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Salute: indagine Federconsumatori sulla celiachia in Italia. Prodotti sempre più cari: dal 2016 +4,6%.

(Agen Food)- Roma, 17 mag. – ieri si è celebrata la Giornata Internazionale della Celiachia, una patologia cronica autoimmune che provoca una reazione immunitaria dell’organismo all’assunzione di glutine, causando un’infiammazione dell’intestino tenue che impedisce il corretto assorbimento dei nutrienti, compromettendo la salute del paziente che ne è affetto. I soggetti affetti da celiachia non possono assumere molti cibi che di norma costituiscono la base della dieta quotidiana, quali pane e pasta: per questo la celiachia è stata riconosciuta come malattia sociale, e coloro che ne sono affetti hanno diritto ad agevolazioni su prodotti dietoterapeutici senza glutine.

I celiaci ricevono un contributo economico dalle regioni per l’acquisto di tali prodotti. Gli importi minimi e massimi vengono fissati attraverso un decreto del ministro della salute e periodicamente aggiornati; tuttavia, le amministrazioni regionali hanno facoltà di aumentare ulteriormente la cifra e di decidere se erogare la somma sotto forma di buoni elettronici o codici associati alla tessera sanitaria.

Il fatto che la normativa nazionale demandi molte decisioni e disposizioni alla regione di residenza del paziente ha creato una situazione fortemente disomogenea, in cui i contributi risultano differenti proprio a seconda della regione di residenza.

Oltre a dover effettuare una spesa alimentare basata su determinati alimenti, molto costosi, i celiaci devono poi prestare molta attenzione alle possibilità di contaminazione, le cui possibili fonti sono tante e spesso difficili da individuare. La contaminazione da glutine si verifica essenzialmente in seguito al contatto con superfici o oggetti contaminati (ripiani, posate, piatti o pentole sporchi utilizzati per alimenti contenenti glutine) o anche per contatto diretto con altri alimenti contenenti glutine. Ciò significa che particolari e specifiche precauzioni devono essere adottate per i pasti fuori casa.

Attualmente in Italia le persone affette da celiachia sono oltre 265.102 e si stima che almeno altre 600mila siano in attesa di diagnosi. Vista l’importanza dell’argomento e il crescente numero di persone direttamente interessate dalla problematica, l’O.N.F. – Osservatorio Nazionale Federconsumatori ha realizzato uno studio dettagliato sui prezzi dei prodotti per celiaci nei punti vendita della GDO, nei negozi specializzati e nelle farmacie, rilevando differenze notevoli (tab. 1).  La differenza di prezzo applicato tra la GDO, i negozi specializzati e le farmacie è notevole e raggiunge il picco del 166% per i crackers (nel dettaglio tra il prezzo applicato in un negozio specializzato e quello applicato nella GDO). Rispetto al 2016 è interessante notare come i prezzi siano aumentati, nelle farmacie, mediamente del 10%, mentre nella GDO sono scesi del -4%.

Lo studio ha preso in considerazione anche i costi dei pasti fuori casa (tab. 2) rilevando come i prodotti tradizionali in questo caso abbiano un costo inferiore del -18,33% rispetto a quelli per celiaci. Facendo un confronto con il 2016, inoltre, rileviamo un aumento di prezzo dei pasti per celiaci serviti fuori casa del 16,7%.

Al di là dei rincari e delle differenze di prezzo ancora rilevanti, emerge una grande frammentazione normativa, che provoca non pochi disagi ai pazienti. Il fatto che in molte regioni non sia possibile utilizzare il contributo presso supermercati e ipermercati rappresenta un problema particolarmente rilevante per decine di migliaia di celiaci in tutta Italia, che di fatto vedono il potere di acquisto del proprio buono decurtato.  Un altro elemento penalizzante è l’impossibilità di utilizzare i buoni al di fuori della regione di residenza: se il paziente si sposta per lavoro, vacanza o per altre ragioni deve portare con sé i prodotti senza glutine o, in alternativa, provvedere autonomamente alla spesa.

Dettagli che possono sembrare banali, ma che in realtà sono fondamentali per chi è costretto a convivere quotidianamente con questa patologia. Proprio per questo è auspicabile un cambiamento nelle normative vigenti, per ridurre al minimo le disparità di trattamento e migliorare la qualità della vita dei pazienti. 

Di seguito le tabelle con i prezzi in dettaglio.

Prezzi prodotti per celiaci

 Tab. 1 – Prezzi 2025

ProdottoPrezzo GDOPrezzo farmaciaPrezzo negozio specializzatoPrezzo GDO/neg. specializzatoPrezzo GDO/farmacia
  
Farina 1kg3,80 €5,71 €4,50 €18,42%50,26%
Pasta 500 gr2,95 €3,90 €3,90 €32,20%32,20%
Biscotti 220 gr2,71 €3,50 €3,50 €29,15%29,15%
Crackers 380 gr2,14 €3,36 €5,70 €166,36%57,01%
Merendine al cioccolato3,77 €4,40 €4,40 €16,71%16,71%
Pane in cassetta 400 gr3,80 €5,95 €5,95 €56,58%56,58%
Fecola di patate 250 gr0,79 €1,36 €1,36 €72,15%72,15%
Pizza surgelata 390 gr3,99 €5,95 €5,95 €49,12%49,12%
Birra 33cl2,13 €2,95 €3,50 €64,32%38,50%
Var. % 2025/2016
Prezzo GDOPrezzo farmaciaPrezzo negozio specializzato
-4%10%8%

Pasti fuori casa

Tab. 2 – Prezzi 2025

 Prezzo prodotto senza glutine in €Prezzo prodotto tradizionale in €Var. % prezzo prod. tradiz/senza glutine
Bruschette (1 porz.)6,505,00-23,08%
Piatto misto di fritti17,0013,50-20,59%
Primo piatto13,0011,00-15,38%
Pizza10,509,00-14,29%
Panino con hamburger e patatine10,008,00-20,00%
Dolce6,005,00-16,67%

N.B. Ristoranti, bar, pub, paninoteche, hotel, b&b, villaggi vacanza, agenzie di catering, navi da crociera, campi estivi per ragazzi, gelaterie, gastronomie, pasticcerie ecc. possono chiedere di essere inclusi nella lista delle strutture certificate da AIC, rispettando naturalmente determinate regole e parametri (come l’utilizzo esclusivo di ingredienti gluten free e l’accettazione dei controlli periodici da parte dell’Associazione). Negli esercizi commerciali aderenti, si è certi di poter mangiare in tutta tranquillità, anche se è comunque buona norma mantenere alto il livello di attenzione sul cibo che viene servito e farsi riconoscere dal personale della struttura come clienti celiaci.

Redazione Agenfood

Redazione Agenfood

Agen Food è la nuova agenzia di stampa, formata da professionisti nel campo dell’informazione e della comunicazione, incentrata esclusivamente su temi relativi al food, all’industria agroalimentare e al suo indotto, all’enogastronomia e al connesso mondo del turismo.

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