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Confagricoltura Veneto, Mezzanato Presidente settore agroenergie
(Agen Food) – Venezia, 15 giu. – Sarà il polesano Nicola Mezzanato a guidare la sezione Agroenergie di Confagricoltura Veneto, che si occupa delle energie rinnovabili legate al mondo agricolo. Un tema oggi di grande attualità alla luce dell’impennata delle bollette del gas e della luce, seguita l’anno scorso allo scoppio del conflitto in Ucraina, che ha indotto molte aziende agricole a orientarsi in un percorso di autoproduzione energetica. Mezzanato, da sempre impegnato nell’azienda familiare di bovini da carne e titolare di un impianto a Porto Viro che utilizza i reflui aziendali per la produzione di biogas, succede al padovano Giovanni Musini.
“Anche se i costi energetici stanno calando, le imprese stanno continuando a soffrire per le congiunture negative dei mesi scorsi – spiega il nuovo Presidente del settore agroenergie di Confagricoltura Veneto -. Perciò stanno continuando a cercare diverse soluzioni per abbattere i costi, come ricorrere all’autoproduzione e consumo di energia elettrica o all’utilizzo di concimazioni organiche. La realizzazione di impianti di biogas e biometano e la produzione di energia da fotovoltaico sono una comprovata integrazione al reddito. Tuttavia, l’affacciarsi nel settore agricolo di importanti player dell’energia sta ridimensionando tale ruolo. Ne è un esempio la richiesta di importanti superfici per la realizzazione di grandi impianti fotovoltaici, che sta diventando allettante per molti imprenditori agricoli, in quanto possono concedere le superfici a fronte di vincoli a lunga scadenza. Gli alti costi di investimento per un impianto di biometano e le condizioni realizzative rendono, infatti, sempre più difficile la possibilità per gli agricoltori di concretizzare autonomamente i progetti. Senza contare che a pesare è anche l’aumento del costo del denaro. Un peccato, perché gli imprenditori perdono l’opportunità di diversificazione dell’attività, a integrazione del reddito”.
Mezzanato, da sempre attento alle politiche di sostenibilità, è convinto che l’agricoltura possa svolgere un ruolo importante nel raggiungimento degli obiettivi del PNIEC, il Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima che prevede entro il 2030 uno scatto importante sull’efficienza energetica, sulle fonti rinnovabili e sulla riduzione delle emissioni di CO2. “Ci sono tante iniziative e opportunità che il settore agricolo può cogliere – spiega -. I fondi del PNRR, con 1,1 miliardi per il fotovoltaico, 1,5 per l’agrisolare e 1,7 miliardi per costruire nuovi impianti di biometano o riconvertire quelli in scadenza di biogas per la produzione di energia elettrica, possono essere un’occasione importante, ma serviranno ulteriori strumenti per supportare gli agricoltori. C’è anche il nodo dei 1.800 impianti biogas in Italia, di cui 200 nel Veneto, che andranno in scadenza tra il 2025 e il 2027. Se non si dà la possibilità di continuare con l’elettrico, molti impianti rischieranno la chiusura. Inoltre, non tutti potranno essere riconvertiti in biometano, sia per gli alti costi, sia per le dimensioni minime legate alla taglia degli impianti. Tutti i progetti, affinché si realizzino, devono avere una sostenibilità economica”.
Il biogas è una fonte alternativa di energia rinnovabile derivante dagli scarti agricoli e può essere impiegata per la produzione di energia elettrica e calore. Gli impianti di biogas producono come residuo della fermentazione il digestato, un materiale utilizzato nei campi come concime. Il biometano è il risultato della raffinazione del biogas ed è completamente assimilabile al gas naturale di origine fossile. Il biometano può essere utilizzato per l’autotrazione (camion, auto e bus), oppure essere immesso nella rete nazionale di distribuzione.
