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L’appetito vien viaggiando: viaggi enogastronomici per i turisti più esigenti
(Agen Food) – Roma, 08 nov. – L’immersione enogastronomica è sempre più centrale fra le esperienze che un viaggiatore ricerca. Secondo i dati del rapporto dell’Associazione Italiana Turismo Enogastronomico, nel 2023 il 58% delle esperienze turistiche degli italiani era a tema enogastronomico, ovvero il viaggio stesso era motivato e svolto con la finalità di sperimentare nuovi cibi e culture alimentari rispetto a quella di origine. Il cibo, il vino, la tipicità di alcune coltivazioni e produzioni sono una delle molle che muove il viaggiatore e che gli permette di conoscere più approfonditamente la comunità e la cultura che attraversa in viaggio.
Per i turisti enogastronomici strettamente detti (ovvero coloro che nei 3 anni precedenti al rapporto hanno progettato viaggi con la finalità principale di fare esperienze in ambito food) rimane saldamente in testa la visita a uno specifico ristorante rinomato per la propria offerta (97%), segue la visita a un luogo di produzione (85%), la partecipazione a eventi legati al cibo (70%), esperienze gastronomiche attive (68%), tour enogastronomici (63%).
Cresce di pari passo l’offerta, con un sempre maggiore ricorso a esperienze immersive nei luoghi di produzione tra i turisti italiani: negli ultimi tre anni, il 74% ha visitato aziende produttrici durante i propri viaggi. Le cantine guidano le preferenze, con il 34% delle visite, seguite da caseifici e aziende agricole (28%). Si osserva un’evoluzione verso un’attenzione sempre più diffusa per queste esperienze, con il formaggio che sfiora il livello di popolarità del vino.
La diversificazione dell’offerta enoturistica varia in base all’età dei visitatori. I giovani (18-24 anni) mostrano una preferenza per eventi e festival dedicati al vino, con una partecipazione del 35%, seguiti dalla fascia 25-34 anni con il 38%. I Millennials e i Boomers (35-44 anni) tendono invece a scegliere itinerari tematici, con il 16% di preferenze, mentre i senior (over 45) sono maggiormente attratti dalle visite in cantina, che registrano il 41% delle preferenze.
Il turismo responsabile passa anche dalla tavola
Il turismo enogastronomico è frequentemente citato nella letteratura scientifica e nei documenti strategici di enti internazionali, come l’Organizzazione Mondiale del Turismo, tra le leve chiave per incentivare uno sviluppo sostenibile. Questo settore, infatti, offre opportunità di valorizzazione del territorio, promuovendo il patrimonio culturale e incentivando pratiche rispettose dell’ambiente e delle comunità locali.
Evaneos, nata con l’obiettivo di trasformare il turismo in una leva di cambiamento positivo, ha recentemente aggiornato la propria offerta creando con i propri partner locali numerose proposte a tema enogastronomico. Non solo degustazioni o insight dagli agenti locali, ma vere e proprie esperienze per comprendere al meglio tutto il mondo che sta dietro al cibo e alla tradizione culinaria locale.
In Armenia, tra lavash, vino locale e spezie antiche
Si comincia con l’immersione in una delle culture enogastronomiche più antiche e ricche, quella armena.
Durante il viaggio la cucina tipica è protagonista e prevede visite a ristoratori locali, il tasting di prodotti antichissimi come il lavash (il tradizionale armeno, una sottile piada morbida a base di farina, acqua e sale che nel 2014 è stato inserito nella lista dei patrimoni culturali immateriali dell’umanità dall’UNESCO) o come il vino armeno, visite a mercati rionali che sono la summa della cultura locale, soggiorni presso le famiglie del luogo per assaggiare anche la cucina più tipica e casalinga.
E a fine pasto? Dolci tipici e una tazza fumante di tè preparata con il classico samovar.
In Thailandia il sorriso nasce a tavola
Patria indiscussa dello street food, del curry verde e rosso, della frutta esotica, dei mercati galleggianti, la Thailandia è una meta imprescindibile per i viaggiatori più curiosi ed esigenti in fatto di cibo e sperimentazione. Basta “muovere i primi passi” fra le bancarelle del mercato galleggiante di Bangkok per essere trasportati in un altrove capace di conquistare anche il meno esterofilo degli appassionati di cibo.
Cicladi, alle origini della dieta mediterranea
Culla della dieta mediterranea, la Grecia – continentale o insulare – riserva sorprese e sapori nuovi, che non si limitano certo alla celere insalata o alla tyropita e alla moussaka. La proposta tocca le Cicladi più autentiche, Tinos, Syros e Kea, e prevede un trekking affascinante che si snoda fra spiagge incontaminate, vigneti e uliveti e permette di degustare direttamente dai produttori alcuni segreti ben custoditi, come il rosso di Kea.
Georgia, la culla del vino
La viticoltura in Georgia è una tra le più antiche del mondo. Le fertili vallate e i pendii protettivi della Transcaucasia hanno ospitato la coltivazione della vite e la produzione di vino sin dal neolitico. Il vino in anfora georgiano è da anni oggetto di un’intensa riscoperta e di una giusta popolarità fra i gourmand più curiosi. Bianchi macerati degustati direttamente in cantina, saranno il compendio di un viaggio che toccherà anche importanti centri della cultura cristiano ortodossa come il monastero di Jvari (VI-VII sec.), un capolavoro dell’architettura cristiana medioevale che sorge su una collina in posizione dominante sulla città, la Cattedrale di Svetitskhoveli (XI sec.),
Colombia, la felicità in una tazza di caffè
Hacienda San Alberto è un rinomato produttore di caffè situato nel dipartimento di Quindío, in Colombia. L’hacienda è situata nel cuore del triangolo del caffè, un’area della Colombia centrale nota per la sua ricca tradizione e produzione di caffè. San Alberto è conosciuta per il suo speciale caffè di alta qualità, che viene coltivato, raccolto e selezionato nell’hacienda. Il caffè viene coltivato a un’altitudine di 1.800 metri sul livello del mare, altitudine che fornisce condizioni di crescita ideali e contribuisce ai sapori e agli aromi unici del caffè. L’hacienda utilizza pratiche sostenibili e rispettose dell’ambiente per coltivare il proprio caffè, garantendo la conservazione dell’ecosistema e la qualità del proprio prodotto. Insieme allo staff della finca San Alberto sarà possibile assistere al processo di produzione dall’inizio alla fine. Un tour nel luogo di coltivazione, selezione e produzione del San Alberto, più un’immersione nell’affascinante mondo del caffè di alta qualità che si concluderà con una degustazione di metodi alternativi di preparazione.