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Fiera Mondiale del peperoncino, perché il forte sostegno della Fondazione Varrone, Perelli: è una tra le più importanti vie di sviluppo
(Agen Food) – Rieti, 27 ago. – di Olga Iembo – A poche ore dall’inaugurazione della XIV edizione della Fiera Campionaria Mondiale del peperoncino, a Rieti tutto è ormai pronto per l’imponente manifestazione che quest’anno debutta nella sua versione dalla durata di dieci giorni. Una decade fitta di impegni, incontri, iniziative di ogni genere per esperti, appassionati e semplici curiosi, per i tecnici del settore, ma anche famiglie, turisti, e soprattutto anche per i giovani, chiamati a un approccio multi-esperienziale con un settore che deve tornare ad essere fortemente attrattivo per le nuove generazioni, che lo stanno riscoprendo anche grazie al rinnovato interesse generato dall’utilizzo di nuove tecnologie ed ai progressi della ricerca scientifica.
La Fiera Campionaria Mondiale del peperoncino si pone dunque come momento dedicato non solo all’esaltazione di eccellenze enogastronomiche protagoniste nella vasta area che ospiterà gli innumerevoli stand espositivi nel cuore di Rieti, ma anche come fondamentale occasione di formazione e studio, nonché come generale esaltazione di un territorio che tanto ha da offrire in termini di risorse, professionalità e turismo. Ecco perché la manifestazione ha fin dai suoi esordi potuto contare sul sostegno della Fondazione Varrone (continuazione storico-ideale della Cassa di Risparmio di Rieti), in linea con le finalità dell’Ente che persegue scopi di utilità sociale e di promozione dello sviluppo economico, del potenziale della provincia di Rieti, della crescita delle realtà locali, anche attraverso la partecipazione ad iniziative simili. Lo ha spiegato in dettaglio ad Agen Food Antonio Perelli membro del CDA della Fondazione bancaria “Varrone”, nonchè Presidente vicario del CDA di Sabina Universitas, Polo Universitario di Rieti.

E proprio da Perelli arriva quello spaccato di umanità, creatività e attenzione verso il territorio da cui è germogliata l’idea della Fiera, nata dalle amabili chiacchiere di alcuni amici attorno a una tavolata dove anche lui era seduto tanti anni fa. “Posso raccontare come è nata l’idea della Fiera Mondiale del Peperoncino, perché l’ho vissuta in prima persona. Eravamo con alcuni amici in un pranzo in Calabria, insieme all’onorevole Guglielmo Rositani che ci aveva invitato a partecipare a questa manifestazione molto importante sul peperoncino che si fa ogni anno a Diamante. Improvvisamente un nostro amico, che purtroppo non c’è più, l’ingegnere Stefano Colantoni, propose a Guglielmo (l’on. Rositani, ndr) di replicare una manifestazione dello stesso tipo, e la mente assolutamente fervida di Guglielmo accolse la sfida senza esitazione tramutando quella che era una sorta di provocazione in una realtà che ha richiesto il grande impegno di quei 4 o 5 amici presenti, ma che si è rivelata un grande successo. E’ stata un’idea realizzata dall’onorevole Rositani certamente grazie a tutto il grande bagaglio di esperienza e di collegamenti che lui ha sempre avuto al nostro territorio, ma va detto che è proprio dalle cose vere, sincere, che vengono poi i risultati migliori”. Un risultato di tutto rispetto la Fiera Campioaria, che è cresciuta via via con gli anni fino a questa XIV edizione, in cui Istituzioni, associazioni e privati, si sono uniti all’Ente organizzatore oggi guidato da Livio Rositani, figlio di Guglielmo, per amore del proprio territorio.
Dott. Perelli, torna la Fiera Campionaria Mondiale del peperoncino di Rieti sostenuta anche dalla Fondazione Varrone. Da cosa è dettata questa scelta?
“Allora, la Fondazione è un Ente che ha per propria missione, per proprio scopo, quello di supportare lo sviluppo sul territorio e, tra le aree di interesse, certamente quello dello sviluppo economico è una delle prioritarie. In questa ottica la Fondazione Varrone è quindi presente a supporto della Fiera Mondiale del Peperoncino, così come di moltissimi altri eventi, altre iniziative che si svolgono nel nostro territorio provinciale. Ovviamente gli interventi vengono graduati in base all’importanza che rappresentano. La Fondazione sulla Fiera Mondiale del Peperoncino ha dato disponibilità ad un ampio investimento di supporto e quindi è partner ormai consolidata da molti anni, oggi siamo alla quattordicesima edizione e fin dall’origine c’è stato un interessamento, che è stato man mano crescente paritariamente alla crescita anche dello stesso evento. Un evento che ha dato le conferme che ci aspettavamo sul piano della promozione e dello sviluppo del territorio. Credo di poter dire che sotto profilo imprenditoriale e turistico, ma anche delle attività locali, dalla ristorazione all’accoglienza, nonchè di mettere in attività tante realtà occupazionali, la manifestazione costituisca oggi una tra le più importanti vie di sviluppo. Tenga conto, per fare un qualche numero, che la presenza di visitatori durante la fiera nel 2024 è stata superiore a 500.000 visitatori, in un arco di tempo che fino all’anno scorso ha previsto per un periodo di 5 giorni, mentre quest’anno gli organizzatori hanno previsto una fiera che avrà una durata di 10 giorni, comprendendo ben due fine settimane”.
In cosa consiste la partecipazione della Cassa di Risparmio di Rieti? Sarete anche “fisicamente in Fiera”?
“Certo, la Fondazione mette a disposizione il Palazzo Dosi, che si affaccia sulla piazza principale, con tutti i locali che sono dedicati alle mostre e alle manifestazioni, quindi avendo fisicamente un proprio punto di individuazione e consentendo all’interno, in questo caso, di fare la realizzazione di una esposizione tecnologica a tema mirato, che è quello dello sviluppo industriale reatino nel corso dei decenni pregressi. Quindi la Fondazione darà un apporto non solo economico, ma sarà in Fiera con una propria ‘presenza’ fisica cosa che si è sempre dimostrata molto produttiva e molto funzionale”.
La Fiera è il risultato di un grande lavoro di studio in ambito agricolo che viene da lontano e non finisce, le chiedo, nella sua qualità di vice Presidente vicario del Polo Universitario di Rieti, qual è il valore e l’importanza della ricerca per il comparto?

“Studio e ricerca sono assolutamente fondamentali nel settore. La Sabina Università, il Polo Universitario Di Rieti, in realtà ospita presso le sedi uno specifico corso di studi e di laurea dell’Università della Tuscia in Agraria, e su questo abbiamo un corso magistrale in gestione digitale dell’agricoltura e del territorio montano che veramente ha rappresentato una base ideale per la collaborazione con la Fiera Mondiale del Peperoncino. Qui c’è un campo sperimentale che viene utilizzato per la coltivazione, per lo studio, per la selezione del prodotto del peperoncino che, proprio in collaborazione con l’Università della Tuscia, attraverso i corsi che vengono ospitati dalla Sabina Universitas, ha portato all’individuazione di oltre 500 tipologie di peperoncino che viene curato, coltivato e portato a gemmazione presso il nostro territorio”.
Ricerca e nuove tecnologie sono connesse anche alla questione del ricambio generazionale in agricoltura, dal suo osservatorio “privilegiato” come vede questo aspetto, molti ritengono che attualmente sia fra i più problematici…
“E’ importante comprendere che, al di là di un tradizionale concetto in agricoltura, oggi si opera attraverso tecnologie che nascono attraverso lo studio, e grazie a una costante formazione. I giovani oggi sono certamente attenti ed interessati a questo settore, ovviamente con quei mutamenti che fisiologicamente, per la caratteristica dell’era che viviamo, portano l’agricoltura, quindi tutto il settore agrario, a doversi affidare alla tecnologia, alla scienza. In questo posso dire che nel nostro corso l’attenzione e la presenza dei giovani sono di particolarmente rilievo, quindi posso affermare che l’atteggiamento da parte delle generazioni più giovani, universitarie, scolastiche, tende a voler ottenere un risultato scientifico sull’agricoltura e questo ci fa ben sperare, ben pensare, ben ritenere che l’interesse dei giovani sia rinnovato o comunque sia nuovamente presente in questo settore. Posso dire con soddisfazione che rispetto al comparto qui c’è grande interesse e grande attenzione ai giovani. Oltretutto Rieti è una delle poche sedi dove vi è questo corso quinquennale, quindi magistrale, con gestione digitale dell’agricoltura, questo vuol dire avere tutta una serie di occasioni di preparazione che vanno dallo studio del terreno, allo studio dei microbioti, allo studio anche delle compatibilità ambientali rispetto alla cultura, tutto particolarmente interessante e stimolante”.
La presenza della Fondazione in Fiera, ma un po’ tutta la “geografia” dell’organizzazione testimoniano un esempio di forte sinergia fra pubblico e privato. Tante anime diverse, comprese quelle delle diverse confederazioni, come si arriva a questo grado di collaborazione?
“Sì, fin dalla presentazione ufficiale della 14esima Fiera Comunale del Peperoncino di qualche giorno fa, si è potuta constatare la presenza delle Istituzioni a tutti i livelli, quindi dal Comune alla Provincia alla Regione, oltre anche a tutte le Istituzioni di carattere governativo, dal Prefetto a tutte le Forze dell’ordine, e poi le Camere di commercio così come le Associazioni imprenditoriali. Tutto questo nasce funziona, a mio parere, in maniera altamente positiva sul presupposto oggettivo che la Fiera Comunale del Peperoncino è un contenitore assolutamente produttivo di ottimi risultati, di interessi per il territorio, di interessi culturali, scientifici, di interessi parimenti economici. Si tratta certamente di un esperimento che ha dato i suoi frutti coinvolgendo tutti i livelli istituzionali e imprenditoriali e questa è in fondo la chiave del suo successo”.

