(Agen Food) – Catanzaro, 30 ott. - Si è svolta questa mattina, presso la Cittadella…

Summit FAO, Lollobrigida e Schillaci: sì a dieta mediterranea
(Agen Food) – Roma, 24 lug. – “La sfida non può essere solo quella della ricerca di un modello che porti a garantire cibo per tutti. A nostro avviso va garantito buon cibo per tutti”. Lo ha detto il Ministro dell’Agricoltura e Sovranità Alimentare, Francesco Lollobrigida” aprendo la sessione “Diete sane culture e tradizioni: le lezioni della dieta mediterranea”, nell’ambito del Summit delle Nazioni Unite sui sistemi alimentari sostenibili, organizzato dalla FAO a Roma, che è iniziato oggi e proseguirà fino a mercoledì.
“La differenza – ha aggiunto Lollobrigida – non è sottile. L’alimentazione non è solo consumo di carburante per esseri umani, ma anche l’elemento centrale di un modello di sviluppo che garantisca benessere, qualità della vita e rispetto dell’ecosistema”. Il Ministro ha spiegato che a suo parere c’è “un’intima connessione tra alimentazione, tradizione, sostenibilità economica, ambientale e sociale. Coniugare nel modo corretto questi elementi a nostro avviso può garantire la ricerca di un corretto modello che affronti il tema della sicurezza alimentare oggetto di questa tre giorni”.
Il Ministro ha sottolineato che l’alimentazione “deve garantire anche benessere e qualità della vita”. Da questo punto di vista, “la dieta mediterranea è un buon esempio consolidato, che garantisce longevità” ha ricordato Lollobrigida, e “non rappresenta solo un modello di consumo ma un modello di ecosistema sostenibile in cui gli agricoltori, gli allevatori e i pescatori sono i primi ambientalisti e garantiscono la valorizzazione e la preservazione della biodiversità”. Il Ministro ha ricordato che un altro aspetto che caratterizza la dieta mediterranea è quello dell’accessibilità economica al cibo sano, e per tutti questi motivi “la sua promozione è strategica”.
E di dieta mediterranea ha parlato anche il Ministro della Salute, Orazio Schillaci, spiegando che: “Le diete tradizionali hanno quattro tipi di effetti benefici sulle nostre vite: un impatto sulla salute, sull’economia, sui legami sociali e sull’ambiente”. In particolare, per quanto riguarda la salute, “la scienza dimostra che la dieta mediterranea, che io definisco italiana, riduce la mortalità e lo sviluppo di malattie cardio-vascolari, neurodegenerative, del diabete e del cancro”. È ormai dimostrato, ha proseguito Schillaci, “che i nutrienti che compongono le diete tradizionali salutari interagiscono con il Dna aumentando l’espressione dei geni protettivi nei confronti di alcune malattie” e l’effetto benefico si “trasmette tra generazioni”.
Le diete tradizionali sono poi sostenibili sul piano ambientale. “L’uso di materie prime legate al territorio – ha spiegato ancora Schillaci -, provenienti da coltivazioni a basso impatto, basate sul rispetto dei cicli della natura riduce l’impronta ambientale dei sistemi alimentari e contribuisce a salvaguardare la biodiversità, oltre a ridurre gli sprechi a livello di produzione e trasformazione”. Un ulteriore vantaggio delle diete tradizionali, poi, è quello economico, perché “la diminuzione delle malattie croniche correlate a questi modelli alimentari si riflette in un’importante riduzione della spesa sanitaria per la cura di queste condizioni e della disabilità che ne deriva”. Infine c’è un impatto sugli aspetti sociali: “La trasmissione e la pratica dei gesti legati alla preparazione dei piatti – ha concluso il Ministro – sono un esempio del benefico impatto delle diete tradizionali sul rafforzamento dei legami collettivi”.
Ma Schillaci ha anche spiegato che, purtroppo, “si registra una diminuzione del numero di persone che seguono le diete tradizionali salutari. Una percentuale minoritaria della popolazione segue i principi della dieta mediterranea, senza significative differenze tra regioni e lo stato socio-economico della popolazione”. Questo è vero anche in Italia, nonostante il nostro Paese “goda di una filiera agroalimentare di qualità che offre tutti i nutrienti della dieta mediterranea”.
Le cause di questo fenomeno, secondo il Ministro, “vanno cercate nel cambiamento dei ritmi degli stili di vita, che riducono il tempo a disposizione per consumare i pasti insieme agli altri e per la preparazione di piatti, che hanno tempi più lunghi di manipolazione e cottura”. Schillaci ha dunque invitato a “impegnarsi tutti a favore del recupero e della diffusione delle diete tradizionali salutari. Il nostro obiettivo dovrebbe essere in primo luogo puntare sull’educazione alimentare con iniziative mirate. In questo senso il ministero ha già iniziato investire su progetti di educazione e informazione sia nelle scuole in Italia che nelle scuole italiane all’estero”.
Anche la cooperazione internazionale, per il Ministro, rappresenta una chiave di successo. Da questo punto di vista, ha concluso, “sono importanti iniziative per lo scambio di best practices per promuovere diete tradizionali, incluso il contrasto all’informazione falsa o imprecisa, che deve essere osteggiata per scongiurare abitudini alimentari inadeguate”.

 
																	 
																	