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Dieta biologica mediterranea aumenta i batteri buoni del microbiota
(Agen Food) – Roma, 30 nov. – La dieta mediterranea fa bene alla salute, soprattutto se con alimenti biologici: crescono i livelli di antiossidanti, diminuisce l’infiammazione generale dell’organismo, si abbassa il rischio cardiocircolatorio. È la conclusione della ‘prima tappa’ dello studio su volontari sani condotto dall’Università di Roma Tor Vergata e guidato dalla prof.ssa Laura Di Renzo, che si contraddistingue per una importante e dettagliata raccolta di dati sulla salute, sui valori nutrizionali dei cibi e sulla loro impronta ambientale. La ricerca si è particolarmente concentrata sulla composizione del microbiota intestinale, spesso definito il “secondo cervello” del nostro corpo, con risultati inediti sul miglioramento di questo sistema fondamentale per la nostra salute.
Grazie alla dieta biomediterranea, secondo quanto rilevato dallo studio, negli organismi dei volontari le famiglie di batteri antiossidanti – i batteri buoni per la nostra salute – sono aumentate anche del 25% dopo la dieta rispetto allo stato iniziale. Allo stesso tempo, le associazioni di batteri pro-ossidanti si sono ridotte fino al 50% sul campione. Quindi, chi segue una dieta mediterranea biologica corre minori rischi di contrarre malattie cardiovascolari, diabete e tumori, grazie a un complessivo effetto immunomodulante e detossificante. Ma non finisce qui, sul fronte della salute. Nell’enorme raccolta di dati sono emersi risultati altamente positivi nella qualità dei grassi assunti nella dieta biologica mediterranea, con un calo consistente dei grassi saturi correlati al rischio cardiocircolatorio. A esprimere questi valori sono il cosiddetto indice di aterogenicità che si è quasi dimezzato (da 0,29 a 0,16) e quello di trombogenicità, più che dimezzato (da 0,42 a 0,20), riducendo così il rischio di malattie cardiovascolari. Anche la capacità antiossidante del pasto legata a quella del corpo, fondamentale per contrastare l’invecchiamento cellulare, è quasi quadruplicata, passando da 5.870 a 20.573 unità ORAC, l’unità di misura della capacità di assorbimento dei radicali liberi.
Questi alcuni dei principali risultati del protocollo di ricerca IMOD (Italian Mediterranean Organic Diet), realizzato dall’Università di Tor Vergata – Dipartimento di Biodinamica e Prevenzione, per il Progetto “MOdello di prOgettazione della rete dei sistemi di sicurezza alimentare, qualità nutrizionale e nutrigenomica della Dieta Mediterranea per la difesa della salute in Italia: applicazione del processo Nutrient Analysis of Critical Control Point-MOOD”, Traiettoria 5 del Ministero della Salute.
A darne evidenza, una campagna di comunicazione ideata e organizzata dalle maggiori realtà del biologico: FederBio, AssoBio e Consorzio Il Biologico. Le organizzazioni non sono naturalmente entrate nella ricerca e nella elaborazione dei dati, ma hanno realizzato una campagna di diffusione dei risultati puntata su due dei volontari, Tatiana e Dario, che sono stati seguiti nelle varie fasi e sono diventati protagonisti della campagna social Il Bio dentro di noi. Gli specifici dati sanitari pre e post dieta dei due volontari rispecchiano la tendenza generale: i batteri ‘buoni’ (tra i Firmicutes), nel loro microbiota intestinale, sono aumentati, mentre i batteri (tra i Bacteroitedes) che favoriscono lo stato infiammatorio sono diminuiti tra il 5 e il 50%. Inoltre (risultato non atteso) hanno perso tutti e due circa un chilo di peso durante la dieta mediterranea in bio.
La campagna è stata presentata presso la sala stampa della Camera dei deputati, assieme ai dati della ricerca. A commentarla, oltre ai responsabili scientifici dello studio e del progetto MOOD finanziato dal Ministero della Salute e dal Fondo per lo sviluppo e la coesione, Laura di Renzo, direttrice della Scuola di Scienze dell’Alimentazione di Tor Vergata, e Antonino De Lorenzo, professore emerito responsabile scientifico del progetto MOOD, sono stati il sottosegretario al MASAF Luigi D’Eramo; la deputata Maria Chiara Gadda; l’europarlamentare Camilla Laureti; Maria Grazia Mammuccini, presidente di FederBio; Nicoletta Maffini, presidente AssoBio; Massimo Monti, presidente del Consorzio Il Biologico.
La campagna è stata realizzata grazie al contributo di NaturaSì che ha fornito tutti i prodotti necessari alla dieta biologica mediterranea. La ricerca è stata condotta dall’Università di Roma Tor Vergata – Sezione di Nutrizione clinica e Nutrigenomica del Dipartimento di Biomedicina e Prevenzione, sotto la guida della Prof.ssa Laura Di Renzo. Lo studio, denominato IMOD (Italian Mediterranean Organic Diet) rientra nel progetto MOOD (Modello di progettazione della rete dei sistemi di sicurezza alimentare, qualità nutrizionale e nutrigenomica della Dieta mediterranea per la difesa della salute in Italia), a cura dell’Università di Tor Vergata e finanziato da Ministero della Salute e dal Fondo per lo sviluppo e la coesione (FSC).
I dati riportati oggi sono frutto della prima fase della ricerca. I 15 partecipanti hanno seguito per un mese la dieta mediterranea con prodotti biologici e – dopo un periodo di riposo di un altro mese (wash out) hanno intrapreso una dieta mediterranea con prodotti convenzionali. I risultati dell’intera ricerca saranno resi noti nei primi mesi del 2025. Tutte le informazioni sul sito www.ilbiodentrodinoi.it