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Grissini: una storia di gusto e salute lunga 345 anni
(Agen Food) – Roma, 28 nov. – E’ nato ben 345 anni fa, ma sembra non invecchiare mai. Creato dal panificatore di Casa Savoia a Torino nel 1679, celebrato nel mondo il 27 novembre, il grissino è il primo sostitutivo del pane nella storia dell’arte bianca, un’invenzione italiana ancora molto amata per le stesse ragioni per cui è stato ideato: leggerezza, salute e gusto.
A sottolinearlo, in occasione della Giornata mondiale dedicata all’alimento, è AIBI, l’Associazione Italiana Bakery Ingredients, che rappresenta le imprese produttrici di ingredienti per pane, pizza e pasticceria. AIBI fa parte di ASSITOL, l’Associazione italiana dell’Industria olearia aderente a Federalimentare e Confindustria.
La storia racconta che Antonio Brunero, fornaio dei reali piemontesi, preoccupato perché il principe ereditario Vittorio Amedeo non riusciva a digerire la mollica del pane, chiese aiuto al medico del re per individuare un’alternativa salutare. Grazie alle indicazioni ricevute, il panettiere creò quello che, a tutti gli effetti, è un prodotto da forno, identico al pane ma composto di sola crosta. Il nome deriva da “ghersa”, che in dialetto piemontese significa fila, a suggerire la forma sottile e allungata del grissino. Il pane speciale, pensato per il giovane Savoia con problemi digestivi, piacque a tutta la Corte e, ben presto, divenne un prodotto comune in tutti i forni di Torino.
Dalla città sabauda, i grissini cominciarono a diffondersi nel resto d’Italia, perché, oltre ad essere saporiti, si conservavano più a lungo del pane. Diventarono uno dei primi “snack” consumati, ad esempio, durante le rappresentazioni teatrali. Tra i suoi grandi estimatori si segnala Napoleone Bonaparte, che se li faceva consegnare periodicamente da Torino.
“L’invenzione del grissino racconta come gusto e salute, se combinati nel modo giusto, possano regalarci prodotti capaci di conquistare anche i consumatori di oggi – osserva Alberto Molinari, presidente di AIBI -. i sostitutivi come i grissini hanno il vantaggio di essere molto versatili e, in questo senso, molto moderni”. Secondo i dati AIBI, oggi questa tipologia di prodotto, di cui fanno parte anche i crackers e i pani morbidi, rappresenta il 6,4% dei ricavi ottenuti dalle aziende della panificazione, collocandosi al quarto posto nella classifica dei ricavi del comparto dopo pane, pizza, e dolci da ricorrenza.
A determinarne il buon andamento di mercato – in Italia se ne producono circa 35mila tonnellate in media l’anno – la digeribilità e, ancora di più, la praticità di uso come scorta in dispensa da utilizzare in mancanza di pane. Le modalità di proposta da parte di panificatori e aziende vengono incontro alle esigenze del consumatore che lavora fuori casa, ha poco tempo per cucinare e mangiare, ma vuole avere a disposizione uno spuntino subito pronto da gustare, a qualsiasi ora del giorno. Il grissino classico piace ancora, ma ne esistono nuove versioni condite con oli diversi, con peperoncino o rosmarino, con semi, integrali, gluten-free e persino dolci. Inoltre, il grissino è spesso una presenza fissa nel cestino del pane al ristorante.
“A guidare le scelte del mondo bakery è la preferenza del consumatore, che cerca prodotti in grado di conciliare le necessità di vita con il desiderio di mangiare buono e sano – conclude il presidente Molinari –. I grissini sono un ottimo esempio di questa tendenza. Per giunta sono una tradizione italiana che si perpetua nel tempo, con varianti che rivisitano la ricetta classica. Un aspetto, questo, che molti giovani mostrano di gradire”.
