(Agen Food) - Bologna, 20 mag. - Nel cuore di Bologna ci sono bellissimi giardini…

Il buono e il bello a “Taste’Accio”: dove cibo e arte si incontrano
(Agen Food) – Roma, 03 ott. – di Giordana Oddi – Immaginate di tornare indietro nel tempo, catapultati nei pressi del Monte dei Cocci, nella zona di Testaccio, in una Roma del XVI e XVII secolo. Qui si ergeva una vera e propria discarica di milioni di frammenti di anfore, in gran parte utilizzate per il trasporto delle merci sbarcate dal vicino Tevere. Questa collina, apparentemente informe e abbandonata, ha trovato nuova vita, diventando nel tempo il luogo ideale per la conservazione di vino, formaggi e salumi, grazie alle sue cantine scavate tra i cocci, dove la temperatura fresca e costante favoriva l’invecchiamento e la conservazione dei prodotti.

Quasi quattrocento anni dopo, il Monte Testaccio è tornato a essere protagonista grazie al progetto “Taste’Accio” di Vincenzo Mancino. La serata di ieri ha segnato l’inizio di una nuova era per questo luogo, in cui l’amore per il cibo e la sua lavorazione si intrecciano con l’arte e la bellezza. Vincenzo racconta: “L’idea nasce dalla volontà di unire due concetti fondamentali: il buono e il bello. Sembra un gioco di parole, ma è un pensiero profondo. Credo che ciò che è buono debba anche essere bello, e viceversa. La bellezza esprime le competenze e la creatività dell’essere umano. Essa nasce dall’immaginazione, dalla capacità di trasformare le idee in creazioni. Per questo tutto ciò che facciamo diventa una forma d’arte. Ci troviamo in un luogo plasmato dall’uomo, e mi sembrava giusto elevare i nostri prodotti, già di altissima qualità, integrandoli con il lavoro sulle piante e sull’ambiente circostante.”
Il progetto “Taste’ Accio” mira a fondere la bellezza delle opere artigianali dei piccoli produttori laziali con l’arte visiva, esaltando l’intreccio tra passato e presente. Il cibo, frutto di passione, dedizione, antiche tecniche e valori, diventa bellezza: qualcosa che ci accompagna e non può essere trascurata. La bellezza, infatti, ci porta a riflettere, ci avvicina a pensieri più profondi, e ci ricorda che dietro ogni creazione ci sono competenze. Il processo creativo parte sempre da un pensiero, che si concretizza nelle mani di chi lo realizza. Senza idee, non ci sarebbero né creazioni né bellezza.

Oggi, il Monte Testaccio si apre al pubblico come uno spazio magico e polifunzionale. Qui verranno conservati e affinati formaggi di altissima qualità, salumi e una selezionata cantina di vini del Lazio, con qualche tocco di Abruzzo e Marche. Questo è reso possibile proprio dalla particolare conformazione della discarica di cocci, che genera una corrente d’aria fredda e costante, mantenendo la temperatura intorno ai dodici gradi in ogni stagione.
“Sarà un luogo dove i visitatori potranno acquistare i nostri prodotti, consumarli sul posto e vivere un’esperienza immersiva – spiega Vincenzo Mancino – Abbiamo creato dei ‘tavoli sociali’, lunghi tronchi di cedro di duecento anni, che speriamo favoriscano l’incontro tra le persone. Vogliamo che qui si conoscano, si scambino esperienze, lontani dai telefoni e dalla connessione a Internet, e soprattutto mangino insieme. Questo spazio non è solo legato al cibo, ma all’esperienza che ne deriva, per valorizzare ulteriormente la qualità di ciò che offriamo. Inoltre, essendo un appassionato d’arte, abbiamo creato uno spazio espositivo al piano superiore dove artisti di vario genere potranno alternarsi, incontrarsi ed esprimersi.”

Dall’artigiano che scolpisce la pietra all’ingegnere che progetta una cattedrale, le grandi opere nascono da pensiero, competenza e immaginazione. Vincenzo ha vissuto questa connessione con l’artista Riccardo Monachesi, ceramista e protagonista dell’esposizione inaugurata ieri. “Ho incontrato Riccardo a Trisulti, in Ciociaria, un luogo unico che consiglio a tutti di visitare. Le sue opere sono straordinarie, e lì ho compreso l’importanza dell’immaginazione nell’incontro tra le persone. Dopo essere uscito dal monastero, gli ho subito scritto un’e-mail, e lui mi ha risposto il giorno dopo. Da lì è nata una collaborazione, e in soli quindici giorni la nostra mostra era già pronta. Voglio ringraziarlo perché ha creduto nel progetto fin dall’inizio, anche se non era ancora inserito in una galleria d’arte tradizionale. Riccardo ha percepito subito l’atmosfera di protezione e cura che questo spazio trasmette”.

Riccardo Monachesi, visibilmente soddisfatto, ha aggiunto: “Sono una persona molto curiosa, e non potevo rifiutare la sfida, anche se inizialmente non avevo ben chiaro cosa avrei fatto in questo spazio. Ma la curiosità mi ha spinto a esplorare, a studiare, e infine a creare qualcosa di unico. Il processo è stato lungo, soprattutto per le ceramiche, che richiedono mesi tra progettazione e realizzazione, ma alla fine siamo riusciti a trovare un equilibrio. È stata una sfida che valeva la pena affrontare”.

Il progetto “Taste’Accio” ci insegna che il cibo non è solo nutrimento, ma anche cultura, arte e memoria. Come ogni grande opera d’arte, la sua creazione richiede passione, competenza e rispetto per la materia prima. Trasformare ingredienti in esperienze significa onorare la maestria e la tradizione, celebrando la bellezza che si cela dietro ogni sapore. Arte e cibo, così come il pensiero e le mani che li creano, nascono dall’immaginazione e dall’ingegno umano. In questa connessione tra bellezza e bontà, riscopriamo il valore delle piccole cose e delle competenze che le rendono straordinarie. In un luogo come il Monte dei Cocci, simbolo di trasformazione e rinascita, l’unione tra cibo e arte diventa un inno alla creatività umana, capace di elevare ogni gesto e ogni sapore in una forma di bellezza autentica e pura.
