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Parmigiano Reggiano da record: aperta la forma più antica, stagionata per oltre 27 anni
(Agen Food) – Parma, 2 giu. – Ha sfiorato i 10.000 giorni di stagionatura la forma di Parmigiano Reggiano più antica mai tagliata e ancora perfettamente edibile: un evento straordinario che ha visto protagonista una forma prodotta nel febbraio del 1998 da Romano Camorani, casaro della Nazionale del Parmigiano Reggiano, insieme alla moglie Silvia, presso la Latteria Santa Lucia di Poviglio, all’epoca guidata da Angelo Monica.
Il formaggio, stagionato per 27 anni e 3 mesi, è stato “aperto” nei giorni scorsi presso l’Acetaia Razzoli a Villa Minozzo, in un contesto ricco di emozione, storia e orgoglio per l’eccellenza gastronomica italiana.
L’evento, celebrativo e carico di significato, ha visto la partecipazione di amici e familiari di Camorani, oltre a importanti figure istituzionali e rappresentanti del territorio, tra cui Nicola Bertinelli, presidente del Consorzio Parmigiano Reggiano, i sindaci Elio Ivo Sassi (Villa Minozzo), Giuseppe Ruggi (Carpineti) e Stefano Costi (Casina), insieme ai presidenti delle latterie dell’Appennino reggiano e modenese. A coordinare il momento clou è stato Gabriele Arlotti, capitano della Nazionale del Parmigiano Reggiano, alla presenza anche del campione olimpico Giuliano Razzoli.
“Questa è la forma di Parmigiano Reggiano più vecchia mai aperta”, ha dichiarato con orgoglio Nicola Bertinelli, sottolineando come questo prodotto dimostri una longevità eccezionale grazie alla sua purezza – fatto solo con latte, caglio e territorio – senza l’uso di conservanti. “Un gioiello della natura”, lo ha definito.
Gabriele Arlotti ha ringraziato Romano Camorani, che con questa impresa conferma l’eccezionalità del Parmigiano Reggiano, un prodotto che può vantare oggi 700 riconoscimenti internazionali. “Anche con questa lunghissima stagionatura – ha detto – il Parmigiano Reggiano mostra la sua unicità e consolida la sua fama di formaggio più conosciuto al mondo”.
Emozionatissimo, Camorani ha dedicato l’evento alla famiglia e al nipote Filippo, lanciando anche un appello ai casari di oggi affinché mantengano viva la tradizione e i valori di un prodotto che rappresenta con orgoglio.
Elio Ivo Sassi, sindaco di Villa Minozzo, ha ricordato con una battuta come molti suoi colleghi non credessero possibile una stagionatura simile, che invece dimostra ciò che si può ottenere grazie al legame fra competenza artigiana e ambiente italiano. Giuliano Razzoli, oggi anche presidente del Consorzio dell’Aceto Balsamico Tradizionale di Reggio Emilia, ha sottolineato il parallelismo tra le eccellenze del territorio: “Come l’aceto balsamico tradizionale può maturare per 30 anni, anche il Parmigiano Reggiano dimostra qualità straordinarie nel tempo”.
La forma, il cui valore è stimato oltre i 20.000 euro, si è rivelata al palato sorprendentemente equilibrata, risultando perfetta in abbinamento con l’Aceto Balsamico Tradizionale Oro.
Ma l’impresa non finisce qui: l’obiettivo della Nazionale del Parmigiano Reggiano è ora superare il record detenuto da un Cheddar americano stagionato 28 anni, aperto dodici anni fa in Wisconsin. Per farlo, è già stata messa da parte una forma con 30 anni di stagionatura. Il luogo in cui viene conservata è mantenuto segreto: un vero scrigno per quello che potrebbe diventare il nuovo simbolo della longevità gastronomica italiana.
