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Intervista a Livio Rositani, Presidente del Comitato organizzatore della Fiera Campionaria Mondiale del Peperoncino di Rieti: “Generiamo occasioni di sviluppo”

(Agen Food) – Rieti, 08 set. – di Olga Iembo – Un evento grazie al quale “dimostriamo la nostra capacità di saper interpretare sempre meglio le possibilità della nostra Nazione”, una manifestazione “a valenza internazionale, questa di Rieti, per incentivare il nostro export e investire sull’elemento portante dell’Italia, che è la qualità”.

Così si è espresso il Ministro dell’Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, protagonista del taglio del nastro all’inaugurazione della Fiera Campionaria Mondiale del Peperoncino di Rieti, che si è conclusa domenica scorsa. E non poteva trovare definizione più calzante, Francesco Lollobrigida, per descrivere una manifestazione nata da un’intuizione vincente che, non a caso, è cresciuta anno dopo anno fino a raggiungere in questa dodicesima edizione risultati davvero ragguardevoli.

Tutto ruota attorno a “sua maestà il peperoncino”, una delle spezie più amate e consumate al mondo, ma anche una delle piante più antiche, poiché la coltivazione di queste bacche piccanti risale al 5000 a.C. e già 9000 anni fa alcune popolazioni del Messico le consumavano. E’ arrivato alla fine del ‘400 con Cristoforo Colombo in Italia, dove spiccano le produzioni di Calabria, Puglia e Sicilia, ma anche della provincia Reatina che vanta una forte vocazione per la produzione del peperoncino che ha portato anche alla creazione del “Sabino”, nato dal sapiente incrocio tra il Diavolicchio calabrese e il peperoncino brasiliano.

Oggi al mondo si conoscono 3000 varietà, che vanno dal peperone dolce fino al peperoncino più piccante, il Carolina Reaper, e la straordinaria spezia, grazie alla sua eccezionale versatilità, è protagonista assoluta di svariati utilizzi: dalla cucina, dove contribuisce a caratterizzare la dieta mediterranea e spopola nel salato e nel dolce, alla produzione di liquori e birra, dall’erboristeria all’omeopatia, è considerato anche un amuleto portafortuna e un afrodisiaco – per il suo colore rosso fiammante associato a forza e buon auspicio, e per la forma fallica, simbolo di fertilità e fortuna -, fino ad essere impiegato come strumento di difesa personale nei ben noti spray antiaggressione.

Le doti di questa bacca sono molteplici, in particolare quelle antiossidanti preziose per le difese immunitarie, antidolorifiche, analgesiche, antibatteriche, antinfiammatorie, antitumorali e antidiabetiche, nonché protettive per l’apparato cardio circolatorio – si è dimostrata anche utile per il controllo del peso -, e dipendono dall’alto contenuto di capsaicina, ma anche di vitamine C, E ed A.
Ma, al di là di tutto questo, la verità è che il peperoncino con i suoi colori fiammanti, la sua “fisionomia” ammaliante, il suo “carattere” gioviale, piace a tutti perché è sinonimo di vitalità e allegria, fantasia e buona compagnia, fa subito pensare alle cose saporite che porta con sé, proprio come è successo nei chiassosi, variopinti e variegati stand alla Fiera di Rieti.

Inevitabile, allora che la Fiera Campionaria rappresenti ormai un appuntamento così importante, che tramuta il centro Italia in una vetrina internazionale e che, a conclusione di questa edizione 2023, può vantare numeri importanti.

Centoventi espositori con ben 500 varietà di peperoncino, 160 stand e circa 200.000 presenze, oltre 20 collaborazioni internazionali e la visita di ambasciatori dei Paesi che dominano le classifiche dell’export, come Messico, India, Vietnam, Guatemala, per un indotto stimato da Camera di Commercio e Confcommercio di circa di 5 milioni di euro in 5 giorni. La Fiera Campionaria di Rieti vuole essere ogni volta una celebrazione della cultura in ogni forma, con degustazioni, convegni, show cooking, musica, spettacoli, sport, intrattenimento e soprattutto eccellenze dei territori, ed è stata “abbracciata” dalle Istituzioni ad ogni livello, compresi i Corpi del Comparto sicurezza, con l’Arma dei Carabinieri che ha dato il via all’apertura con la prestigiosa Fanfara della Legione Allievi di Roma, e le altre Forze di polizia pure presenti con i propri stand.
A fare il punto per Agen Food, a chiusura dell’evento, è Livio Rositani, Presidente del Comitato organizzatore della Fiera Campionaria Mondiale del Peperoncino di Rieti.

Questo appuntamento è giunto ormai alla sua dodicesima edizione, ed è diventata la Fiera forse più importante del centro Italia. Come è nata e con quale finalità, e come è cresciuta via via nel corso del tempo?

“L’intuizione della Fiera Campionaria Mondiale del Peperoncino nacque da mio padre, Guglielmo Rositani, e da alcuni suoi amici e collaboratori. Tutti appassionati di peperoncino che conoscevano altre manifestazioni dedicate ad una delle spezie più utilizzate e commercializzate al mondo ma volevano costruire qualcosa che mostrasse la grande varietà di peperoncino presenti sul pianeta, un tratto distintivo e unico della nostra manifestazione rispetto ad altre, quello dell’esposizione Campionaria. Questa riflessione, unita alle potenzialità della fertile Piana reatina, li spinsero a ritenere che il peperoncino potesse diventare un veicolo di sviluppo per Rieti. Da lì è nata, da un lato la Fiera Mondiale del Peperoncino e dall’altro il peperoncino Sabino, una varietà nata proprio a Rieti che ha ottenuto la qualifica di prodotto autoctono dal Ministero. Attorno a questo è cresciuto un intero evento e un movimento che prosegue anche nel corso dell’anno e che, in qualche modo, genera occasioni di sviluppo che vanno oltre l’evento della Fiera”.

Partiamo subito da un bilancio di questa XII edizione della Fiera (tutti i possibili numeri sulle presenze, sui prodotti, ecc). Ha rispettato le vostre aspettative?

“Il bilancio è più che soddisfacente e, se debbo essere sincero, è andato forse anche oltre le aspettative. Dai primi dati, che approfondiremo nei prossimi giorni, si stimano circa 200mila presenze in cinque giorni con circa 5 milioni di euro di indotto per il territorio. Posti della ricettività strapieni da una settimana prima dell’evento e tutte le attività della ristorazione e dell’accoglienza piene ad ogni ora del giorno per tutta la durata dell’evento. Oltre a questo c’è la grande soddisfazione per l’attenzione mediatica ed istituzionale. Abbiamo avuto Ministri, sottosegretari, esponenti delle istituzioni europee, nazionali e regionali e tanti volti noti che hanno voluto visitare la nostra Fiera e conoscere Rieti e il suo territorio. Questa forse è la soddisfazione più grande”.

Infatti, è stata un’edizione caratterizzata da presenze importanti, che ha accresciuto ulteriormente la dimensione “internazionale” dell’evento… Un aspetto fondamentale, come ha avuto modo di sottolineare anche il Ministro Lollobrigida intervenuto alla Fiera. Lei come legge tutto questo?

“Lo leggo come la riscoperta dell’interesse per aree del Paese che, forse, in passato venivano considerate minori ma che sono custodi di tradizioni, qualità della vita migliore rispetto ai grandi centri urbani e anche capacità di fare delle comunità e di ‘menti’ illustri come il genetista Nazareno Strampelli a cui abbiamo voluto dedicare questa edizione e che proprio a Rieti ha condotto i suoi studi che hanno poi letteralmente rivoluzionato la genetica agraria sfamando milioni di persone”.

Il nostro Paese è grande anche grazie al peperoncino, che ne rappresenta un’eccellenza. Eppure lei ha avuto modo di dire che “l’Italia ha bisogno di coltivare il peperoncino” perché ancora non è abbastanza, ci spieghi…

“Da recenti dati forniti anche da Coldiretti emerge la continua crescita di consumo di questa spezia anche nel nostro Paese. Ma l’Italia ad oggi produce soltanto circa 1/3 del fabbisogno nazionale mentre il restante viene importato. Ecco, questo fa capire come ci sia un’autostrada di fronte a noi anche nell’accezione di sviluppo economico ed occupazionale, in chiave chiaramente sostenibile, in relazione al peperoncino”.

Il peperoncino può rappresentare un elemento “che unisce e arricchisce” non solo i piatti ma anche produttori, aziende e attività diverse? A quali traguardi si può arrivare grazie a questa importante spezia?

“Noi vogliamo dare un contributo, anche uno stimolo, al mercato del peperoncino e allo sviluppo, finanche alla ricerca. Ma chiaramente abbiamo i piedi saldamente a terra e quindi ci occupiamo di sviluppare la Fiera del Peperoncino e le connessioni economiche e di sviluppo con il territorio reatino. Ma siamo convinti che, anche attraverso la vetrina della Fiera, possano avviarsi nuovi rapporti, e anche ad esempio nuove relazioni tra produttori per individuare nuove realizzazioni, che possano contribuire allo sviluppo della filiera legata al peperoncino”.

Impossibile non chiedere dei vostri progetti futuri, a partire dalla prossima edizione della Fiera…

“E’ sempre difficile migliorarsi e spesso è già un traguardo confermarsi. Ma questo lo pensavamo anche in passato quando abbiamo realizzato dei record che oggi, con tutta probabilità, siamo riusciti a superare con l’edizione 2023. Quindi il nostro obiettivo, oltre a riempire di sempre maggiori contenuti di qualità l’evento reatino, è di ampliarlo, sia in termini quantitativi che qualitativi, oltre a renderlo una manifestazione di confronto e approfondimento per le istituzioni e per chi si occupa di agricoltura, enogastronomia, commercio legato al territorio. Con un occhio sempre attento all’internazionalizzazione e al contesto mondiale che non deve mai sfuggire, come dimostra proprio l’edizione di quest’anno in cui abbiamo ospitato Ambasciatori di Paesi importantissimi nell’epoca che ci troviamo a vivere: basti pensare all’India, al Messico, al Vietnam e al Guatemala, tutti avuti quest’anno a Rieti”.

Redazione Agenfood

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Agen Food è la nuova agenzia di stampa, formata da professionisti nel campo dell’informazione e della comunicazione, incentrata esclusivamente su temi relativi al food, all’industria agroalimentare e al suo indotto, all’enogastronomia e al connesso mondo del turismo.

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