(Agen Food) - Roma, 09 ott. – Un tempo il Regno delle Due Sicilie era…

“La Giostra” torna a Roma: racconto della prima serata a cura di Signoroni e Sandano
(Agen Food) – Roma, 09 ott. – A partire da lunedì 13 ottobre Gabrini aprirà nuovamente le porte per accogliere amici cuochi da Roma e dall’Italia per una serata a fianco del resident chef Marco Moroni. La terza stagione de “La Giostra di Gabrini” torna per regalare emozioni culinarie ed offrire ai suoi ospiti una serata all’insegna dell’allegria e di piatti autentici.
Si parte lunedì 13 ottobre con La Trattoria La Brinca, giunta per l’occasione da Ne, nell’entroterra di Chiavari e Lavagna, a pochi km dal mare della Riviera Ligure di Levante. Già negli anni ’30 la famiglia Circella gestiva un’osteria-bottega-mulino-frantoio in questo piccolo paese che era un po’ il luogo di ritrovo dei contadini locali, fino agli anni ’70, momento in cui con lo spopolamento del paese l’attività chiuse. I nipoti, memori della tradizione familiare, restaurano l’antico cascinale della Brinca e lì è nata l’osteria con bottega e cantina. Oggi La Brinca sono i fratelli Roberto e Sergio con la moglie Pierangela e i due figli gemelli Matteo e Simone, Stefano, figlio di Roberto, e tutte le ragazze e ragazzi collaboratori di cucina e di sala. La nonna Franca, dopo una vita ai fornelli, soprintende all’orto. La cucina guidata dal giovane Simone, propone i piatti tradizionali dell’entroterra della Liguria di Levante, legati alla terra e alle stagioni, con un continuo utilizzo di erbe, verdure e frutta locali, e profumatissime erbe aromatiche.
Lunedì 17 novembre sarà la volta di Menabò Vino e Cucina, in quel di Centocelle (Roma), che oppone resistenza alla fascinazione per un’estetica priva di contenuto, alla mercificazione del tempo libero, agli imperativi che vincolano il lavoro entro spazi angusti e precostituiti. Menabò è Paolo in cucina e Daniele in sala: una storia di fratelli, come tante altre ma anche un ristorante in cui l’anima operaia e contadina di famiglia trova una veste originale e autonoma. Coltivano il dubbio, cercano il bello nelle imperfezioni, celano il lavoro e la tecnica dei loro piatti per restituire impressioni e sapori netti. L’odore di un prato appena falciato, il sapore delle patate cotte sotto la cenere, le dita macchiate dalle more in un bosco odoroso, l’atmosfera delle serate estive dopo la fatica, col vino sul tavolo e gli amici di sempre. Per questo selezionano le bottiglie in base alla serietà produttiva delle aziende, alle loro curiosità e alle affinità con il loro modo di intendere il lavoro, il tempo e i ritmi naturali.
Il costo del menu per le serate sarà di euro 50 a persona vini inclusi
