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Il Gusto della Cooperazione, il cibo che piace davvero alla gente in 109 storie di autenticità
(Agen Food) – Roma, 27 nov. – di Olga Iembo – Il cibo che piace davvero alle persone, l’accoglienza bella e sentita, una finestra su una ristorazione che è un’esperienza globale e autentica, che racconta storie emozionanti e che rappresenta una risposta alla ristorazione più blasonata ma spersonalizzata e poco vicina a produttori e consumatori. C’è questo nella “Guida ai ristoranti cooperativi d’Italia” che è stata presentata oggi a Roma nell’incantevole cornice de la “Trattoria de Gli Amici” a Trastevere.
“Il Gusto della Cooperazione”, la prima guida ai ristoranti gestiti da cooperative promossa da Confcooperative FondoSviluppo e realizzata dall’editore Pecora Nera, “rappresenta l’anti Michelin” ha riassunto con estrema efficacia Gioacchino Bonsignore presentando la guida e gli ospiti intervenuti all’incontro conviviale con la stampa. Una frase ad effetto, con cui il rinomato giornalista ha espresso il principio che sta alla base della realizzazione stessa della guida: illustrare racconti di vita e di riscatto attraverso una ristorazione davvero semplice, genuina, dove continuano a vivere le intramontabili e venerate tradizioni, dove “la cucina della nonna” – sia pur adattata ai tempi – regna sovrana, esaltazione massima delle straordinarie tipicità delle regioni italiane e del “giardino” di biodiversità che esse racchiudono; insomma, tutto ciò che differenzia la cucina italiana da quella del resto del mondo, rendendola unica e inarrivabile.
“L’idea è nata quando ci siamo resi conto di quale miniera di storie straordinarie rappresentassero i ristoranti cooperativi – ha raccontato Fabiola Di Loreto, direttore generale di Confcooperative -. Sono realtà che non sono nate come progetti di ristorazione, ma che sono arrivate ad essere proposte di alta qualità. L’Italia ne è piena, e in questa prima guida ne abbiamo censito 109, ma altre ne verranno. Ristoranti di cooperative agricole, o della pesca, o di produzione e lavoro, o cooperative sociali che fanno assistenza e cura. Sono 109 ristoranti cooperativi che raccontano storie di piatti e di cucina, di persone e di luoghi, di tradizioni e di comunità, ma anche di reinserimento lavorativo, di riscatto che diventa speranza, lavoro che diventa sviluppo personale ed economico. Sono davvero luoghi dell’anima, luoghi di umanità, dove non si deve entrare per fare ‘opere di bene’, tutt’altro. Ci si entra per uscirne arricchiti, ci si entra usando tutti i propri sensi, specialmente l’udito per ascoltare e godere di storie straordinarie di integrazione e partecipazione. I ristoranti cooperativi – ha aggiunto Di Loreto – custodiscono valori, persone, luoghi, tradizioni, comunità, esperienze di vita che rendono questo nostro Paese capace di generare quel cambiamento necessario verso uno sviluppo sostenibile e accessibile a tutti. E infatti non sono solo nel centro delle città, ma anche nelle periferie e nei borghi più piccoli, per i quali rappresentano un fondamentale strumento di valorizzazione e contro lo spopolamento”.
Una guida che premia la qualità culinaria e l’accoglienza più piacevole, dunque, ma anche la capacità di fare rete, di valorizzare il territorio con tutti coloro che lo abitano, nessuno escluso.
“In questa bellissima prima edizione della guida, che è un progetto pilota – ha sottolineato Fernanda D’Arienzo, editore la Pecora Nera – c’è qualcosa di unico e speciale, perché vi si scopre un senso di socialità che sta dietro a queste cooperative. Attraverso il cibo si parla anche di altro, si scoprono piccoli avamposti che proteggono il territorio, esaltandone le tipicità e i punti di forza. E nella guida si scopre tutto questo, si legge come un libro, e sono certa che sarà molto bene accolta anche nel mondo della critica culinaria perché descrive ciò che piace davvero alle persone”.
“IL GUSTO DELLA COOPERAZIONE”
La guida – che è alla sua prima edizione ma di cui le prossime sono già in programma – è organizzata per regioni, partendo dal Nord per arrivare al Sud e alle grandi Isole. Ogni regione è rappresentata almeno da un ristorante cooperativo, raccontato in ampie schede in cui emergono le sue peculiarità, la storia che c’è dietro, l’offerta gastronomica, oltre a tutte le informazioni utili al lettore. Un viaggio lungo la Penisola che punta anche e a dare il meritato sostegno a questi imprenditori eroici. L’idea di una guida dedicata ai ristoranti a gestione cooperativa è nata dall’incontro negli anni con le tante realtà che, in ciascuna regione d’Italia, hanno dato vita a luoghi dove il mangiare si lega con il territorio, con le comunità locali, con le produzioni tipiche e con progetti di inserimento lavorativo e di emancipazione sociale, primo vero obiettivo di queste cooperative.
LA TRATTORIA DE GLI AMICI
A Roma “Il Gusto della cooperazione” non poteva che essere presentata in quella “Trattoria de Gli Amici, a Trastevere” che rappresenta appunto uno dei magnifici esempi di ristorante cooperativo – il locale sarà ricompreso nella prossima edizione della Guida -.
Gestita da una cooperativa sociale promossa dalla Comunità di Sant’Egidio, la Trattoria è nata nel 1998 proprio dall’esigenza di dare lavoro alle persone con disabilità, e oggi ne impiega 15 affiancate da uno staff di professionisti e amici. Un progetto pionieristico la cui riuscita ha rappresentato un esempio in Italia e che è servito per aprire la strada a tante altre esperienze simili. Fra le iniziative portate avanti da questo locale, infatti, c’è anche quella dei corsi di formazione per disabili nel campo alberghiero e della ristorazione, affidati ad esperti e tecnici qualificati, e convegni sul tema dell’inserimento lavorativo. La Trattoria è ormai una realtà affermata di grande pregio e qualità, e offre un menù che reinterpreta con note originali la tradizione romana che qui vive, comunque, in tutta la sua pienezza.
“La nostra esperienza è bellissima e ha funzionato così bene che tanti ci chiedono come replicarla – ha spiegato ieri Paola Scarcella, presidente della Cooperativa Pulcinella Lavoro, nata nel 1991 su ispirazione della Comunità di Sant’Egidio, che gestisce la Trattoria de Gli Amici -. Qui i nostri bravissimi collaboratori disabili lavorano tanto e bene, ma soprattutto c’è un’allegria e un clima di amicizia e umanità che accresce enormemente il piacere di una proposta a tavola ricca e appagante. Un’atmosfera unica, che si legge anche sui muri del locale adorni dei quadri realizzati dai nostri amici disabili che frequentano anche laboratori artistici”. E’ la dimostrazione che si può fare, senza lasciare indietro nessuno e garantendo una riuscita ottima anche per i palati più esigenti. Frequentare i ristoranti cooperativi fa bene davvero a tutti.