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I piatti natalizi da tutto il mondo sulla tavola delle feste
(Agen Food) – Milano, 21 nov. – Il menù di Natale è diventato un rito, accompagnato, oltre che dagli addobbi e dalla scelta di stoviglie e centrotavola tra i più eleganti o colorati, dalle pietanze, che siano sempre più golose e originali, per coccolare e stupire i nostri ospiti. Cosa di meglio quindi che portare piatti tipici della tradizione dei Paesi del mondo con profumi e sapori che lascino un ricordo unico?
“Nei miei viaggi – racconta infatti Consuelo Gennari, travel reporter, fondatrice di “K Around The World” e conduttrice dell’omonima trasmissione tv – mi è capitato spesso di assaggiare o vedere cibi tipici e insoliti che vengono consumati per le festività in altri Paesi. Partendo dal freddo Nord, in Svezia per esempio, per Natale si usa allestire un buffet in cui carne, salmone, pane e formaggio sono i protagonisti. La mia pietanza preferita però è il budino di riso, immancabile nelle festività e con un sapore di cannella delizioso. In Venezuela invece, il cibo natalizio più tradizionale è l’hallaca, che è simile a un tamale messicano.
Questi “involtini” sono fatti con carne di maiale, pollo, uvetta, olive, capperi, cipolle e peperoni avvolti in una foglia di banana, poi cotti bolliti.
In Messico invece mi è capitato spesso di vedere persone mangiare o preparare una zuppa chiamata pozole. È uno stufato ricco di carne di maiale, mais bianco imbevuto di vino, peperoncini rossi e brodo. Dal momento che ci vogliono ore per cucinarlo, il pozole è comunemente riservato proprio al Natale e ad altre occasioni speciali”.
Tornando a gusti più mediterranei, c’è Malta: “In questa piccola isola del Mediterraneo – racconta quindi Consuelo – ho avuto modo di assaggiare qualcosa di molto particolare, l’Imbuljuta tal-Qastan, una bevanda tradizionale servita dopo la Messa di mezzanotte e la vigilia di Capodanno. È fatta con cacao, castagne, chiodi di garofano e scorza di agrumi”.
Sempre in Europa, il Regno Unito ha certamente da raccontare in quanto a tradizione natalizia: “Non c’è nulla più delle Mince Meat che mi ricorda il Natale in Inghilterra. Si tratta di una piccola crostatina di pasta frolla che contiene mele, frutta secca, spezie, tante noci e mandorle e un pizzico di liquore. Il suo nome “Meat” letteralmente carne, richiama la tradizione passata ormai in disuso in cui si metteva all’interno del manzo. In Montenegro invece, – continua Consuelo – alla Vigilia è tradizione mangiare senza carne e latticini, includendo piatti a base di fagioli, pesce e patate. Il piatto principale è la kutia, grano cotto mescolato con miele, semi di papavero macinati, uvetta e noci tritate, per simboleggiare l’unità”.
L’Ungheria ha conquistato Consuelo con i dolci: “Amo i dolci a Natale e a Budapest ho scoperto il Beigli, un tradizionale rotolo di noci e semi di papavero che viene servito a Natale e Pasqua come regalo speciale”. Poi c’è l’Armenia: “Come altri paesi ortodossi orientali, gli armeni celebrano il Natale il 7 gennaio. La tradizionale cena di Natale armena prevede il Ghapama, uno speciale piatto di zucca che viene mangiato solo in questa giornata e in altre occasioni speciali. La zucca viene farcita con riso, uvetta, noci e miele prima di essere arrostita alla perfezione”.
Una nota più calda ed etnica arriva infine dall’Ethiopia: “Nella Chiesa ortodossa etiope, le celebrazioni natalizie prevedono un periodo di digiuno la vigilia di Natale, quando il digiuno viene interrotto è con un pasto tradizionale di wat, un piatto speziato di carne e verdure servito con un tipo di focaccia bassa a lievitazione naturale chiamata injera, che viene utilizzata come piatto e usato con le mani per raccogliere lo stufato denso”.
Non resta che cercare gli ingredienti e le ricette sulla rete per sperimentare qualcosa di davvero diverso per le nostre feste.
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