(Agen Food) – Scorrano (Le), 19 nov. - di Claudia Pollara – La Cooperativa pugliese…

La pizza è fredda e lei lo lascia
(Agen Food) – Milano, 19 nov. – A volte le grandi idee nascono dai momenti peggiori. Alessandro Pozzi lo sa bene: la sera in cui la sua compagna lo ha lasciato per colpa di una pizza fredda è stata anche quella in cui è nata l’idea che potrebbe rivoluzionare il delivery mondiale.
“Ero rimasto imbottigliato nel traffico milanese”, racconta Pozzi con un sorriso amaro. “Sono arrivato a casa con le pizze da asporto ormai fredde. Lei ha fatto una scenata e se n’è andata per sempre. Certo, la pizza era solo la goccia che ha fatto traboccare il vaso, ma in quel momento mi si è accesa la lampadina: perché nessuno ha mai risolto questo problema?”
Da quella domanda è nato Fòvet (www.fovet.it), il contenitore automontante con il claim “Lui scalda tu gusti!”. Un progetto sviluppato negli uffici milanesi di Fextal Srl (www.fextal.com), dove Pozzi e il suo team hanno trasformato una disavventura personale in un’opportunità di business da miliardi di euro.
Il motto? “Immagina l’impossibile per renderlo possibile”
“Ho messo subito al lavoro il mio team”, continua Pozzi. “Da noi si respira aria di pura follia, sembra di entrare nella stanza di Archimede Pitagorico. Concepiamo decine di prodotti ogni anno, ma solo dopo una rigida selezione pochi vengono alla luce.”
Fòvet è uno di questi. Un contenitore per pizza completamente ripensato che risolve tre problemi in un colpo solo.
Primo: si monta da solo. Basta appoggiare la pizza e Fòvet si chiude automaticamente. Niente più perdite di tempo nelle ore di più richiesta, e il 70% in meno di spazio per stoccare i cartoni vuoti.
Secondo: ha un sistema di “camini” brevettato che fa circolare il calore tra le pizze impilate. Più pizze ci metti, meglio funziona. È fisica applicata al delivery che consente di trasportare la pizza fino a casa ancora calda e croccante.
Terzo: migliora l’igiene. I contenitori non restano aperti per ore ad accumulare polvere prima di essere usati.
Un mercato da 78 miliardi di euro
Il packaging alimentare muove 78 miliardi di euro a livello globale. Solo la pizza delivery in Europa vale 2 miliardi. E il food delivery continua a crescere del 25% all’anno, soprattutto dopo la pandemia che ha cambiato le abitudini di consumo.
“Fòvet arriva nel momento giusto”, spiega Pozzi. “Le analisi di NielsenIQ e Euromonitor dicono la stessa cosa: il mercato vuole sostenibilità, funzionalità termica, design che fa la differenza. Noi abbiamo messo insieme tutto questo in un solo prodotto.”
L’obiettivo è ambizioso: partire dall’Italia, espandersi in Europa nel primo anno, conquistare il 90% del mercato italiano del packaging per pizza entro cinque anni e poi procedere alla conquista del mercato globale.
Sostenibile, efficiente, digitale
Fòvet usa gli stessi materiali biodegradabili dei cartoni classici, ma costa uguale al pizzaiolo e offre prestazioni decisamente superiori. Il brevetto prevede già l’uso di materiali ancora più innovativi.
“La sostenibilità non è uno slogan per noi”, dice Pozzi. “Euromonitor la indica come uno dei cinque trend fondamentali del food. Noi siamo già pronti.”
E c’è di più. Nel packaging alimentare si parla sempre più di soluzioni “intelligenti”: QR code, tracciabilità, sensori. Fòvet è già predisposto per tutto questo. “Possiamo dare ai ristoratori strumenti per analizzare le consegne, fidelizzare i clienti, raccogliere feedback. E ai consumatori un’esperienza più ricca.”
Non solo pizze
“Il brevetto non copre solo le pizze”, precisa Pozzi. “Funziona con qualsiasi cibo che deve restare caldo durante il trasporto. Pollo fritto, hamburger, focacce. Ovunque serva mantenere temperatura e croccantezza.”
Fextal ha pensato a quattro strategie per portare Fòvet sul mercato: vendita diretta a pizzerie e catene (B2B), versione per i consumatori che vogliono portarsi la pizza a casa dagli amici (B2C), licenze di produzione per i mercati esteri e personalizzazioni in white label per i grandi brand.
La filosofia Fextal: investire sui concept
Fextal non è una startup improvvisata. Il team conta già dieci professionisti che lavorano su progetti tra i più diversi.
“Il nostro approccio è particolare”, ammette Pozzi. “Arriviamo fino all’idea, alla protezione brevettuale, agli studi di fattibilità, alla fase alpha. Noi investiamo sui concept, ci prendiamo tutti i rischi della fase iniziale. Poi cerchiamo partner: aziende che già operano nel settore e per cui sviluppare il prodotto costa poco, oppure investitori che credono nel progetto fin dall’inizio e vogliono salire a bordo. Questi sono quelli che chiamiamo ‘gli investitori della prima ora’: non rischiano al buio, investono poco e massimizzano i risultati.”
L’obiettivo è trovare i partner finanziari giusti entro due mesi, costituire la società, realizzare i prototipi e arrivare alle prime vendite in sei-otto mesi. Produzione, logistica e amministrazione? Tutto in outsourcing, per restare agili e scalabili. In alternativa, Fextal è aperta a collaborare con il giusto partner industriale che crede nel progetto e vuole svilupparlo insieme.
