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Enea e Univ. Tuscia: alternative sostenibili per i fitopatogeni

(Agen Food) – Viterbo, 3 ott. – di Claudia PollaraMaria Sulli del laboratorio ENEA Biotecnologie Green e coautrice dello studio insieme al collega Gianfranco Diretto e a Barbara Farinon, Martina Felli, Daniele V. Savatin, Andrea Mazzucato, Nicolò Merendino e Lara Costantini dell’Università della Tuscia (Viterbo) circa la necessità di fornire alternative sostenibili al controllo delle malattie causate da fitopatogeni, indica che i fenoli possono avere anche un’attività antimicrobica e antimicotica, e si valuteranno con ulteriori studi una possibile applicazione come biopesticidi di questi prodotti di scarto. 

I ricercatori dell’ENEA e Università della Tuscia hanno valutato tra l’altro, la possibile efficacia degli estratti prodotti a partire dagli scarti contro il batterio P. syringae e il fungo F. graminearum, noti per i danni che provocano ai raccolti di pomodoro. 

Il pomodoro è una delle piante più coltivate al mondo, con una produzione di oltre 189 milioni di tonnellate nel 2021, di cui circa 18 milioni prodotte nell’Unione europea. L’Italia è il maggior produttore Ue di pomodori, con 6,64 milioni di tonnellate nel 2021 (36,7% della produzione totale Ue). Lo studio ha permesso di evidenziare un elevato contenuto di molecole benefiche nel prodotto di scarto della lavorazione del pomodoro. I risultati dello studio sono stati pubblicati sulla rivista Food Chemistry e mettono a confronto, per la prima volta, le diverse proprietà nutrizionali e funzionali delle sanse del pomodoro, ovvero buccia e semi (che equivalgono al 20% del peso), ottenute dalle due varietà San Marzano e Sun Black (quest’ultima dalla caratteristica pigmentazione viola) e dalla variante Colorless fruit epidermis con la buccia trasparente.

Inoltre è già stato evidenziato che l’accumulo di antociani sulla buccia riduce la suscettibilità dei pomodori al fungo Botrytis cinerea, uno dei più importanti patogeni post-raccolta, garantendo una maggiore durata di conservazione del pomodoro. È stato dimostrato che da questi prodotti di scarto è possibile ottenere una polvere di pomodoro nutrizionalmente comparabile a quelle in commercio  ma con un elevato contenuto di molecole bioattive antiossidanti, come flavonoidi e antociani, note per l’efficacia nel prevenire l’insorgenza di gravi malattie e l’invecchiamento precoce.

Fra le diverse sanse analizzate, quella del pomodoro Sun Black ha rivelato un’abbondanza di composti benefici (come antociani e, in generale, flavonoidi con percentuali che variano dal 16,5% al 36,5% rispetto alle altre varietà studiate) che la rendono particolarmente promettente come ingrediente funzionale in pasta, pane e biscotti, perché in grado di arricchirli di molecole antiossidanti, fibre alimentari e minerali.

Lara Costantini del laboratorio di Nutrizione Cellulare e Molecolare dell’Università degli Studi della Tuscia e coordinatrice del progetto spiega che le polveri di pomodoro ottenute a partire dalle sanse mostrano importanti caratteristiche che potrebbero migliorare il profilo nutrizionale e antiossidante di molti alimenti in commercio. Al momento si sta lavorando per analizzare l’integrazione in diversi alimenti e la loro funzionalità in vivo tramite un trial clinico.

Redazione Agenfood

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