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Fiera Nazionale di Grottaferrata. Veronica Pavani: “Manteniamo il valore storico delle tradizioni”

(Agen Food) – Grottaferrata, 28 Mar. – di Giulia Ippolito – La Fiera Nazionale di Grottaferrata è un evento che ricorre ormai da quasi cinquecento anni, e ogni volta si rinnova e cresce al passo con i tempi.

Quest’anno i numeri della Fiera sono notevoli: 10.000 mq è l’area fieristica totale tra spazi interni e spazi esterni; 2.800 mq è l’area coperta riservata agli espositori, suddivisi per merceologie con 140 stand occupati (lo scorso anno erano 85); 700 mq è l’area ristorativa in grado di ospitare 35 banchi con le eccellenze enogastronomiche provenienti da quasi tutte le regioni italiane. In più luminarie, talk show e addirittura una Casa delle farfalle. Ne abbiamo parlato con Veronica Pavani, consigliera comunale, Presidente della Commissione cultura e delegata alla Fiera Nazionale.

Qual è il valore storico e culturale di questa manifestazione per Grottaferrata? Come si è evoluta nel corso degli anni? 

La Fiera Nazionale di Grottaferrata è un evento che quest’anno celebra la sua 425esima edizione, rendendola la seconda fiera più antica d’Italia. Si tratta di un appuntamento fondamentale per la nostra comunità, radicato nella storia e nella tradizione del nostro territorio.

Nel corso degli anni, intere generazioni sono cresciute con l’evento della fiera di marzo, un momento irrinunciabile per i grottaferratesi. La data del 25 marzo è particolarmente significativa, poiché coincide con la festa della Madonna di Grottaferrata, un simbolo di grande valore spirituale per tutti noi.

Originariamente, la fiera si teneva due volte all’anno, a marzo e a settembre. In particolare, la fiera di marzo, legata all’inizio della stagione agricola, aveva come scopo principale il sostegno all’agricoltura, un settore da cui il nostro territorio ha sempre tratto grande importanza. Nel corso degli anni, le amministrazioni locali si sono impegnate a mantenere viva questa tradizione, cercando di adattarla alle nuove esigenze della comunità, ma senza mai perdere di vista il legame con le origini agricole della fiera.

Quali sono i cambiamenti più significativi che la manifestazione ha subito? 

Mantenere viva la tradizione della fiera è fondamentale perché essa rappresenta una parte integrante del nostro tessuto sociale e culturale. Sebbene sia partita come una fiera agricola, con esposizione di trattori e macchinari, nel tempo ha subito una trasformazione diventando una fiera campionaria, che oggi comprende una vasta gamma di settori, dal settore dell’artigianato a quello dell’arredamento, dalla moda all’enogastronomia.

Sebbene i trattori non siano più i protagonisti, la fiera mantiene comunque un legame forte con l’agricoltura e con il paesaggio locale. Stiamo lavorando per orientarla verso un futuro in cui l’attenzione alle nuove tecnologie agricole, al rispetto dell’ambiente e alla promozione delle tradizioni artigianali rimanga il suo cuore pulsante.

In questo senso, la fiera oggi non è solo un’occasione per scoprire il nostro patrimonio, ma anche per guardare alle innovazioni del settore agricolo. Ogni anno coinvolgiamo attivamente le associazioni di categoria, come quelle dei ristoratori e dei vignaioli, che promuovono i prodotti tipici della nostra terra. Grottaferrata è anche capofila del Biodistretto dei Castelli Romani, che rappresenta una rete di agricoltori locali impegnati nella produzione sostenibile. Inoltre, collaboriamo con il Gal, il Gruppo di Azione Locale, che raccoglie realtà agricole e enogastronomiche del territorio, per valorizzare le nostre risorse e promuovere la crescita del nostro settore primario.

In che modo la fiera sta cercando di integrare aspetti innovativi e sostenibili, unendo la tradizione con la ricerca scientifica? 

Abbiamo coinvolto enti di ricerca, perché crediamo che la fiera debba essere anche un’opportunità di scambio culturale e scientifico. Quest’anno, ad esempio, abbiamo inserito nel programma il progetto DTT, a cura dell’ENEA, che si tiene presso la Casa delle Farfalle Butterfly Eden all’interno del Museo Orto Botanico di Roma, alla Sapienza. Si tratta di un’iniziativa che unisce la sostenibilità ambientale e la ricerca scientifica per la creazione di energia pulita, un tema di grande attualità.

Questo approccio innovativo ci ha permesso di allargare l’offerta culturale della fiera, inserendo attività che vanno oltre il semplice aspetto commerciale. L’anno scorso, ad esempio, abbiamo ospitato altre realtà di ricerca e anche quest’anno continuiamo a proporre iniziative culturali. Nel Villaggio del Gusto, infatti, c’è uno spazio dedicato agli eventi, ai talk con giornalisti e personalità del mondo della cultura, e serate di intrattenimento musicale.

Vogliamo che la fiera non sia solo un’occasione di acquisto, ma un evento che stimoli la riflessione e l’approfondimento, offrendo ai cittadini un’esperienza completa. Per questo motivo, il Villaggio del Gusto rimarrà aperto fino a tarda serata, fino alle 23.30, per permettere a tutti di partecipare e godere appieno di ogni momento della fiera.

Quest’anno sono state avviate collaborazioni con i media e attività didattiche per i più giovani. Qual è l’obiettivo di queste iniziative?

Quest’anno, come amministrazione comunale, abbiamo investito significativamente nella promozione e nella pubblicità dell’evento, cercando di amplificarne la visibilità e di coinvolgere un pubblico sempre più ampio. Abbiamo avviato una collaborazione con Radio Radio, che ha trasmesso in diretta dalla fiera, portando anche giornalisti e personaggi televisivi di grande rilievo per dare maggiore visibilità alla manifestazione.

In questo modo, abbiamo potuto arricchire ulteriormente l’offerta culturale e formativa dell’evento. A proposito di offerta formativa, la Casa delle Farfalle e il Museo dell’Orto Botanico hanno organizzato laboratori didattici, pensati per le scuole di ogni ordine e grado. Durante tutta la settimana, da lunedì a venerdì, abbiamo accolto centinaia di studenti, che hanno avuto la possibilità di partecipare a laboratori didattici, esplorando in modo ludico e pedagogico le tematiche legate alla natura e all’ambiente.

La nostra attenzione non è rivolta solo ai visitatori adulti, ma anche ai più giovani, per far loro vivere la fiera in modo coinvolgente, educativo e divertente. Questo approccio ci consente di trasmettere il valore della tradizione e della cultura alle nuove generazioni, mantenendo viva la memoria storica della nostra comunità.

Giulia Ippolito

Agenfood
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