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I grandi fast food non fanno abbastanza per il benessere dei polli

  • Redazione Agenfood
  • FOCUS, NL

(Agen Food) – Milano, 21 nov. – Si fa ancora troppo poco per la tutela reale del benessere dei polli allevati a scopo alimentare nelle catene di fast food. È quello che emerge dal rapporto The Pecking Order 2023 — realizzato in Italia in collaborazione con Essere Animali — che ogni anno valuta come le grandi catene di ristoranti e fast food affrontano il benessere dei polli allevati nelle loro filiere rispetto alla richiesta dello European Chicken Commitment (ECC), una serie di criteri riconosciuti a livello internazionale tramite i quali garantire standard più elevati ai polli negli allevamenti.

Nell’edizione 2023 di The Pecking Order sono state valutate un totale di 69 aziende dislocate in Francia, Germania, Italia, Polonia, Romania e Spagna. Oltre ad alcuni marchi nazionali, sono stati valutati anche diversi ristoranti e fast food internazionali, come Burger King, Domino’s, IKEA, KFC, McDonald’s, Pizza Hut, Starbucks e Subway.

I risultati a livello europeo

Per quanto riguarda gli impegni pubblici presi dalle aziende, a livello europeo si registrano alcuni progressi rispetto al 2022, con Vapiano, Buffalo Grill France e Quick France che hanno sottoscritto i criteri dell’ECC. Tuttavia, solo il 49% delle aziende valutate ha pubblicato una politica sul benessere dei polli allevati per la produzione di carne in linea con alcuni o tutti questi criteri. Ciò significa che il 51% delle aziende non ha alcun impegno in materia di benessere dei polli.

Un dato che emerge in maniera netta da questa edizione di The Pecking Order è che le aziende operanti in Germania e Francia prendono molto più in considerazione il benessere dei polli di quanto fatto negli altri Paesi analizzati, Italia compresa che si conferma invece il fanalino di coda con Polonia e Romania.

Il punteggio medio complessivo registrato dalle aziende in Germania e Francia è, rispettivamente, 37% e 36%, seguono la Spagna con il 23%, l’Italia con il 19%, la Polonia con il 18% e la Romania con il 17%. Anche la percentuale di aziende che hanno pubblicato un impegno a rispettare i criteri dell’ECC varia significativamente: 73% in Francia, 67% in Germania, 37% in Spagna e solo 29% in Italia. Come sta accadendo nella grande distribuzione, quindi, anche nel settore della ristorazione l’Italia resta indietro rispetto agli altri Paesi europei nell’affrontare le criticità di allevamento dei polli.

I risultati in Italia

Delle sette aziende analizzate per l’Italia, solo due (IKEA e Subway) hanno pubblicato un impegno a eliminare tutte le problematiche principali di benessere dei polli. Le altre cinque (Autogrill, Burger King, KFC, McDonald’s e Starbucks) non hanno invece assunto nessun impegno pubblico, neanche sui criteri più importanti come la riduzione delle densità e la transizione a razze a più lento accrescimento.

Tutte e sette, inoltre, non hanno comunicazioni a proposito o hanno realizzato progressi così limitati da risultare insignificanti. Il risultato è che le aziende italiane si collocano nei livelli più bassi della classifica europea con punteggi scarsi o molto scarsi.

Come se non bastasse, nessuna delle aziende analizzate in Italia migliora nella valutazione rispetto all’edizione del 2022 e ben tre registrano punteggi più bassi rispetto all’anno passato.

Tra queste, anche KFC Italia che si è impegnato a rispettare l’ECC in Francia e Germania, mentre questo tipo di impegno manca completamente nelle politiche di sostenibilità per il nostro Paese e, tra il report 2022 e quello 2023, mostra un forte passo indietro su alcuni parametri importanti: ad esempio, la percentuale di polli storditi in maniera efficace in sistemi a gas diminuisce dal 58% al 25% e scende a 0 la percentuale di polli allevati con densità inferiori a 30 kg/m2, come invece previsto dall’ECC.

Elisa Bianco, responsabile di Corporate Engagement a Essere Animali, commenta: «Anche l’opinione scientifica dell’EFSA pubblicata qualche mese ha indicato gli stessi criteri dell’ECC come fattori indispensabili su cui lavorare quando si parla di benessere dei polli da carne. Per questo è ormai imprescindibile che le grandi aziende come KFC inizino ad assumere una posizione di leadership, pubblicando impegni di sostenibilità omogenei in tutti i Paesi europei in cui operano, per offrire anche ai clienti italiani la stessa qualità di quelli francesi o tedeschi».

Redazione Agenfood

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Agen Food è la nuova agenzia di stampa, formata da professionisti nel campo dell’informazione e della comunicazione, incentrata esclusivamente su temi relativi al food, all’industria agroalimentare e al suo indotto, all’enogastronomia e al connesso mondo del turismo.

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