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Cipolla Ramata di Montoro e gli scarti: le azioni di GB Agricola
(Agen Food) – Montoro (Av), 09 ott. – di Claudia Pollara – Nicola Barbato amministratore di GB Agricola e presidente del Comitato Promotore della Cipolla Ramata di Montoro, rispetto ai dati evidenzia un calo non solo per le cipolle, ma diversi prodotti, dunque una difficoltà di più ampio respiro ovverosia strutturale: da un lato pesa la crescita costante dei supermercati, che riducono lo spazio per i piccoli negozi di ortofrutta, principali clienti dei mercati; dall’altro la scarsa valorizzazione delle tipicità, spesso trattate come prodotto generico.
Barbato evidenzia che la Gdo riesce a comunicare meglio l’identità delle produzioni locali, inserendo in assortimento cipolle tipiche italiane come la rossa di Tropea, la bianca di Giarratana o la ramata di Montoro, tutte ben identificate con etichetta e provenienza. Nei mercati generali questo lavoro manca e il prodotto rischia di perdere valore. GB Agricola si distingue per una visione che unisce tradizione e innovazione. L’azienda ha infatti scelto di puntare sull’economia circolare, trasformando ciò che fino a ieri era considerato scarto in nuove opportunità. Per evitare lo spreco, GB Agricola ha attrezzato un laboratorio dedicato dove i prodotti vengono puliti, cubettati o affettati, abbattuti e surgelati. Il confezionamento in cartoni da 10 kg è pensato per la ristorazione, settore che vive una cronica carenza di manodopera e la necessità di ridurre i tempi di preparazione in cucina. Il risultato è una gamma di semilavorati agricoli di qualità: cipolle già affettate a rondelle o alla julienne, oppure zucca in cubetti regolari, pronte all’uso.
L’altro grande progetto riguarda le foglie di cipolla, un sottoprodotto abbondante e difficile da gestire. Nonostante la loro natura organica, la normativa le classifica come rifiuto, imponendo costi elevati per trasporto e smaltimento tramite ditte autorizzate. Per superare questo limite, GB Agricola ha avviato un innovativo percorso di bricchettatura: le foglie vengono pressate fino a ottenere bricchetti compatti, simili a quelli di legno, destinati a stufe e camini. Le prime prove sono state realizzate in collaborazione con Comafer, azienda specializzata guidata da Sergio Peroni, mentre l’Università di Salerno sta conducendo le analisi su resa energetica ed emissioni, per verificare l’effettiva sostenibilità del prodotto.
I vantaggi sono evidenti: riduzione drastica dei volumi (90 kg di foglie, pari a tre cassoni pieni, diventano un unico cartone di bricchetti); risparmio sui costi di smaltimento (ciò che prima era classificato come rifiuto oggi diventa risorsa); creazione di valore aggiunto (i bricchetti possono generare calore ed entrare in nuovi mercati).
Dunque dare vita agli scarti è una opportunità che coniuga fatturato e sostenibilità.
