(Agen Food) – Catanzaro, 30 set. – di Olga Iembo – “Migliaia di buoni motivi…
Intervista a Massimo Menna, Presidente del Consorzio di Tutela della Pasta di Gragnano IGP: “L’eccellenza da una tradizione secolare che il mondo ama”
(Agen Food) – Gragnano (NA), 27 ott. – di Olga Iembo – “Storie di semola, acqua e felicità”. Le parole usate dal Presidente del Consorzio di Tutela della Pasta di Gragnano IGP, Massimo Menna, alla vigilia dell’ultima edizione della kermesse gastronomica che celebra uno dei prodotti di punta del Made in Italy, sono perfette per descrivere un mondo che a Gragnano continua nella sua storia plurisecolare.
La tradizione attribuisce all’arte “pastaia” di Gragnano origini che risalgono al tempo dei Romani, quando le acque del torrente Vernotico scendevano verso la suggestiva “Valle dei Mulini”, macinando il grano che veniva poi utilizzato dalle città limitrofe di Pompei e di Ercolano per fare il pane. Ma bisogna attendere il XVI secolo, nel Regno di Napoli, perché i “maccheronari” (i venditori di pasta) si affermino sul mercato locale grazie al basso costo della pasta, e poi il 1845 per la svolta storica, quando Ferdinando II di Borbone, durante un pranzo, concesse ai pastai gragnanesi il privilegio di rifornire le cucine di corte di paste lunghe, segnando il momento a partire dal quale Gragnano venne battezzata come “la Città dei Maccheroni”.
Di sicuro il territorio di Gragnano è patria della “reginetta” della cucina italiana, che il Disciplinare di produzione descrive perfettamente disegnando immagini vivide di questa specialità: il prodotto ottenuto dall’impasto della semola di grano duro con la purissima acqua della falda acquifera locale, con un particolare profumo di grano maturo e un caratteristico sapore sapido, dal gusto deciso. La pasta di Gragnano è contraddistinta da un aspetto rugoso, tipico della trafilatura al bronzo, e alla cottura si presenta di consistenza soda ed elastica, con un’ottima e lunga tenuta”.
Un prodotto che, come spiega la Regione Campania, viene oggi venduto in 42 nazioni diverse ma con un mercato internazionale in ulteriore espansione, che impiega oltre 300 soggetti nei pastifici della città, e che raggiunge un bacino di consumatori stimato in oltre 6 milioni di persone.
Un prodotto che nasce dall’amore per una pasta che nel microclima di Gragnano trova le condizioni ideali per sprigionare tutte le sue peculiarità, e che a giusta ragione ha ottenuto il marchio IGP.
Tutto è iniziato con il Consorzio di Tutela della Pasta di Gragnano, nato nel 2004 dall’unione delle storiche aziende produttrici di pasta nell’omonimo Comune campano. Grazie al Consorzio, custode della tradizione di questa eccellenza italiana, nel 2013 la Pasta di Gragnano ha ottenuto il marchio di Indicazione Geografica Protetta, primo riconoscimento comunitario di qualità assegnato alla pasta in Italia e in Europa.
Il 18 gennaio 2019, poi, è arrivato il riconoscimento ufficiale anche della funzione della Tutela, che dà un ulteriore strumento nell’azione di controllo sul rispetto del severo disciplinare che norma ogni aspetto produttivo della Pasta di Gragnano IGP.
E tutt’oggi il Consorzio è costantemente impegnato nella valorizzazione, nella promozione e nella tutela di un prodotto emblema dell’Italian Food, ma anche dello stile di vita sostenibile, sano e naturale che lo caratterizza.
A dire di più ad Agen Food è proprio Massimo Menna, Presidente del Consorzio dal marzo 2021.
Presidente, si è da poco conclusa la XXI edizione di Gragnano Città della Pasta. Un bilancio?
“Siamo entusiasti di questa 21esima edizione di ‘Gragnano Città della Pasta’, che si è conclusa con un successo straordinario di pubblico e di consensi. Un’edizione speciale, a 10 anni dall’ottenimento del riconoscimento IGP, con numerosi elementi di novità, fruttuose sinergie istituzionali e con l’intento di posizionarsi come appuntamento gastronomico nazionale e internazionale. Questi alcuni numeri della manifestazione: 14 chef all’opera, 7 postazioni di cucina on the road, 3 show cooking magistrali, 5 convegni, oltre 50 live show e spettacoli itineranti, 7 consorzi coinvolti, oltre 30 mila presenze”.
Una storia centenaria per questa pasta, ormai affermata in Italia e all’estero. Cosa la rende così speciale?
“Direi una storia pluricentenaria. Dietro la Pasta di Gragnano IGP c’è un territorio unico, una lunghissima esperienza e un processo produttivo garantito e certificato. Da secoli l’arte di fare la pasta è radicata a Gragnano e nei suoi abitanti. Un territorio naturalmente vocato a questa produzione per il suo clima mite e per l’acqua pura delle sue falde, oltre che per il saper fare dei pastai, un’arte tramandata di generazione in generazione. L’Indicazione Geografica Protetta ha rappresentato un ulteriore riconoscimento a questa eccezionale storia produttiva”.
“Gragnano Città della Pasta” 2023 ha celebrato anche l’importante traguardo del decennale dall’ottenimento del marchio di Indicazione Geografica Protetta. La lotta all’italian sounding è una questione di particolare urgenza dati i numeri da capogiro del falso made in Italy, come portarla avanti in maniera efficace?
“Dal 2013, la Pasta di Gragnano è tutelata dal marchio IGP, il primo riconoscimento comunitario di qualità assegnato alla pasta in Italia e in Europa. L’indicazione Geografica protetta, il cui obiettivo principale è tutelare il consumatore da contraffazioni ed abusi, certifica la tradizione secolare e il legame indissolubile con il territorio di produzione. In forza di tale riconoscimento, il Consorzio, con un ente certificatore terzo e con l’organismo di controllo dell’agroalimentare, vigila affinché la Pasta di Gragnano Igp sia prodotta in conformità al relativo Disciplinare e non vi sia l’immissione di prodotti contraffatti sul mercato fisico e digitale. Uno strutturato piano di controlli su più livelli che fornisce al consumatore un’ulteriore garanzia”.
La crisi geopolitica dovuta alla guerra russo-ucraina, secondo quanto spiegato dagli esperti del settore, non ha influito direttamente sulla produzione della pasta italiana, ma gli effetti indiretti si sono sentiti, anche a causa del rincaro delle materie prime, degli aumenti dei costi di energia, petrolio e materiali da imballaggio. Per quanto riguarda i vostri consorziati come sono aumentati i prezzi, e come affrontano la crisi?
“Ciascuna azienda ha intrapreso la sua politica commerciale. Sebbene con queste difficoltà, i pastai di Gragnano, resilienti e appassionati, non hanno mai sacrificato la qualità e gli alti standard produttivi sanciti nel Disciplinare di Produzione della Pasta di Gragnano IGP. Per fortuna la pasta, anche in queste circostanze, rimane un prodotto economico in valore assoluto e ancora di più considerando quello che dà in termini di valori nutrizionali e di piacere”.
La pasta rimane il simbolo indiscusso dell’italianità a tavola. Ed è parte di un “circuito” virtuoso in cui allo stesso tempo “fa da traino” e anche “si potenzia” con altre eccellenze del territorio. A “Gragnano Città della Pasta” 2023 erano presenti numerosi altri prestigiosi Consorzi. Quanto conta riuscire a “fare rete”, e ci riuscite?
“Siamo da tempo impegnati in collaborazioni promozionali e di tutela con altre realtà d’eccellenza del Paese. Operare sinergicamente è importante per valorizzare e tutelare, con maggiore efficacia, il nostro straordinario patrimonio enogastronomico.Gragnano Città della Pasta 2023 ha visto infatti la partecipazione di prestigiosi Consorzi Nazionali che, provenienti da diverse regioni d’Italia, hanno arricchito l’evento, portando le loro eccellenze e raccontando con passione e orgoglio tutto il buono del nostro Paese. In particolare: Consorzio di Tutela Mozzarella di Bufala Campana DOP; Consorzio Ricotta di Bufala Campana DOP; Consorzio del Pomodoro San Marzano DOP; Consorzio Tutela Grana Padano DOP, Consorzio per la tutela del Pecorino Romano DOP; Consorzio di Tutela Vitellone Bianco dell’Appennino Centrale IGP; Aprol Campania Società cooperativa Agricola”.
Il consumo di pasta è sempre in crescita? Quali sono i dati delle vendite nazionali e dell’export? Quanto stanno prendendo piede le versioni non “tradizionali” e più salutiste, come la pasta integrale?
“Posso rispondere per la Pasta di Gragnano IGP che ha registrato risultati positivi sia nel mercato interno che in quello internazionale confermando il trend positivo di crescita degli ultimi anniin termini di volume prodotto, fatturato ed export. Un dato certamente riconducibile all’alta qualità del prodotto finito e alla funzione certificatrice e di garanzia del marchio di qualità europeo IGP. La produzione certificata nel 2022, comprendendo nel calcolo tutti i pastifici iscritti al sistema dei controlli della Pasta di Gragnano IGP, si è attestata a 100.000 tonnellate (+8% rispetto al 2021) con un fatturato al consumo pari a 400 milioni di euro e una percentuale di export di oltre 50%”.
Quali sono le sfide future nel settore? Il ricambio generazionale è fra queste?
“È continuo lo slancio verso la qualità, l’innovazione e la sostenibilità. Tutto ciò coerentemente con l’impegno quotidiano di portare la pasta di Gragnano IGP sulle tavole degli italiani e del mondo. Il ricambio generazionale più che una sfida è un elemento intrinseco della produzione pastaia di Gragnano, un passaggio di consegna che si reitera nei secoli. Non è raro avere nelle aziende maestranze di più generazioni, dai più giovani ai meno, che condividono e mettono in pratica le competenze e la passione per la pasta di Gragnano IGP in un sodalizio intergenerazionale, c’è vero trasferimento del sapere”.
I prossimi impegni del Consorzio?
“Il Consorzio è costantemente impegnato, con partecipazione unanime, nell’ attività di promozione e tutela di una delle denominazioni più rappresentative del Made in Italy. Con un successo di pubblico e consensi, abbiamo da poco concluso la XXI edizione di Gragnano Città della Pasta e già sono in programma prossime iniziative di comunicazione e promozione sui media tradizionali, progetti sul fronte della ricerca e della formazione rivolti a tutti gli stakeholder della filiera produttiva nonché a giovani e studenti, proseguendo nelle azioni di vigilanza e monitoraggio nazionale ed estero, sia online che offline”.