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Tutte le acque portano a Roma, tour del gelato fra storia e identità
(Agen Food) – Roma, 20 luglio – di Olga Iembo – “Tutte le strade portano a Roma” recita un antico adagio… ma anche “Tutte le acque portano a Roma”: acque fresche, cristalline, dissetanti, custodi di storia e identità. Come l’acqua del fontanone del Gianicolo, “acqua Claudia” che, come la maggior parte delle fontane a Roma, proviene da fonti potabili. Acqua come fonte di vita, e come ingrediente del gelato, vero protagonista dell’evento che si è svolto nella Capitale venerdì, organizzato da Alessandro Giuffrè per presentare il suo progetto imprenditoriale. “L’acqua è un ingrediente del gelato – ha spiegato il maestro gelatiere padrone di casa – ma anche un ingrediente della mia vita, ho deciso di replicare format sostenibili che non utilizzano l’acqua per raffreddare. L’acqua era importante per i romani, è importante per il pianeta e importante nella produzione del gelato”.

L’acqua come identità, un’identità che pregna di sé ogni quartiere e che, a Monteverde Vecchio, è tutta racchiusa nel gelato “parlante” di Giuffrè. Proprio come il “belvedere parlante” di Roma, la terrazza del Gianicolo da dove, venerdì, è partito un tour insieme al patron di “Forno & Gelato” alla scoperta di strade e sapori, aneddoti e odori, piaceri e colori. Qualche ora trascorsa dagli invitati all’evento a scoprire il territorio a bordo degli scooter Cooltra, perché come dice Giuffré: “La sostenibilità è il driver delle mie scelte aziendali e non potevo raccontare il mio quartiere in maniera differente”.
Tutti sono stati deliziati dalla vista e dai racconti di Giorgia, la moglie di Giuffrè che, da buona ex guida turistica, ha raccontato il valore storico culturale del paesaggio monumentale di Roma e Monteverde Vecchio, il quartiere dove è cresciuta, e dove ha deciso insieme ad Alessandro di aprire il primo punto vendita: Giuffrè “Forno & Gelato”; ma anche e soprattutto dalle dolcissime tappe che hanno consentito di assaggiare le innovative proposte a base di gelato.
Un tour vissuto con piacere, con gusto e con tempo, perché: “Ci vuole tempo per pensare e per creare – ha spiegato Giuffrè -, ci vuole tempo per vivere, questa è una ricchezza per noi, il nostro lavoro è la nostra vita, fatto di tempo per produrre, ma anche di tempo per vivere il mondo”. E allora giù, verso via Piccolomini, da dove si ammira San Pietro con un effetto ottico unico, poiché più ci si avvicina e più il Cupolone sembra allontanarsi. Mentre il viaggio procede il mondo di Giuffrè appare sempre più chiaro dalle sue parole: “Il gelato ha una valenza culturale, non solo perché racconta un prodotto e ne valorizza il territorio, ma anche perché scandisce le relazioni sociali tra le persone. Il gelato fa parte delle nostre vite, vi è sempre nei momenti del volersi bene, diventa la merenda perfetta, il pasto perfetto, il premio perfetto ed è il primo alimento che si consuma in maniera sociale”.

Poi, presso la prima gelateria di Giuffrè, ai Colli Portuensi, i primi assaggi: qui il gelato viene fatto giornalmente, con una macchina ad impatto 0 – si tratta dell’innovativa tecnologia del mantecatore Principessa -, e si trovano gelati, granite e sorbetti, che si possono accompagnare con la panna (gratis), semplice o aromatizzata alla cannella, da mettere volendo anche all’interno del cono. Come i tutti i punti vendita di Giuffrè, poi, non mancano i “sampietrini”, non solo storica pavimentazione delle strade romane, ma anche deliziosi biscotti così ricercati da tutti.
La tappa seguente, nel primo punto vendita Giuffrè “Forno & Gelato”, è stata dedicata alla degustazione dei lievitati accompagnati al gelato, a cominciare dal “Giardino delle delizie”, omaggio a donna Olimpia, pensato per la pop up estiva a Ripa Grande: un sorbetto alla ciliegia accompagnato da un lievitato all’albicocca fresco. E poi, ancora, lo zabaione voluttuoso, la granita di fragole fresca e il gelato alla crema insieme, due consistenze diverse ma un unico risultato, il piacere, il gusto trasteverino; e poi il gelato al fico, fatto con i frutti arrivati freschi in mattinata e subito trasformati.
Un tour delizioso e allegro, insomma, per assaporare la dimensione del gusto ma anche quella culturale, storica, personale, relazionale e sociale. Perché si è unici, ma ci si rispecchia e ci si arricchisce nella relazione con gli altri, meglio se davanti al una splendida “coppa” variopinta.
Il gelato, a queste latitudini, sa essere tutto questo.
