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Dentro il Mercato Trionfale: dove Roma si reinventa ogni giorno

(Agen Food) – Roma, 25 ott. – di Giulia Ippolito – Il Mercato Trionfale non è solo uno dei mercati rionali più grandi di Roma: è anche un osservatorio vivo di come cambiano i gusti, le abitudini e i ritmi della città. Nato per servire le famiglie dei quartieri vicini, oggi è attraversato ogni giorno da una geografia umana complessa: residenti, impiegati in pausa pranzo, turisti curiosi, giovani artigiani del cibo.

Tra i suoi corridoi si intrecciano storie diverse. C’è chi tira la sfoglia, chi serve pesce fresco, carne, specialità internazionali.

In mezzo a banchi storici e clienti affezionati crescono progetti che mescolano sperimentazione e memoria, street food e cucina domestica, apertura internazionale e attenzione etica. Alcuni guardano ai turisti, altri agli abitanti del quartiere, ma tutti sembrano rispondere alla stessa esigenza: ritrovare nel cibo quotidiano qualcosa che abbia un senso, un sapore autentico, una storia.

Il mercato non è più solo il posto dove si fa la spesa: è un luogo dove si resta. Dove si mangia, si parla, si prova. E dove, tra un banco e l’altro, si capisce forse un po’ meglio anche la città.

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Al 224 Gusto e Tradizione Roma” – Formaggi, Vini e Salumi Italiani

Tra i primi a sperimentare nuove formule c’è Gusto e Tradizione, che da qualche mese propone colazioni salate tra i banchi, pensate soprattutto per i turisti. Un’idea semplice ma inedita, in un contesto da sempre votato alla spesa di quartiere.

“Abbiamo cominciato a gennaio – raccontano -. È una cosa che prima non c’era”, racconta il proprietario. “Per ora funziona, ma quasi esclusivamente con gli stranieri. Gli italiani sono ancora diffidenti: per loro la colazione salata è una novità che non hanno ancora accettato”.

L’offerta è essenziale ma d’effetto: cappuccino, spremute, taglieri di salumi e formaggi selezionati. “I turisti adorano mangiare qui, anche se passano le macchine, c’è polvere o rumore. Per loro è tutto parte del viaggio”.

Intanto il banco si è attrezzato anche per le spedizioni all’estero. “Abbiamo una concessione, tutto in regola. Ora servono i prodotti etichettati dalla ditta: non si può più improvvisare come prima.”

A colorare la scena ci pensa Luigi, un commerciante che con le sue cinque lingue è diventato un’attrazione per i turisti. “Lo cercano tutti, chiedono ‘È Luigi?’. Fa selfie con chiunque. È la nostra star.”

E il collega, sorridendo, aggiunge: “Io, se posso evitarle le foto, le evito.”

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Lo sfoglino romano

Tra un tagliere e una colazione improvvisata si sente il profumo di farina e uova: arriva dal banco del “Lo sfoglino romano”, che ha scelto di cambiare vita per tornare alla pasta fatta a mano.

“Ho venduto tutto e ho deciso di seguire la mia passione: la pasta. Sono stato a Bologna, ho studiato, ho lavorato, e poi sono tornato qui per aprire il mio piccolo laboratorio”, racconta. “Faccio solo pasta tirata al mattarello, tutto a mano. Quello che faccio, faccio. Quello che produco, produco. Più per passione che per guadagno”.

Nel banco – aperto da settembre, dopo mesi di lavori complicati – si trovano tortellini bolognesi, tortelli di zucca, ma anche creazioni più romane: cacio e pepe, stufati, piatti ispirati alla tradizione locale. “L’altro giorno ho fatto un tortello alla vaccinara. Mi diverto.”

Per ora lavora da solo, ma cerca rinforzi: “Mi serve un’altra sfoglina, perché da solo non ce la faccio. Per fortuna sta andando bene, alla gente piace”.

L’idea di aprire al mercato è nata un po’ per caso: “Ero in cerca di uno spazio, poi un amico mi ha consigliato di venire qui. Il mercato è una bella realtà, viva, sociale”.

La partenza, però, non è stata semplice: “Dovevo aprire in primavera, ma tra burocrazia e il resto, ho aperto a settembre, in piena stagione. Non ho fatto in tempo a mettermi a rodaggio: sono partito subito a mille”.

Ora cominciano ad arrivare anche i turisti, soprattutto a pranzo. “Molti alloggiano in zona, tornano anche il giorno dopo per portarsi la pasta in viaggio. A volte gliela impacchetto, se si può”.

L’unico rammarico è il potenziale ancora poco sfruttato. “Siamo dietro San Pietro e il mercato è bellissimo, ma mancano i flussi. Ce ne dovrebbero essere cinquanta volte tanti. È assurdo”.

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Il Pescatorio

Dal profumo di pasta si passa a quello del mare. Il banco del Pescatorio al Mercato Trionfale è la terza apertura del marchio nato nel 2014 a Monteverde: prima gastronomia di mare, poi ristorante con pescheria, oggi anche street food e punto di riferimento per chi cerca pesce fresco cucinato al momento.

“L’idea nasce da una constatazione semplice: la gente non ha più tempo di cucinare, né di mangiare bene. Noi ci siamo inseriti proprio lì, offrendo piatti pronti ma di qualità, con ricette mediterranee e spunti presi in viaggio”.

Il menu cambia in base al pescato. “Abbiamo due barche di riferimento e ci riforniamo anche alle aste di Fiumicino e Anzio. Usiamo solo pesce stagionale, quindi i piatti variano di continuo. Siamo oltre le 300 ricette”.

Tra le invenzioni più curiose c’è il mare tozzo, rivisitazione salata di un dolce tipico romano: stessa forma, impasto salato e ripieni ispirati ai classici della tradizione locale, ma in chiave marinara. “Abbiamo l’amatriciana col polpo, la gricia col tonno… e ne vendiamo tantissimi”.

Il banco funziona bene, tra italiani e turisti. “C’è chi passa a prendere qualcosa per casa, chi mangia qui sul posto, e poi organizziamo anche eventi privati: portiamo una cucina di livello a domicilio, senza fatica per chi ospita”.

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La Casina del Caffè

E dopo il mare, si torna alla terra e al pane, quello dei tramezzini della Casina del Caffè, nel cuore del mercato. Qui il tramezzino è una cosa seria. Non più solo tonno e pomodoro o prosciutto e mozzarella: oggi si arriva a 35 varianti, con abbinamenti audaci come porchetta e cicoria o pollo e pulled pork.

“Un tempo i gusti erano pochi, i classici. Oggi invece la gente cerca sapori nuovi. Ci siamo adattati alle richieste: fino a cinque anni fa nessuno sapeva cosa fosse il pulled pork, oggi va a ruba.”

A rendere speciali i tramezzini, però, non è solo la varietà. “Il pane lo facciamo fare su misura da un fornitore romano, senza strutto, così è adatto anche a clienti vegani o musulmani. Sembra poco, ma quasi tutti i pani in commercio contengono grassi animali”.

La clientela è prevalentemente italiana. “I turisti ci sono, ma pochi. E spesso cercano soluzioni low cost, più che qualità.” In compenso, il modo di vivere il mercato sta cambiando: “Le persone oggi si fermano, si siedono, chiedono prodotti particolari. Non è più un luogo di passaggio veloce. Anche nelle macellerie e nei banchi alimentari si vede: si cerca di più, si sceglie meglio”.

La Casina lavora principalmente con prodotti preparati internamente. “Quasi tutto lo facciamo qui. Solo quello che non troviamo nel mercato lo prendiamo fuori”.

Camminando tra i banchi del Mercato Trionfale si ha l’impressione che Roma, qui dentro, ritrovi un suo ritmo. Ogni banco racconta una diversa idea di cibo, di lavoro, di quotidianità — ma tutti, in fondo, parlano di resistenza: contro l’omologazione, contro la fretta, contro la distanza. Il mercato resta ciò che è sempre stato: un luogo dove si incontra la città, e dove, tra un assaggio e una chiacchiera, si riscopre il gusto di appartenere a qualcosa di vivo.

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Redazione Agenfood

Redazione Agenfood

Agen Food è la nuova agenzia di stampa, formata da professionisti nel campo dell’informazione e della comunicazione, incentrata esclusivamente su temi relativi al food, all’industria agroalimentare e al suo indotto, all’enogastronomia e al connesso mondo del turismo.

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