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Ridurre la Co2? Si può con le proteine vegetali
(Agen Food) – Milano, 31 lug. – Negli ultimi 5 anni, il consumo di carne a base vegetale è cresciuto in diversi mercati globali, nel retail statunitense è arrivato ad esempio intorno all’1% delle vendite totali di carne.
Ma si potrebbe fare di più, poiché aumentare la quota delle proteine vegetali gioverebbe senz’altro al nostro pianeta: se metà del mercato globale delle proteine, inclusi i latticini, fosse a base vegetale o alternativa, potremmo ridurre di quasi un terzo le emissioni di gas serra derivanti dall’agricoltura e dall’uso del suolo entro il 2050.
Questi sono alcuni risultati del nuovo studio di Boston Consulting Group (BCG), in collaborazione con The Good Food Institute (GFI) e Synthesis Capital intitolato “What the Alternative Protein Industry Can Learn from EV Companies“. L’analisi accosta il mercato delle proteine alternative con quello dei veicoli elettrici (EV) per evidenziare diverse opportunità e strategie che il settore potrebbe adottare per crescere e diventare più competitivo.
“Potrà suonare bizzarro, ma chi ha a cuore le proteine vegetali potrebbe prendere spunto da quanto hanno già fatto gli addetti ai lavori nel campo dei veicoli elettrici.” Spiega Antonio Faraldi, Managing Director e Partner di BCG. “Una value proposition buona e, per tanti aspetti virtuosa, da sola non basta a far diventare un prodotto mainstream. Saper attrarre e, possibilmente massimizzare, investimenti pubblici e privati è altrettanto importante se non di più. Il rischio è altrimenti di non riuscire a innovare abbastanza da rendere i prodotti competitivi anche dal punto di vista del prezzo e, in questo caso, del gusto.”
Dagli allevamenti animali in tutto il mondo dipendono dal 15% al 20% delle emissioni di gas serra, dal trasporto di passeggeri su strada il 10%. Entrambi i settori hanno quindi un impatto rilevante sul pianeta con un ampio margine per ridurlo. Alcune soluzioni ci sono già: da un lato le alternative vegetali, dall’altro le auto elettriche. Tuttavia, mentre l’industria dei veicoli elettrici è cresciuta dallo 0,2% di vendite di auto totali nel 2012 al 18% nel 2023, la quota di mercato delle proteine vegetali rimane relativamente piccola.
Questo dipende da diversi fattori, tra cui il volume di finanziamenti governativi e investimenti privati, senza cui l’industria EV non avrebbe raggiunto il successo attuale. Mentre le auto elettriche si sono guadagnate circa 40 miliardi di dollari in sovvenzioni dirette per l’acquisto di veicoli elettrici nel 2022, infatti, le proteine alternative stanno ancora cercando di farsi strada con un budget molto più modesto, avendo ricevuto solo 635 milioni di dollari in sostegni governativi nel 2022. Le aziende di proteine alternative hanno raccolto un ottavo del capitale privato dell’industria dei veicoli elettrici dal 2017 al 2023. Ciò dimostra che, con il giusto supporto, anche i mercati emergenti possono raggiungere un’adozione di gran lunga maggiore.
Il mercato delle proteine vegetali in Italia
Tra il 2019 e il 2021, la carne e i latticini a base vegetale hanno registrato una crescita a due cifre in diversi mercati tra cui molti di quelli Europei e gli Stati Uniti, registrando in Italia un aumento del 10-20% a seconda dei comparti. Dietro alla crescita c’è una domanda latente, che ha iniziato a trovare un’offerta all’altezza. Prodotti a base vegetale di qualità e sapore migliori, a punti prezzo progressivamente più accessibili, disponibili in più punti vendita e con un po’più di spazio sugli scaffali.
Nel 2022-23 c’è stata una crescita ulteriore, anche se a ritmi più contenuti: un 5-10% in Italia. A incidere sono stati fattori esogeni come l’inflazione, che hanno messo sotto pressione la capacità di spesa di molte famiglie, oltre che impattare su prodotti a base vegetale.
Guardando ai comparti, il principale è quello dei latticini a base vegetale, che rappresentano circa i due terzi del mercato globale delle proteine vegetali. Le prospettive di lungo periodo restano sostanzialmente invariate, quindi positive, a patto che prosegua il trend di innovazione sia sulla direttrice del gusto – prodotti effettivamente appaganti come o più dei “tradizionali” – sia su quella dei costi – perché diventino effettivamente prodotti di largo consumo e non per élite di alto-spendenti. Il tutto mantenendo la promessa di superiore sostenibilità: filiere con un’impronta di CO2 decisamente più ridotta.
Quali lezioni l’industria delle proteine vegetali può imparare quindi dal settore dei veicoli elettrici?
- Innovare: i produttori di cibi a base di proteine vegetali devono investire su innovazione e R&D per creare prodotti capaci di competere con le proteine animali in termini di gusto, consistenza, prezzo e convenienza. Allo stesso modo, i produttori di EV hanno reso i veicoli competitivi con le auto a benzina in termini di prezzo, autonomia e selezione dei modelli.
- Cercare il supporto del settore pubblico, per far sì che venga in aiuto al comparto in diversi modi: con la definizione di obiettivi ambiziosi per la riduzione delle emissioni nel sistema alimentare, con la creazione di norme per aiutare le aziende a portare sul mercato valide alternative alle proteine animali oppure con il finanziamento di ricerche per aiutare i produttori di proteine alternative per portare i prodotti su scala.
- Incrementare gli investimenti pubblici e privati,per costruire catene di approvvigionamento resilienti e assicurarsi finanziamenti (pubblici e privati) così da condurre ricerche inevitabilmente ad alto rischio soprattutto nelle fasi iniziali.