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Vivere con la celiachia oltre i luoghi comuni

(Agen Food) – Roma, 15 ott. – Dopo aver coinvolto oltre 3.000 persone tra celiaci, intolleranti e caregiver, il progetto Orgoglio Free – promosso da Nutrifree, brand di riferimento nel mondo del “free from” – si arricchisce di un nuovo capitolo. Non più solo un manifesto, ma un movimento che ascolta e racconta l’altra faccia della celiachia: quella che non riguarda la dieta, ma le relazioni, il riconoscimento, l’inclusione. Dal ristorante alla scuola, dalla tavola condivisa al viaggio con gli amici.

Fuori casa non è (ancora) semplice

I nuovi dati raccolti da Personalive parlano chiaro: per chi vive gluten free, il disagio non è solo biologico. È relazionale. È sociale. È culturale.

  • Il 55% prova ansia quando mangia fuori.
  • Il 77% si è sentito trattato con sufficienza da camerieri o ristoratori.
  • Il 52% ha sentito dire che la celiachia è “solo una moda”.
  • Il 65% si è visto offrire qualcosa con glutine con la frase: “Tanto è solo un po’…”

“Il disagio nasce quando la persona si percepisce ‘fuori posto’, non compresa, non accolta.” – spiega la Dott.ssa Lara Pelagotti, Psicologa e psicoterapeuta –  “Il luogo fisico (un bar, una cena tra amici) diventa simbolo di un pregiudizio che fa più male del glutine stesso.” 

La celiachia non si vede, ma si sente. Ma si puo’ anche trasformare

Per molte persone, vivere senza glutine significa dover continuamente spiegare, giustificare, educare, spesso in contesti poco preparati. Ma è proprio da qui che nascono anche la consapevolezza, il desiderio di fare chiarezza, la voglia di creare connessioni. Le emozioni raccolte nella survey non parlano solo di fragilità, ma anche di reazione, orgoglio e adattamento. Per molti, la celiachia diventa occasione per scoprire sé stessi, riscoprire il cibo, riorganizzare la propria socialità. 

Tra i dati emersi, uno dei più significativi riguarda la percezione sociale di chi segue la dieta gluten free con rigore: è spesso considerato “esagerato”, “difficile” o “complicato”. Ma si tratta di una percezione profondamente distorta, che ignora il valore terapeutico della dieta stessa, l’unico trattamento oggi disponibile per chi è celiaco. “Il paradosso è che chi segue con rigore la dieta senza glutine, unica vera terapia della celiachia, spesso viene percepito come esagerato.” –  Afferma Marta Civettini, celiaca e prima dietista dei celiaci in Italia, con oltre 70mila follower su Instagram –  “In realtà si tratta semplicemente di curarsi: minimizzare questa necessità o considerarla una scelta è ciò che risulta davvero assurdo.”

Anche chi decide di non parlarne, per evitare fraintendimenti, non si isola: cerca alleati, si informa, partecipa a community, condivide esperienze e soluzioni. È proprio questo scambio tra pari a emergere con forza.

“Quando manca riconoscimento sociale la persona può sentirsi invisibile o addirittura colpevolizzata. Ma in un contesto che accoglie nasce un senso di dignità e di appartenenza. Per questo parlare di bias è essenziale: per correggere pregiudizi e generare connessione.” – spiega la Dott.ssa Pelagotti.

Stereotipi da sfatare, voci da amplificare

Il disagio non nasce solo dalla mancanza di opzioni nel menù, ma dalle reazioni di chi si ha intorno. Dai “Dai, oggi puoi sgarrare” ai “Ma sei celiaco? Neanche la birra allora?”, ogni commento banale può trasformarsi in un micro-trauma.

I dati lo confermano:

  • Il 76% dei celiaci si dice infastidito dagli stereotipi.
  • Il 52% sceglie di fornire spiegazioni.
  • Il 70% pianifica ogni vacanza per evitare imprevisti.
  • Il 53% porta cibo da casa anche alle feste.

La persona celiaca, nel tempo però, sviluppa una vera e propria capacità di adattamento e gestione che va ben oltre l’ambito alimentare. “Chi vive la celiachia non è solo un paziente, ma spesso anche un educatore inconsapevole” – continua la Dott.ssa Pelagotti –  trovandosi molto spesso costretto a spiegare, giustificare, chiarire, persino normalizzare per gli altri.

Consapevoli e connessi

La celiachia oggi non è più una condizione da nascondere, ma una realtà da accogliere con consapevolezza e rispetto. Le persone celiache – e con loro caregiver, genitori, amici – diventano motore di una nuova narrazione. Una narrazione fatta di conquiste quotidiane, soluzioni condivise e libertà personale.

Ma l’aspetto più interessante emerso dalla survey è forse questo: con il tempo, l’atteggiamento verso la propria condizione cambia. Dalla fatica del dover spiegare si passa a un senso di padronanza. La priorità non è più difendersi, ma far conoscere davvero la celiachia, contribuendo a una maggiore cultura.  “È vero, spesso veniamo percepiti come esagerati.” – conclude Marta Civettini – “Ma con il tempo capisci che la priorità non è giustificarsi, bensì far conoscere davvero la celiachia, perché ancora oggi tanto da raccontare e chiarire.”

Orgoglio Free: da manifesto a movimento

Con questa seconda fase, Orgoglio Free diventa una campagna attiva sui bias, sui falsi miti e sulla necessità di informare meglio. Nutrifree continua ad ascoltare e amplificare le voci della sua community, portando avanti una cultura dellinclusione quotidiana, dentro e fuori casa.

Redazione Agenfood

Redazione Agenfood

Agen Food è la nuova agenzia di stampa, formata da professionisti nel campo dell’informazione e della comunicazione, incentrata esclusivamente su temi relativi al food, all’industria agroalimentare e al suo indotto, all’enogastronomia e al connesso mondo del turismo.

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