spinta produttiva. Una situazione di contrazione che si avverte anche sul piano dei consumi: la riduzione del potere d’acquisto dei clienti, frutto di dinamiche inflattive particolarmente rigide, penalizza prodotti certificati come il nostro, che hanno un posizionamento di prezzo più elevato», commenta il Presidente Utini.
Anche in questo secondo mandato, come fu per il primo, uno dei temi chiave sarà senza dubbio la sostenibilità. «Abbiamo preso un impegno: confermare e rafforzare la nostra responsabilità verso il pianeta, le comunità che lo abitano e le generazioni future. Per fare questo ci affidiamo, innanzitutto, alla ricerca scientifica. Abbiamo condotto un progetto con il Politecnico di Milano, attualmente in fase conclusiva, che ha previsto il calcolo dell’impronta ambientale del nostro comparto, l’attivazione su base volontaria dello schema Made Green in Italy da parte delle nostre aziende e, infine, la creazione di un software per ottimizzare le loro performance ambientali in chiave di transizione ecologica.».
Ma è anche sul piano della sostenibilità sociale che si esprime l’impegno del Consorzio: l’Accademia del Prosciutto di Parma, in fase di sviluppo a Langhirano, sarà strutturata come un prosciuttificio in miniatura, un luogo in cui fare incontrare il mondo della scuola, della formazione professionale e dell’impresa, per istruire i futuri professionisti del comparto.
Conclude Utini. «Con i colleghi del CdA procederemo nelle prossime settimane a mettere a punto il progetto strategico che caratterizzerà l’attività del neoeletto Consiglio. Il periodo storico che stiamo vivendo è senza dubbio complesso, come difficili sono le sfide che il nostro comparto deve affrontare quotidianamente. Oggi più che mai è necessario fronteggiarle con quel senso di unità e di condivisione degli obiettivi che da oltre sessant’anni alimenta l’impegno dei nostri membri e che siamo fiduciosi di poter trovare anche nelle generazioni che verranno dopo di noi».
