Skip to content

Parla il Ministro Lollobrigida: “L’agricoltura torna protagonista. Così puntiamo su una progettualità strategica”

(Agen Food) – Roma, 07 dic. – di Olga Iembo – “Siamo in condizione di valorizzare il mondo dell’agricoltura, che torna ad essere attenzionato in modo più specifico di quanto sia stato in questi ultimi decenni. L’agricoltore è il protagonista della sostenibilità ambientale, a cui però deve corrispondere anche quella economica e sociale, che il mondo agricolo può avere solo se c’è reddito per le imprese e per gli imprenditori”.

Così, proprio questa mattina, il Ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida, ha ribadito il convincimento che sta alla base di un’azione di governo dichiaratamente volta a dare centralità a questo settore strategico.

Un settore rispetto a cui l’Unione Europea negli ultimi anni, “in nome della sostenibilità ambientale, ha teso a non approcciarsi in maniera corretta” ha aggiunto oggi il Ministro. Ecco perché proprio in sede europea l’Italia ha posto specifiche riflessioni all’interno del documento approvato nell’ultima seduta Agrifish, “a partire da un aumento del sostegno PAC – ha spiegato Lollobrigida – per supplire a quelle che sono le criticità emerse negli ultimi anche dalla pandemia, ma soprattutto dall’aggressione all’Ucraina che ci hanno messo in condizione di riflettere sui rischi dovuti all’assenza di produzioni anche alimentari”.

Il nostro Paese, del resto, vanta una storia in tema di alimentazione che ne rappresenta uno dei maggiori punti di forza: “L’Italia è la seconda nazione al mondo per longevità e questo anche grazie alla dieta mediterranea” ha sottolineato più volte il ministro, ed il cibo rappresenta una risorsa strategica, con la filiera agroalimentare estesa che, nel 2022, ha sviluppato un fatturato di oltre 600 miliardi di euro nonostante le difficoltà legate alla guerra e le conseguenze della pandemia.

Come segnalato nei giorni scorsi da Coldiretti, il Made in Italy dal campo alla tavola vede impegnati 4 milioni di lavoratori in 740mila aziende agricole, 70mila industrie alimentari, oltre 330mila realtà della ristorazione e 230mila punti vendita al dettaglio, e con un balzo dell’8% ha fatto segnare un record storico per le esportazioni alimentari nel 2023, sempre secondo l’analisi della Coldiretti sui dati Istat sul commercio estero relativi ai primi otto mesi dell’anno che indicano un ulteriore avanzamento sul primato di sempre di 60,7 miliardi fatto registrare nel 2022.

Di qui gli sforzi dichiarati dal Ministero retto da Lollobrigida, che fra i risultati più significativi centrati fin qui annovera certamente quello annunciato lo scorso 24 novembre, quando ha orgogliosamente spiegato che sono raddoppiate le risorse del PNRR inizialmente destinate al settore agroalimentare. “La Commissione UE, infatti – ha detto -, ha approvato le nostre richieste e la dotazione finanziaria passerà da 3,68 a 6,53 miliardi di euro. A questi vanno aggiunti i fondi del Piano nazionale complementare, pari a 1,2 miliardi, per un totale di circa 8 miliardi di euro: il più grande stanziamento economico mai registrato per l’asset primario della nostra Nazione. Tutte le nostre richieste sono frutto di un costante processo di ascolto delle esigenze del mondo produttivo. Uno straordinario riconoscimento che porta risorse aggiuntive, fondamentali per affrontare le prossime sfide sia nel campo dell’innovazione sia in quello della sostenibilità ambientale, garantendo quella economica e sociale”.

Ma l’impegno prosegue, assicura il Ministro, anche con l’intento di assicurare all’Italia un ruolo da protagonista sulla scena internazionale, con proposte come quella di recente presentata al Consiglio UE sulla strategia per una visione a lungo termine per le aree rurali che ha suggerito l’accantonamento di fondi della coesione per quei territori, attivando nuovi strumenti nel quadro finanziario UE 2028-34 al fine di evitare il rischio di spopolamento; o, ancora, come il “Piano Mattei per l’Africa” per gestire un nuovo partenariato tra Italia e stati africani. Azioni che sostengono con forza una posizione trainante dell’Italia nell’ottica di quella “rivalutazione” dell’agricoltura rispetto a cui il Ministro Lollobrigida ha risposto diffusamente ad Agen Food.

Ministro qual è lo “stato di salute” dell’Agricoltura in Italia? Quali i principali problemi del settore – dai cambiamenti climatici, all’utilizzo di acqua ed energia, alle difficoltà nel ricambio generazionale, ecc. -, se dovesse fare una graduatoria in termini di gravità e urgenza? Cosa le dicono i protagonisti dell’agroalimentare che incontra continuamente partecipando a tante manifestazioni e spesso anche ospitandoli al MASAF?

“La qualità è il nostro tratto distintivo. Dobbiamo difenderla, insieme alle tradizioni e alla biodiversità che ci rendono unici al mondo. I protagonisti del settore ne sono consapevoli e chiedevano risposte da tempo, a partire da soluzioni alle sfide del cambiamento climatico e della sostenibilità ambientale, ma anche un dialogo con le istituzioni per tracciare, insieme, una prospettiva di sviluppo della nostra agricoltura. Si sentiva anche il bisogno di riaffermare un sincero orgoglio nazionale, per le eccellenze che tante imprese, spesso a conduzione familiare, continuano ad esprimere da Nord a Sud, mantenendo viva la nostra economia e le nostre tradizioni. Con il Governo Meloni, queste istanze sono tornate finalmente al centro dell’agenda. Abbiamo superato un approccio frammentato alle diverse problematiche, per puntare invece su una visione strategica che guardi al medio e al lungo termine.

Lo stiamo realizzando a partire dalla candidatura della Cucina italiana a Patrimonio Immateriale dell’Unesco, investendo per l’innovazione in agricoltura, lavorando con la Cabina di Regia per le risorse idriche, affermando un approccio alla sostenibilità che tenga insieme la dimensione ambientale con quella economica e sociale. Abbiamo reso più efficiente la rete di controlli per il contrasto a frodi e ‘italian sounding’, coordinando tutti gli enti coinvolti in un’apposita Cabina di Regia. Stiamo tutelando la nostra competitività nel mondo globalizzato attraverso la salvaguardia di ciò che ci rende unici: qualità, tradizioni, biodiversità, legame tra uomo e territorio”.

Etichettatura dei vini e soprattutto carne coltivata. L’Italia è l’unico paese che “follemente” si oppone all’evoluzione e rischia di restare tagliato fuori da una possibile futura nuova fetta di mercato, o è l’unico paese che “consapevolmente” assume una posizione identitaria basandosi su una precisa ratio? 

“Tutelare il rapporto inscindibile tra cibo, terra e lavoro dell’uomo vuol dire continuare a garantire la qualità e la competitività del Made in Italy. Abbiamo raccolto le istanze dei cittadini dando vita a un provvedimento che vieta la produzione di carne ‘coltivata’. Lo abbiamo approvato in Consiglio dei Ministri, è passato all’esame del Parlamento e, ora, è stato promulgato dal Capo dello Stato. La mobilitazione popolare è stata ascoltata. È una vittoria per tutti, non solo per l’Italia. Il cibo sintetico, ‘coltivato’, lontano dalle nostre tradizioni, non garantisce il nostro benessere né quello delle future generazioni. Dobbiamo proteggere i nostri lavoratori, i nostri imprenditori e i nostri cittadini che hanno diritto a mangiar bene. Tuteliamo così anche le tradizioni nazionali, il paesaggio, il presidio del territorio e l’equilibrio delle zone rurali. Questa battaglia sostiene la necessità di raggiungere la sicurezza alimentare di tutto il pianeta senza perdere di vista l’elemento più importante, ovvero l’uomo e il suo benessere”.

La difficile congiuntura degli ultimi anni ha inciso molto sui prezzi dell’agroalimentare e i consumatori lo soffrono molto… 

“Di fronte a uno scenario di incertezza evidente per tutti, il Governo si sta muovendo con cautela, prudenza e responsabilità. Stiamo affrontando le difficoltà più urgenti e, al contempo, stiamo affermando quella progettualità strategica, basata su una visione di medio e lungo termine, che probabilmente in passato è mancata. La Carta “Dedicata a te” ha contribuito ad aiutare più di 1 milione e 200 mila famiglie a coprire il costo di un mese di spesa e ha coinvolto anche la distribuzione attraverso la scontistica. Per il 2024 le risorse saliranno a 600 milioni di euro. L’Italia deve essere tutelata, perché accadimenti in luoghi più o meno lontani da noi non possono avere queste ricadute sui cittadini. Il principio della Sovranità alimentare punta a ridurre la dipendenza da altre Nazioni, difendendo il nostro modello di produzione e di alimentazione. Allo stesso tempo dobbiamo far valere le nostre potenzialità, le nostre tecnologie e le nostre conoscenze, per affermare collaborazioni solide e reciprocamente vantaggiose con altre Nazioni. Lo stiamo facendo, a partire dalla posizione strategica dell’Italia nel Mediterraneo e verso l’Africa”.

Lei ha ripetuto spesso che invece di cibo a basso costo e inferiore qualità si deve puntare su buon cibo per tutti prodotto in maniera responsabile, magari con soluzioni che aiutino chi è in maggiore difficoltà. Di recente ha avuto modo di citare un paese come l’Africa spiegando che ha il 65% di terreni arabili. Che soluzioni immagina partendo da una premessa come questa?

“Come ha confermato il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, siamo impegnati ad assicurare non solo alimenti per tutti ma alimenti sani per tutti. Il cibo non è riducibile a una ‘carburante’, perché è anche cultura, tradizione, legame sociale e benessere. Siamo consapevoli dell’obiettivo più generale di assicurare la sicurezza alimentare e della grande responsabilità di tutelare la dignità delle persone, sostenendo la produzione, la trasformazione e la distribuzione di cibo buono e sano per tutti. Ci sono molte potenzialità nella cooperazione con l’Africa, a partire dall’esportazione delle nostre tecnologie e delle nostre conoscenze per affermare un approccio non predatorio ma finalizzato all’emancipazione dei popoli e al benessere reciproco delle nostre Nazioni”.

Cosa vuol dire sostenibilità in agricoltura? Lei ripete sempre l’importanza di identificare l’agricoltore come custode del territorio e l’agricoltura come settore su cui tornare a puntare. Quali sono i primi tre obiettivi che il suo Ministero intende raggiungere in quest’ottica?

“Chi lavora in agricoltura, come anche nel campo degli allevamenti e della pesca, è il primo ambientalista, perché la sua attività dipende dal buon equilibrio dell’ambiente. Sono persone che conoscono il territorio e contribuiscono, attraverso la loro attività, a presidiarlo e proteggerlo. Investire sull’agricoltura vuol dire contribuire a garantire manutenzione e bellezza, anche paesaggistica. Vogliamo veder riconosciuta la funzione dell’agricoltore come regolatore della biodiversità e un primo obiettivo è stato raggiunto. Abbiamo presentato all’Agrifish di Bruxelles un documento con cui l’Italia chiede di considerare l’agricoltore figura centrale nella tutela dell’ambiente. Il documento è stato sottoscritto anche da Francia, Austria, Polonia, Romania, Grecia, Finlandia e Lettonia e ha avuto appoggio dall’ampia maggioranza dei ministri europei in sede di discussione. La nostra Nazione sta tornando a far sentire la sua voce nell’Unione Europea, per contribuire a indirizzarla verso una maggiore efficacia nelle risposte alle esigenze di cittadini e imprese”.

Redazione Agenfood

Redazione Agenfood

Agen Food è la nuova agenzia di stampa, formata da professionisti nel campo dell’informazione e della comunicazione, incentrata esclusivamente su temi relativi al food, all’industria agroalimentare e al suo indotto, all’enogastronomia e al connesso mondo del turismo.

Agenfood
Torna su
×