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Consorzio di Pachino chiama a raccolta su globalizzazione e mercati interdetti

(Agen Food) – Rimini, 09 mag. – di Olga Iembo – “L’agroalimentare italiano continua a dimostrarsi una colonna portante della nostra economia e i dati relativi al 2024 ce lo confermano con chiarezza. Il nuovo Report Agrimercati di ISMEA sul quarto trimestre dell’anno, restituisce un quadro incoraggiante, che premia il lavoro, la dedizione e la qualità che da sempre contraddistinguono le nostre filiere agricole e alimentari”. Il 16 aprile scriveva così il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida, commentando i dati contenuti nel report di ISMEA, l’Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare, relativi al quarto trimestre del 2024. Dati da cui emerge che l’industria alimentare ha chiuso l’anno con un incremento della produzione pari all’1,8%, confermando la solidità del comparto e facendo registrare un risultato particolarmente positivo nell’export: nell’anno 2024 ha visto un aumento del 7,5% sul 2023, per un valore complessivo prossimo ai 70 miliardi di euro. Risultati, questi, migliori rispetto alle esportazioni nel loro complesso. Gli occupati risultano essere pari a 930 mila (441mila dipendenti e 489mila indipendenti).

Un quadro incoraggiante, dunque, che tuttavia spinge a voler fare sempre di più e meglio, per raggiungere traguardi ancora negati da problematiche che necessitano di essere affrontate e risolte in sinergia fra tutti gli attori del Comparto. E’ questa l’idea alla base del convegno che il Consorzio di Tutela della IGP pomodoro di Pachino ha organizzato a Rimini, nell’ambito di Macfrut, dal titolo “Globalizzazione e mercati interdetti: quale futuro per il pomodoro di Pachino IGP?”.

Un incontro che, fra gli altri, ha visto l’intervento proprio del presidente Ismea (Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare) Livio Proietti, e poi ancora del dir. Centrale dei Servizi per l’Export di Agenzia ICE Maurizio Forte, del presidente AEPI Mino Dinoi, del presidente di Origin Italia Cesare Baldrighi, del sindaco di Pachino Giuseppe Gambuzza e degli Assessori all’agricoltura Salvatore Lentinello (Comune di Pachino) e Salvo Nieli (Comune di Portopalo), con un focus di Sebastiano Barone (Pachino IGP) sul carbon foot print.

Un’iniziativa apprezzata dal presidente Ismea che ha definito il convegno il “luogo ideale dove parlare delle problematiche e anche fare il punto della situazione più generale e in particolare poi del consorzio italiano”. Proietti ha ribadito come le anticipazioni sul report del 2024 forniscano dati “sicuramente molto confortanti” considerato che si apprezza “un aumento di tutti i parametri, sia generale del sistema dell’Industria italiana, sia particolare di quella che viene definita la droga economica”, rispetto a un valore totale in una condizione certificata che nel 2023 ha superato i 10 miliardi e nel 2024 supererà i 22 miliardi. E con ciò ha voluto sottolineare quanto si stia lavorando per il settore, anche se esistono problematiche davvero importanti. Fra esse certamente quelle legate all’incidenza di fenomeni naturali, come ad esempio la piaga della peronospora che ha penalizzato molto il settore vitivinicolo, o i cambiamenti climatici che funestano il settore ad esempio con la crisi idrica; e poi ancora fenomeni tutti “umani”, come quello della contraffazione o della vendita di prodotti spacciati per autentici. Su questo tema, in particolare, Proietti si è soffermato a lungo evidenziando quanto difficile sia la tutela dei prodotti certificati soprattutto quando sono trasformati, come ad esempio il pomodoro di Pachino utilizzato nella ristorazione. Il presidente Ismea ha definito una “grande sfida” la tutela del marchio, pur se “in Italia – ha sottolineato -, siamo anche in questo un’eccellenza, anche per i controlli che svolge l’Ispettorato preposto nel Ministero, – oltre 65 mila all’anno -, ed abbiamo un sistema di controllo anti-sofisticazione e anti-appropriazione importante. Ovviamente non è mai abbastanza, ed in questo è fondamentale l’azione dei Consorzi di tutela, per segnalare gli eventuali abusi, ma anche l’azione del singolo cittadino e delle istituzioni locali, che devono essere ben attenti a denunciarli”. Spicca poi, secondo Proietti, un altro tema problematico in Italia, che si identifica molto come paese “trasformatore”. “Noi siamo i primi produttori, ad esempio, della pasta – ha spiegato -, di gran lunga i primi produttori mondiali. Ismea ha gestito una campagna di produzione della pasta e ha fatto una simulazione, concludendo che se allineassimo i pacchi di pasta che produciamo in Italia ogni anno, avremmo 44 volte la circonferenza dell’Italia. Chiaramente non abbiamo il grano duro per fare questo. I nostri produttori sono costretti a importare grano duro da dove c’è a sufficienza. Stesso problema per la produzione primaria in tutta l’Italia. Il nostro paese ha una superficie limitata, tra l’altro abbiamo montagne, alte colline, e quindi non riusciamo ad assicurare il quantitativo di materie prime necessarie. E di conseguenza dobbiamo assolutamente tutelare la produzione primaria che c’è. Mentre noi continuiamo ad avere numeri eccezionali nell’industria alimentare, nella produzione primaria segniamo il passo. Questo perchè innanzitutto abbiamo avuto negli ultimi anni degli eventi avversi, grandi piogge, grandi grandinate, penuria di acqua che sta diventando veramente preoccupante in aree nel Paese anche dove questo problema non c’è mai stato. Ma c’è un’altra grande criticità, lo spopolamento delle aree interne. E’ necessario arginarlo, tutelando i piccoli contri dove, a ben vedere, ci sono le migliori produzioni. E bisogna farlo dando una risposta in termini di servizi ai giovani, perché altrimenti è difficile che si scelga di restare. Questa è una situazione che non può essere risolta solo dal sistema agricolo e agroindustriale, che pure risponde bene con le sue armi, ad esempio con l’innovazione. Ma è il sistema Italia che deve rispondere e, finalmente, negli ultimi due o tre anni a livello economico si è veramente centrato il problema dello spopolamento delle aree interne, che va contrastato perché esso comporta la mancata cura del territorio, e dunque eventi avversi sempre più accentuati, vuol dire perdere la produzione primaria di eccellenze del nostro paese, che non può essere condannato ad essere solo un paese trasformatore. La nostra è una storia di eccellenze alimentari che non possono essere disperse”. Un risultato che si può perseguire anche con la formazione delle nuove generazioni secondo Proietti che ha incoraggiato a “far crescere nei nostri Istituti Agrari la cultura dell’impresa, il desiderio di fare l’impresa in agricoltura, imprese innovative che hanno una serie di grandi possibilità”.

Molto centrato sul tema dell’internazionalizzazione, invece, l’intervento del presidente del Consorzio di Tutela del Pomodoro di Pachino, Sebastiano Fortunato, il quale già alla vigilia dell’avvio di Macfrut è tornato a ribadire la grave situazione di “stallo” he vede alcuni mercati esteri interdetti, o estremamente limitati per le aziende. Oltre 140 quelle del Consorzio, assieme ad oltre 100 produttori, che Fortunato ha voluto ringraziare perché “ci danno la forza e ci stimolano a portare avanti le nostre realtà”. Il presidente ha rivolto un ringraziamento anche al “Consiglio d’Amministrazione che è sempre molto coraggioso, perché affrontare questo forum per il terzo anno non è una cosa scontata. E’ uno sforzo per noi non indifferente, che ha colto la gratificazione di una filiera intera perché noi non ci presentiamo semplicemente come Consorzio, ma ci presentiamo con l’intera filiera che produce materiale di consumo e servizi. Ringrazio i partner che hanno aderito a questo progetto – ha aggiunto – e che continuano a credere in noi e continuano a investire insieme a noi”.

Poi Fortunato è tornato a ricordare come il mancato export in alcuni Paesi sia l’assillo del Consorzio, che dopo 20 anni di successi non può più vendere in Canada, ad esempio, o che entra solo per pochi mesi all’anno in posti come la Svizzera, o che non ha mai potuto raggiungere gli Stati Uniti, o ancora non riesce a penetrare in Russia per i tanti problemi aperti a livello geopolitico. “Cosa ci è rimasto – ha chiesto provocatoriamente Fortunato -? Il mercato italiano (dove il Consorzio è perfettamente inserito con successo), o il mercato europeo dove però facciamo i conti con la concorrenza dovuta a costi di manodopera che altrove sono a livelli per noi insostenibili”. Non basta, quindi, l’eccezionale qualità del prodotto siciliano, né la grande attenzione al tema della sostenibilità “che è molto importante per noi soci del Consorzio. Basta pensare – ha spiegato – che siamo il primo Consorzio italiano ad essere certificato in tal senso”. Si tratta di tematiche che, indubbiamente, richiedono una risposta corale da parte di tutti gli interessati: “Noi – ha concluso Fortunato – teniamo stretti rapporti con le Istituzioni, a iniziare dal ministro, con le associazioni di categoria, con tutti quelli che hanno un ruolo importante, per cercare un modo di sbloccare la situazione. E’ necessario trovare una sintesi e una strategia, se vogliamo continuare la nostra crescita”.

Redazione Agenfood

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Agen Food è la nuova agenzia di stampa, formata da professionisti nel campo dell’informazione e della comunicazione, incentrata esclusivamente su temi relativi al food, all’industria agroalimentare e al suo indotto, all’enogastronomia e al connesso mondo del turismo.

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