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Guido Berlucchi e Fondazione Brescia Musei: “Vite operose”
(Agen Food) – Brescia, 26 set. – Sarà presentata oggi, nel parco delle sculture contemporanee del Giardino del Viridarium del Museo di Santa Giulia, la terza e ultima scultura neon di Vite Operose, progetto artistico di Valerio Rocco Orlando, a cura di Caroline Corbetta, commissionato dalla Guido Berlucchi in occasione di Bergamo Brescia Capitale Italiana della Cultura 2023.
Vite Operose è un progetto di arte partecipata e diffusa, dedicato al tema del lavoro come elemento identitario e strumento di integrazione, che nasce in Franciacorta per svilupparsi, nel corso del 2023, nel cuore delle due città Capitale della Cultura Italiana 2023 in collaborazione con la GAMeC di Bergamo e Fondazione Brescia Musei. Un esempio fruttuoso di collaborazione tra pubblico e privato, che genera valore per la collettività.
“Borgonato e la città di Brescia custodiscono entrambe una parte antica della storia di questo territorio: da una parte Fondazione Brescia Musei, dove dal 2011 il Parco Archeologico di Brescia romana e il complesso monumentale di San Salvatore – Santa Giulia sono iscritti nella lista del Patrimonio Mondiale promossa dall’Unesco nel sito seriale “I Longobardi in Italia. I luoghi del potere (568 – 774 d.C.)”. Dall’altra i ritrovamenti dei resti proprio longobardi, scoperti nei pressi del castello di Borgonato. Un legame ideale tra la Fondazione Brescia Musei e la Guido Berlucchi, che oggi consolidiamo con la terza scultura luminosa del progetto di arte partecipata Vite Operose” dichiara Cristina Ziliani, co-proprietaria e Direttore Relazioni Esterne della Guido Berlucchi.
Si tratta infatti di una serie di tre opere d’arte che nascono dal coinvolgimento di altrettante comunità della Franciacorta e delle città di Bergamo e Brescia in una serie di attività laboratoriali. Le sculture sono state successivamente esposte in luoghi accessibili gratuitamente al pubblico e oggi fanno parte delle collezioni permanenti di GAMeC e Fondazione Brescia Musei.
“Formiamo Umanità”, di Valerio Rocco Orlando, da oggi esposta nel Parco delle Sculture Contemporanee Giardino del Viridarium insieme alle opere di importanti autori, è stata realizzata a partire da una serie di incontri dell’artista con un gruppo di mediatori-artistico culturali della delegazione di Brescia di Fai Ponte tra culture – che operano all’interno del museo di Santa Giulia.
La provincia di Brescia si contraddistingue per la sua grande multiculturalità e per la capacità di accogliere e integrare nuovi cittadini e cittadine all’interno delle comunità locali anche e soprattutto attraverso il lavoro. A partire da questo presupposto, nel 2020 durante il primo lockdown, Fondazione Brescia Musei ha dato vita a Il Mio Museo, un programma di appuntamenti digitali che ha reso alcune decine di cittadini di diversa nazionalità, etnia e religione guide virtuali del museo. Attraverso il background culturale di questi volontari, differente da quello di chi è nato e cresciuto in Italia, è stato possibile sviluppare una vivificazione del racconto delle opere della Fondazione, leggendole attraverso filtri culturali diversi. Dato il successo, il progetto si è evoluto in un appuntamento mensile che oggi si tiene in presenza e che permette a cittadini, sia stranieri che italiani, di scoprire nuove chiavi di lettura delle opere presenti nelle collezioni.
Ed è proprio con questo gruppo di volontari mediatori culturali provenienti da vari Paesi, e residenti da Brescia da anni, che Valerio Rocco Orlando ha avviato un dialogo volto ad indagare le forme di partecipazione sociale scaturite dall’esperienza di valorizzazione del patrimonio culturale e il ruolo del lavoro visto come strumento di definizione individuale e di integrazione sociale.
Il processo laboratoriale ha portato ciascuno dei partecipanti all’elaborazione di diverse frasi che sintetizzano le discussioni intrecciate sul tema. Tra queste riflessioni l’artista ha individuato quello più emblematico e lo ha trascritto in una scultura di luce al neon, realizzata artigianalmente in edizione unica, con la stessa metodologia impiegata per le altre due opere del ciclo, rispettivamente allestite sulla torre del Castello Berlucchi di Borgonato e nel cortile della GAMeC di Bergamo.
“FORMIAMO UMANITÀ”: due parole che contengono il senso più alto delle attività di mediazione culturale e rappresentano il ruolo dell’arte come linguaggio universale capace di favorire il dialogo fra culture, a volte molto distanti tra loro.
Come puntualizza l’artista “L’esperienza di confronto con i mediatori interculturali del FAI Ponte tra culture ha messo l’accento su valori e criticità della cittadinanza digitale, sul contributo dei nuovi cittadini a integrare nuove prospettive nell’immaginario comune, sul ruolo cardine della formazione delle istituzioni culturali come principio da cui ripartire per riconsiderare il concetto stesso di umanità. Un grazie poi alla Guido Berlucchi per il suo sostegno. Da sempre si fa custode degli stessi valori che queste opere esprimono, continuando a essere importante riferimento per il territorio e la sua società”.
